mercoledì 29 febbraio 2012

Empatia.

"Pronto?"
"Ehi sono io" dico con voce strozzata.
"Oh no, mia bella, ci risiamo?Che succede?" mi dice il valoroso uomo.
"Niente è che mi manchi...e ho finito il libro e ora sono tanto triste."

La cosa che auguro sempre a tutti è di essere toccati profondamente da una canzone, un film, una frase o un libro. Nell'ultimo periodo mi capita molto spesso. Sono più libera del solito, e finisce che passo le giornate a leggere storie d'amore. Non lo faccio apposta, ma finisce sempre che leggo film la cui trama è romantica. E  così sono un po' di giorni che finito un libro, chiamo il valoroso uomo:
"Scusami, ho finito Cime Tempestose e ora sono così commossa!"
Viaggiando in macchina o in treno, leggo e rileggo tanto che mi sento come il topo Firmino.

E oggi ho finito One Day di David Nicholls. Non ci avrei mai scommesso nulla, già la copertina mi sembrava così sdolcinata. Ma che volete farci, sotto sotto sono una romanticona.
"Tu ti innamori delle cose" mi dice ogni tanto il valoroso uomo. E' forse è un po' vero.
Non vi scrivo per consigliare o meno il libro. Voglio solo augurarvi di innamorarvi di piccoli piaceri quotidiani.
Vi è mai successo? Come accade non lo so, ma è uno dei grandi misteri che si nascondo dietro le passioni dell'uomo. Vi lascio con un po' dei miei piccoli piaceri.

Macaron, i migliori sono ovviamente di Ladurée. Specialmente  quelli alla mandorla e al pistacchio.

One Day di David Nicholls

San Giovanni Battista, Caravaggio



lunedì 27 febbraio 2012

La fortuna è cieca, ma la sfortuna..

Doveva essere una serata fantastica. Avevo organizzato tutto. Dalla disposizione degli ospiti a tavola, fino alla decorazione con candele e fiori.
ma quando la fortuna decide di seguirti, non c'è nulla da fare. Avete presente la scena della zuppa blu ne "Il Diario di Bridget Jones"?
Ecco diciamo che la zuppa aveva il colore giusto per essere una zuppa. Purtroppo non il sapore. E come la mia cara amica Bridget, me ne sono accorta solo quando sono arrivati gli amici. Devo fare mea culpa. Ogni cuoco che si rispetti, deve assaggiare le proprie creazioni.

Prima di questo piccolo dramma, altri segnali mi avevano illuminato riguardo l'esito fortunato della serata. Il valoroso uomo, ha dato fuoco al centro tavola accendendo le candele. Il quale era fatto, manco a dirlo con tovaglioli e centrini di carta (tutto merito del fai-da-te-evviva-la-manualità).
"Valoroso ma che fai li impalato?Non è un falò, ti prego spegnilo!!"
Allora il valoroso uomo prende e butta una caraffa d'acqua sul tavolo, che manco sul titanic hanno visto tanta acqua così. Acqua sopra il tavolo, acqua sotto, ci siamo messi a tavola in qualche modo. Dopo la scoperta della zuppa, non ho osato pensare a che cosa poteva sapere il secondo, che invece ironia della sorte, era perfetto.

Ho tirato un sospiro di sollievo, ma la sfortuna quando ci vede bene, non ha ostacoli. Ed ecco che il mio famoso strudel (Leggasi: pasta sfoglia mele e cannella...ce la posso fare pure io!) diventa un po' troppo speziato: invece della cannella ho messo il peperoncino. Risultato? Uno strudel da buttare.
Ma forse dovevo prevedere un po' di questa sfortuna, ho comprato online i Fortune Teller di Pigr': sono sottobicchieri con frasi emblematiche. Servono per indicare il tuo futuro prossima, in maniera un po' ironica e un po' no. Basta osservare dove cade la goccia di acqua mentre la si versa nel bicchiere.
E le mie frasi, ovviamente, erano abbastanza drastiche e a dir poco fatali.
www.pigr.it

venerdì 24 febbraio 2012

Pics of the day

Miei cari lettori, oggi cambiamo un po'. Le settimane che corrono, lasciano poco tempo alla scrittura, nonostante le nostre avventure siano sempre numerose. E allora visto che tempo non ce n'è, vi voglio lasciare con una novità. Purtroppo o per fortuna ho scoperto Istagram, un'app per i-phone, che ti permette di fotografare e modificare le foto. Questa mattina, tra pulizie, riordino e impegni lavorativi (del valoroso uomo, io come al solito, me ne sto placidamente in poltrona o perlomeno ci spero) mi ci sono cimentata un po'. Giusto per farvi vedere alcuni scorgi del nostro piccolo mondo.


