lunedì 30 gennaio 2012

Amelie.

Se pensate che la Parigi del Favoloso Mondo di Amelie non esista, vi sbagliate di grosso. Nel Paese dei Maglioni infatti, ogni tanto accade qualcosa di magico.
All'angolo della strada sotto casa, un uomo e una donna, accompagnano la passeggiata quotidiana delle persone con le musiche di Yann Tiersen, che costituiscono la colonna sonora del film. Il bar dove di solito mi incontro con il valoroso uomo dopo il lavoro, ha una vetrata con scritto il menù, che ricorda quella del bar dove lavora Amelie.

Ma sopratutto, mi sono davvero convinta che ci sia qualcuno qui, che è davvero Amelie. Non per forza lo è fisicamente, ma nello spirito. Basta fare piccole cose, assolutamente ordinarie e anonime, che possono lasciare il sorriso sugli altri. Come frasi dolci, scritte sul marciapiede. O frecce colorate per strada che portano a luoghi poco visitati ma stupefacenti.
Ebbene cose così, nel Paese dei Maglioni, accadono. E ne ho avuto la prova entrando in libreria.
Al primo sguardo sembrava tutto normale. Ma poi, mi è caduto l'occhio sui libri esposti.
Alcuni avevano un post-it sopra.

"Da leggere, assolutamente!"
"Bellissimo libro, aprilo e scopri il lavoro."
"Colpo di Fulmine"
Non so se sia stato un colpo di genio pubblicitario, ma io non voglio crederci. Mi piace l'idea che ci sia una Amelie tra di noi, pronta a mostrarci il bello che abbiamo sotto il naso.
E siccome mi piacerebbe mandarle un messaggio, farle capire che apprezzo ciò che fa, porterò in giro la mia nuova clutch. Una borsa che sembra un libro.
Olympia Le-Tan, francese, le realizza a mano.
Squadrate e regolari, hanno copertine di libri vintage. Virginia Woolf, Emily Brontë, Franz Kafka ma anche Molière e Dostoevsky. Io prima di scegliere ho affrontato il dilemma: Austen o Sallinger?




E me la porto orgogliosamente in giro, non per vantarmi intellettualmente, ma solo sperando di trovare Amelie con il maglione.



www.olympialetan.com

Cappotto&sciarpa


giovedì 26 gennaio 2012

Cucchiai-ology

Ricordate che circa un mese fa nella mia vita è accaduta una tragedia?
In realtà la Tragedia con la T maiuscola. Il medico infatti mi aveva vietato il cioccolato. E' stata dura: a Natale niente cioccolato. In montagna a sciare: niente cioccolato. Seduta sul divano davanti alla televisione: niente cioccolato. Ma non è servito a nulla, ovvero non era il cioccolato la causa del mio problema.
E allora che fare?
Semplice, ho dovuto recuperare il tempo perso. Sapete che qui, nel Paese dei Maglioni, la cioccolata è il cibo nazionale. Ma non mi sono fatta tentare. Finchè non è avvenuta la scoperta del secolo.

Ieri, stavamo facendo la spesa nel supermercato grande come un quartiere. Avevamo poco tempo, quindi era tutto un correre avanti e indietro.
"Prendo le spugne"  e via, che corro verso la zona detersivi.
"Vado a prendere le verdure" e il valoroso uomo corre nell'altra direzione.
Il punto di incontro era stato fissato, ma manco a dirlo, non è stato rispettato (fa pure rima).
Ma ci siamo ritrovati davanti al banco dolci (fatalità).
Nonostante quello che vi dico, siamo bravi. Non li compriamo mai, in modo da non avere la tentazione a casa. Semplicemente quando abbiamo voglia, finiamo in qualche caffetteria. Cosa che avviene più o meno ogni giorno. Almeno io, il valoroso uomo non ama il dolci (doppia tragedia o fortuna per me che me li mangio tutti?).

Fatto sta che noto dei tortini famigliari.
Dovete sapere che io ho dei dolci preferiti. Due. Uno è lo strudel di Madre. L'altro, le torte cioccolatose, sempre di Madre (vi ho già raccontato quanto sia brava a fare dolci..). Tra le torte al cioccolato ho avuto il colpo di fulmine con tale tortino-soufflè.
Il colpo di fulmine è avvenuto in un ristorantino di Parigi, nella zona del Musée d'Orsay. E' giunto imprevisto, dopo una cena a base di aglio condito con pollo. Ma come si scioglieva in bocca, caldo e morbido. Manco a dirlo, l'ho cercato invano, senza ritrovarlo. Per compensare mi sono affezionata ad altra torte, come la cheesecake. Ma quel tortino..me lo sognavo. Poco tempo fa, in un ristorante in Italia, eravamo a cena con i genitori del valoroso uomo.

Dopo aver mangiato come un bue, serro lo stomaco a qualsiasi idea di dessert. Il cameriere arriva, sparecchia e elenca i dolci. "Abbiamo anche un tortino al cioccolato, servito caldo."
Le mie orecchie si drizzano come quelle di un coniglio. E indovinate un po'? Il mio stomaco si riapre.

Ecco qui la storia del tortino, che si racchiude tutta nello sguardo che ho dato ieri al banco dei dolci. Ne ordiniamo due. Tentiamo di capire se si possono scaldare nel forno, ma negli autoctoni del Paese dei Maglioni la simpatia non è caratteristica conosciuta. Li portiamo a casa, con mille borse, su per le scalette in legno strette strette, tenendoli nella mano per preservarli. E dopo cena, li scaldiamo in forno.
E ragazzi miei, questo è il primo vero affare per cui rendo grazie di vivere in questo paese ameno dalla simpatia. Un po' solidi all'esterno, il cuore tenero si scioglieva in bocca. Siamo stati male, ne abbiamo implorati altri che cadessero dal cielo. Per la prima volta ci siamo sentiti appagati dalla spesa: infatti non so se vi ho mai menzionato come qualsiasi cosa qui costi come oro. Ma i tortini, stranamente, costano meno di 1€.
Cosa abbastanza sconvolgente per noi, che non avevamo mai visto un cartellino del prezzo che andasse sotto a 1.50€. E credetemi non esagero. (Leggasi: qualcuno mi dice che la nostra nuova dieta sarà a base di tortini.)

Ma sto divagando. E come li abbiamo mangiati questi tortini?
Forchetta o cucchiaio? Serviti con girandole di cioccolato e zucchero a velo?
Li abbiamo mangiati nudi e crudi in un piatto bianco candito, per individuare qualsiasi briciola. E visto che c'è posata e posata per mangiare le prelibatezze, abbiamo usato il cucchiaio. Noi siamo del partito del cucchiaio sempre e comunque. A tal punto che per un periodo avevamo un cucchiaio di legno con cui fare merenda, non un cucchiaino, ma un mestolo di legno, quello delle nonne.
Noi seguiamo la religione del cucchiaio. E non chiedetemi perchè, perchè non lo so. C'è chi si mette scolapasta in testa affermando che è la sua religione, e chi adora i cucchiai.

Ma come il cucchiaio di Droog, anche io ho una collana con un cucchiaio appeso. Pronto per essere usato per ogni evenienza: dal mescolare il caffè, al mangiare il Tortino. Non sia mai che la prossima volta aspetteremo fino a casa. Anzi, penso proprio che ne prenderò uno da mangiare prima di fare la spesa, per farmi forza e affrontare il quartiere-supermercato, e poi uno per casa, da gustarmelo con calma. Perchè anche l'attesa nella scoperta di certe cose, ha la sua parte.



www.droog.com

lunedì 23 gennaio 2012

Soluzione very low-cost

Il Paese dei Maglioni ama tendermi trappole. Arrivo alla fermata in orario per prendere il bus, e questo è già passato. Vado a fare la spesa in velocità e mi perdo nel supermercato.
Ma la cosa peggiore sono le vie con i negozi di vestiti. Tu li vedi da fuori, così anonimi e inutili, che pensi: "Che sarà mai?Facciamo un salto, magari ha qualcosa che mi interessa. Di sicuro non è un negozio chic."