Nella attesa di nuove avventure, benvenuti nel Paese dei Maglioni...

Pronti per andare al lavoro, siamo tornati a casa a recuperare la borsa del pc dimenticata palesemente davanti alla porta.

Dopo colazione, i piatti da lavare, che stasera saranno il doppio.

Il mio comodino. Ho deciso di non comprarlo e utilizzare i miei mille  giornali, come vi avevo accennato  in un post recente. Lo so, sono un po' scombussolati..come minimo crolleranno mentre sto dormendo.

Il fioraio chic sotto casa, vende l'edera a forma di cuore. Visto che gli autoctoni del Paese dei Maglioni non hanno un vero cuore.

La fontana del parco dietro casa, ovvero la Ghiacciaia.

Esperimenti pittorici sulla ceramica. Venuti male.

Il parco e il suo grigiore, tanto per cambiare. Spettrale a dir poco.

La statua della Queen, di spalle.

Pù modificata di così non si può. I love Istagram! Le scale scricchiolanti della Casa Lindt.  Età stimata, 200 anni. 

L'altarino di casa.

Mentre provavo a modificare questa foto, erano le 7 del mattino e il valoroso uomo scorazzava per casa  cercando di capire che fare e urlando: "E' tardi!Aiuto!Dov'è la cravatta?Aiuto!Dov'è la borsa?Aiuto!Smettila di giocare e vienimi a salvare!!"

...E dulcis in fundo, l'angolo letto. Che è stato spostato dalla parete bucata fatalmente dalla vicina.

mercoledì 22 febbraio 2012

Il lato tragicomico della vita

Certe volte, succedono cose che davvero, nemmeno nei film potrebbero essere così disastrose. E allora che si può fare? Buttarla sul ridere.
Succede infatti che un bel sabato mattino la nostra amata vicina, si sveglia presto e inizia a fare lavori nella nostra ex casa. Trapano, martello, un rumore bestiale. Certe volte, la disperazione porta a reagire in maniere veramente strane. Voi che avreste fatto? Io personalmente sarei andata di là ad ucciderla. Non solo per avermi svegliato, ma anche perchè stava distruggendo la mia vecchia casa.

lunedì 20 febbraio 2012

In ostaggio.


La mia passione per le riviste è davvero infinita. Adoro sfogliarle e mettere le orecchie sulle pagine che mi interessano. Una volta, strappavo direttamente le pagine e facevo ritagli di ogni genere. Un giorno Madre, stufa di avere mie riviste in ogni angolo della casa mi ha imposto un ultimatum: "O te, o le tue riviste".

giovedì 16 febbraio 2012

Una ricerca continua.

E storia dell'arte sia. E che vuol dire, direte voi.
Vuol dire tutto, miei cari. Quando uno si vota all'arte, in qualsiasi forma, vuol dire che si dedica alla ricerca della bellezza in ogni sua forma.
Ma non dovete confondere queste parole, non c'è niente di più distante da un ricercatore di bellezza che essere uno di quei critici professionisti un po' troppo agè, un po' troppo acculturati.
Non amo ascoltarli, non amo leggerli.

Amo cercare, guardare, osservare. La bellezza, lo sapete, è ovunque voi vogliate vederla.
A questo punto, non smettete di leggere. Non sono paternali, nè voglio scrivere una predica. Vi parlo di bellezza e arte, senza dire niente. Vi parlo praticamente di aria, perchè è fondamentale che voi, miei cari lettori, sappiate riconoscere la bellezza.
Non per me, ma per voi. Non servono libri, nè corsi specifici. Ma se sapete apprezzare la bellezza, so che riuscirete ad apprezzare questa nuova forma di arte. Un'arte culinaria, ma nemmeno tanto.
Brittany Powell, artista americana, si è dedicata alla Sandwich Art. Una merenda diversa, sulla fetta di pane, gli ingredienti sono sistemati come fossero un quadro, da Mondrian a Klimt, per poi passare a Pollock e Rothko.

E guardandoli, il mio cuore istruito ad arte, non ha potuto non avere un moto dell'anima (come direbbero certi professionisti del settore.)