Ovviamente fu così che l'ultima volta, mi ritrovai circondata da borse Celine (chiaramente, le mie preferite) e vestiti di Valentino.
Il tutto però, era in saldo.
Quanto in saldo?Il saldo che per noi mortali è da considerarsi il triplo del prezzo pieno.
Che fare in questi casi?
Svignarsela? Assolutamente no!
E fu così che mi ritrovai a provare vestiti che mai nella mia vita mi potrò permettere. Manco in saldo. Ma mi stavano così bene...

E in questo caso che fare? Una soluzione per questo l'ho trovata in un paio di siti. Queste menti geniali che ci stanno dietro sono donne, proprio come noi. E come noi, vorrebbero certi bei vestiti. E come noi non se li possono permettere. E che fanno? Semplice, se li confezionano. E ti spiegano pure come.
Io, lo sapete già, non ho manualità. Ma la mia cara nonna, ce l'ha eccome.
Portata la stoffa e la foto in questione, dopo un paio di ragionamenti controversi, ho iniziato ad essere l'apprendista sarta di nonnà.
E il risultato non è proprio malaccio.

Ovviamente, senza la nonna, aspetterei di vincere alla lotteria e andrei a comprare il vestito. Sempre che a quel punto, sia ancora di moda.





apair-andaspare.blogspot.com

psimadethis.com

venerdì 20 gennaio 2012

L'appuntamento delle 17.00

Certe volte, odio il Paese dei Maglioni. Più che la neve, più che il freddo e il fatto che il sole tramonta presto, lo odio perchè non posso assaporare alcune cose normali, come stare con le amiche a bersi qualcosa. Soprattutto ora, che fa freddo e viene buio presto, mi tornano in mente i pomeriggi con le amiche a spettegolare, di fronte a un tè fumante.
Finite le lezioni, finita la noia mortale, affrontavamo la folla a gomitate e conquistavamo le macchinette. Una prendeva le ordinazioni e l'altra segnava, la terza difendeva la posizione acquisita.

Con altre amiche si passava il pomeriggio davanti a un tè, ridendo e scherzando, mangiando dolci su dolci e spettegolando alla grande.
Nessuno quando siamo in fase gossip, ci può distrarre, nè un bel ragazzo, nè una bella borsa o un paio di scarpe. Invece qui, torno a casa e senza il valoroso uomo mi ritrovo a spettegolare con Churchill, il quale ve lo dico, non sa mantenere nemmeno un segreto.

Ma che ci posso fare?
Almeno ho trovato queste belle confezioni di thè, le quali hanno anche una cartolina per spedirle. In questo modo le posso inviare a tutte le mie amiche, fissando un bell'appuntamento con il thè fumante davanti a skype.


www.postcardteas.com

mercoledì 18 gennaio 2012

Gita al faro molto lussuosa

Una mattina mi sveglio, e trovo il valoroso uomo con in mano due valige e un sorriso smagliante.
Sono svenuta.
Che potevo fare? Mi sveglio, e mi ritrovo il fidanzato che vuole scappare di casa.
"Macchè, macchè, voglio solo portarti fuori per il weekend."
Sono svenuta di nuovo.

Sistemati i miei problemi di pressione, mi alzo mangio al volo qualcosa e via!
"Ma mi hai messo in valigia tutto?"
"Certo!"
"Anche le calze antiscivolo?Anche la crema idratante?"
"Fidati, dove andiamo ci sarà tutto, anche se avessi dimenticato qualcosa."
"Ma quanto stiamo via? E la macchinetta manuale di mio papà l'hai presa?"
"Ti preoccupi troppo, ho tutto sotto controllo!"
Ovviamente, a queste parole avrei dovuto allarmarmi.

Ma arrivati a destinazione mi fa entrare in un hotel lussuosissimo. Io rimango sbigottita. C'è perfino lo chaffeur che se ti porti le valige da solo, si arrabbia. Arrivati in stanza, non proferisco parola dallo stupore. Aspetto che ci lascino soli e vado in esplorazione:
"Valoroso uomo!Il bagno è più grande di tutta la casa messa insieme!"
E poi arrivo al letto, e lì ragazzi, non mi sarei più alzata. Sono stata male al pensiero di tornare al mio letto Ikea. E ora che sono di nuovo a casa, vi assicuro che sono piena di dolori.

Vago qua e la, il valoroso uomo ride. Osservo il panorama fuori dalla finestra, il sole che scalda e il cielo azzurro. "Che dici?Andiamo a visitare?Prendi la macchinetta fotografica?"
Il valoroso annuisce e prende la mia valigia per cercare. Cerca e cerca, poi prende l'altra. E dopo, assume quella faccia che ha sempre quando ha combinato qualcosa.
"Ops."
E fu così che la macchinetta rimase a casa. Per consolarci ci siamo stampati e costruiti questa macchinetta qui. Figuratevi se in un hotel a 5 stelle non c'era un po' di carta da stampare. E forse, la nostra fama pessima in fatto di manualità ci ha preceduto, visto che ce l'hanno portata in camera già fatta. Anche perchè le istruzione sarebbero state difficili da decifrare, essendo in francese.

Guardando il lato positivo, per fortuna c'erano loro. Vi immaginate se fosse accaduto al mare?
Vi assicuro che è successo pure quello.
Vizi di famiglia, li chiamavano una volta.



www.marieclaireidees.com

lunedì 16 gennaio 2012

Eterna indecisa

E' giunto uno dei periodi più belli per una ragazza. SALDI!
Saldi, saldi e ancora saldi!
Di conseguenza, è giunto il periodo peggiore per i rispettivi fidanzati di queste.
Io ovviamente, non sono da meno. Di solito, non aspetto i saldi. Quando vedo qualcosa che mi piace, non ci penso nemmeno ad aspettare (la devo avere subito) e la compro.

Fatto sta che, saldi su saldi, ho coinvolto anche il valoroso uomo. Di solito non riesco mai a comprare qualcosa se sono in compagnia. Ho i miei tempi per guardare, scegliere e acquistare. E non è colpa delle malcapitate, se io non ho la pazienza di aspettare i loro tempi. Stranamente però, il valoroso uomo mi salva sempre nel momento dell'indecisione. Di solito, mi fa un giochino molto furbo.
Se sono indecisa tra una borsa verde e una blu, lui mi dice cosa prenderebbe lui. Funziona così.

"Valoroso, valoroso uomo delle mie brame, che devo fare?Verde o blu?"
"Blu" risponde l'indovino.
E se ha ragione vuol dire che la mia scelta alla fine sarebbe caduta su quella. Se non ha ragione messo alle strette, il mio cervellino capisce cosa vuole davvero (in questo caso la borsa verde). Facendo così esco molto soddisfatta dai negozi.

Invece se l'indeciso è lui, dovrei andare in chiesa ad accendere un cero. Di solito lo si fa per pregare, io che sono un po' blasfema, accendo questa candela. La forma è quella di un fiammifero. Si posiziona la candela al centro del foglio nel quale ci sono scritte le due opzioni. Si accende la candela e si aspetta di vedere da che parte cadrà. E se il valoroso uomo è indeciso tra blu e beige, io la accendo ed aspetto che finisca cadendo sul beige. Detto, fatto e acquistato. Sempre che nel frattempo, non abbia bruciato l'intero reparto del negozio con la candela.


www.pigr.it

giovedì 12 gennaio 2012

Fai da te, seconda prova

Le giornate fredde, nelle quali vuoi solo stare chiusa in casa a bere tè caldo con i biscotti, conciliano la mia creatività. In una rivista, una lampada ha catturato la mia attenzione. E' molto semplice, ma al posto del paralume, indossa un bel vestito di lana. Colpo di fulmine, la voglio. Detto, fatto.
Il nome poi, Granny, ricorda la nonna che fa la maglia davanti al fuoco. E mentre la fa, ogni tanto ti appoggia la maglia sul petto misurando come sta e quanto filo manca. Poi ti insegna ovviamente come fare.



E allora adesso, rispolvero la sua lezione.Vai con il primo punto, vai con il secondo. E ancora, ancora e ancora. Il risultato manco a dirlo, sembra uno straccio da cucina. Mi accontenterò di acquistarla online.
Questo si, che sono brava a farlo.



lunedì 9 gennaio 2012

Indecisa cronica

E' risaputo, che noi ragazze certe volte, cambiamo idea facilmente.
E io manco a dirlo, ne sono la prova. Sono mesi e mesi che fantastico su vacanze alquanto distanti. Tre mesi fa ho chiamato il valoroso uomo al lavoro.
"Ho deciso. Andiamo in vacanza a Bali!" Essendo al lavoro, lui non ha potuto far altro che dire: "Ci sto!"
Tornato a casa però, ha iniziato a saltare continuando a dire "Andiamo a Bali!Andiamo a Baliiiii!" così felice che io stessa mi sono ritrovata a saltare con lui, con il rischio di far crollare tutta la casa.

Ma Bali è durato finchè non ho scoperto una nuova meta su internet. "Ho cambiato idea, andiamo in Finlandia!" ho detto al valoroso uomo mentre ero al lavoro. Tornata a casa, ho iniziato io a fare i salti di gioia e il valoroso mi ha seguito.
Due settimane dopo, mi ritrovo a guardare un documentario. Chiamo il valoroso uomo che è nell'altra stanza (pazzesco come sia bello avere un bilocale, c'è da perdersi) a cucinare.
"Ho cambiato idea, andiamo a Panama?Ci facciamo un giro negli arcipelaghi lì attorno." E lui ovviamente, sorride e urla di gioia. Di nuovo saltiamo e rischiamo di far crollare la casa. Da Panama però siamo passati alla Grecia, alla Nuova Zelanda e alla Spagna. La fortuna vuole che il valoroso uomo abbia una pazienza infinita.

Solo che io sono un po' sconfortata: prima o poi dovrò decidere una meta, se no finisce che non andiamo da nessuna parte. Affranta per ora mi accontento delle lenzuola con la stampa di un lago. Le ho distese sul letto senza riprenderne i bordi e mettendoli sotto il materasso, ma lasciandole aperte completamente. Almeno così, è come avere un lago in casa. E se alzo il riscaldamento, mi posso mettere anche in costume. Con buona pace della mia eterna indecisione
                                               

sabato 7 gennaio 2012

Proposito per il nuovo anno: essere più pazienti.

Capita che, qualche volta, anche il valoroso uomo perda la pazienza. L'ultima volta che è successo io però, per una volta, non c'entravo per nulla. Anzi, la mia pazienza quando lui l'ha persa, era già esaurita da un pezzo.
Ultimo dell'anno. Brindisi, abbracci e feste con un po' di amici. E poi, tutti assieme, ci dirigiamo verso una festa all'aperto. Il fatto è, che non eravamo in Australia per Capodanno, ma sulle Alpi. Quindi la festa all'aperto con massimo 0°, non è che mi andasse proprio a genio. Fatto sta che andiamo e iniziamo a divertirci. La musica non è il massimo, ma quando sei in compagnia, non importa. A un certo punto però, come se fosse un segnale mistico, la folla attorno a noi si calma e ci lascia respirare. La musica si interrompe e iniziano a suonare nella casse le note di una canzone. Io e il valoroso guardiamo: è Rihanna!

Eh lo so, che qui vi cadono le braccia. Ma se l'ascolto un motivo c'è. Il valoroso uomo infatti, ne va matto: la venera, ne è pazzamente innamorato. A volte, mi chiama mentre è in macchina per farmi sentire che alla radio c'è una canzone di Rihanna. E poi, come posso non farmi coinvolgere dal suo entusiasmo? (leggasi come piccola dichiarazione d'amore)
Ecco perchè, partita la sua canzone, ci scateniamo. Ma non riusciamo a ballare nemmeno per mezzo minuto che arriva un energumeno e si pianta di fronte al valoroso uomo. Gli offre una grappa e inizia a parlarci. E parla, parla e parla. Fino a che non si rivolge pure a me.
"E' il tuo ragazzo?"
"Eh si."
"Peccato, perchè è proprio carino."
Toh, pure uno che ci prova col valoroso uomo. Non solo, dopo minuti (eterni) ci saluta e se ne va, proprio come la canzone di Rihanna. Finita del tutto.

Secondo voi, che avremmo voluto fare? Io personalmente ero pronta a dargli un bel gancio. Ma il valoroso uomo che è una persona pacifica(e anche saggia: non ne sarei uscita viva contro l'energumeno) mi ha detto di pazientare. Finita la vacanza, a casa, abbiamo preso Spongie, il nostro sacco per dare pugni, e l'abbiamo ricoperto di scritte che descrivevano il tipo. Dopodichè, lo abbiamo atterrato. Ma come per confermare la saggia decisione del valoroso di non lasciarmi dare un pugno all'energumeno, Spongie dopo che l'ho colpito ha rimbalzato, è ritornato sui suoi passi, e mi ha atterrato lasciandomi stesa a terra.


mercoledì 4 gennaio 2012

Definizioni architettoniche sbagliate. E fatali.

Le mie capacità di orientamento sono famose. Ho ricevuto vari premi da piccola, quando facevo gli scout. Partivo non pensando alla strada, mi perdevo, ma poi, arrivavo alla meta. 
Purtroppo anche la mia (in)capacità nello spiegare, è molto famosa.
E ovviamente, manco a dirlo, è il povero valoroso uomo a farne le spese. Un bel giorno, infatti, mi chiama:
"Dove sei, oh mia bella?"
"In Rue Libergèn!" 
"E dov'è sta Rue Dibergèn?Sono dietro casa." risponde il disorientato.
"Massi dai, è lì!Fai le due rotonde, giri a sinistra, passi le case dei ferrovieri e ci sei. Sarò lì sulla strada, così mi vedi!" Questo è quello che ho spiegato, a detta del valoroso uomo.  
Questo invece, è quello che penso di aver detto io:
"Prendi Rue de Chartres, alla prima rotonda segui la strada principale fino ad incontrare la seconda rotonda dove svolti a sinistra. Andando dritto, ti trovi davanti Rue Libergèn dove a destra ci sono delle casette piccole piccole, tutte uguali. Sarò lì sulla strada, ad aspettarti."

Mezzora dopo, non era ancora arrivato: a detta sua, grazie alle mie inutili spiegazioni che lo riportavano sempre allo stesso punto. Immaginatevelo in macchina mentre guida nel traffico straniero. Quando è arrivato alla meta, non era più lo stesso. 
Due giorni dopo, mi si presenta con un paio di orecchini come questi.



Incisa sopra c'è la strada che porta a Rue Libergèn. Me li sono infilati e il valoroso uomo mi ha obbligato a fare una promessa. Ogni volta che dovrò farmi venire a prendere in Rue Libergèn, dovrò toglierli e descrivergli la strada minuziosamente. Perchè ovviamente, lui manco se l'è imparata la strada, dopo aver vagato un'ora.






Nel sito trovate anche medaglioni, piatti e gemelli, con la carta topografica del luogo che volete:

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