...vediamo un po' se indovinate questi artisti!

lowcommitmentprojects.com

lunedì 13 febbraio 2012

Che gioia vivere al freddo. Tutto l'anno.

Era un po' di tempo, che anche nel Paese dei Maglioni l'inverno si faceva attendere. Temperature più o meno miti, ovvero attorno allo 0, ci hanno accompagnato fino all'arrivo di questa perturbazione siberiana.
E ora qui, sono tutti felici.
Io sono così felice del vento gelido e la neve, che non vedo l'ora che arrivi la primavera. L'anno scorso, il 21 marzo ho aperto le tende tutta speranzosa di vedere ovunque sole e fiori.
Che velo dico a fare, ovviamente ad aspettarmi fuori dalla finestra c'erano vento e neve.

D'altronde, cosa ci si può aspettare da un paese nel quale le margherite fioriscono a Novembre? Pure loro sono troppo pigre (e anche troppo poco furbe) per fiorire in primavera. Solo ai primi di Maggio, la primavera è passata a salutarci. E allora io tutta contenta per una settimana ho potuto indossare vestiti leggeri e ballerine, piantando fiori sul davanzale. Che goduria! Ma probabilmente qualcuno lassù ci ha sentito troppo felici, e ci ha lasciato con freddo e pioggia.
E così i fiori piantati, morirono assiderati.

Ma quest'anno la frego io quella pigra di una Primavera. Mi appendo in casa questo bel lampadario costituito da provette-vasi per metterci i fiori. E se questo non bastasse, trasformerò una parete applicando i fiori secchi come in questa foto. Con buona pace della temperatura esterna. E del fatto che siamo ancora a febbraio.




E se tutto attorno è grigio...invece delle piante ci metto del colore!


www.gangdesign.pl

S.Valentino in skate


Ci regaliamo una giornata assieme in skate e perche' no, al caldo.












venerdì 10 febbraio 2012

S. Valentino/2-L'importanza del colore rosso

Certe volte, il valoroso uomo è davvero romantico.
Certe volte infatti, capita che mi faccia arrabbiare.
Mi dà un'appuntamento, mi dice ora e luogo. E poi che fa?
Non si presenta, e nemmeno mi avvisa.
Dopo un'ora, me ne torno imbufalita a casa. Arriva ora di cena, e ancora nessun cenno di vita.

Mangio (perchè figuriamoci se non ho fame) sola e sconsolata. Finchè alle 10 arriva. Mi guarda e non riesce ad aprire bocca perchè inizio subito a urlargli contro senza ascoltarlo. Un mio piccolo difetto, lo so. E poi, smetto di parlare e mi rifugio in camera, sbattendo la porta drammaticamente. Dio come amo avere un bilocale.
Toc Toc.
"Laciami stare."
Mi passa un bigliettino da sotto la porta, che rispedisco al mittente senza leggere.

Passano dieci minuti e bussa di nuova. "Vattene!"
E lui invece quatto quatto, entra in camera e mi si para davanti tutto fiero.
Sul petto, si era scritto con la tempera rossa: "Forgive me?"
E io dopo questo, come potevo non perdonarlo?
Successivamente, mi ha illustrato per bene la sua Disavventura, che lascio alla vostra fantasia.

Questa nostra piccola discussione (dove come al solito, ad aver ragione ero io) mi è tornata in mente vedendo il tavolo Morse di Pudelskern. Composto da una lamina di metallo, ha dei fori in cui passare il filo del colore che volete, per comporre il messaggio in morse che più vi si addice. Basta che non siano delle scuse molto lunghe o una disavventura disastrosa. Anche se devo ammettere, che se litigate con il consorte/la consorte, potete sempre pensare di farlo.




www.pudelskern.at

mercoledì 8 febbraio 2012

Lanciare una moda. E non saperne nulla.

Come ogni uomo che si rispetti, anche il valoroso uomo ha il suo feticcio. C'è chi al primo appuntamento parla solo di calcio (così almeno capisci subito che è da cancellare dalla lista dei promettenti principi azzurri), chi invece della sua moto (questo magari lo si tiene in riserva), chi di musica e altri invece di vestiti (peggio del calcio a parere mio, troppo vanitosi).
Ma lui no. La leggenda narra che ci conoscemmo in treno. Siccome è la leggenda che narra, io in realtà non ricordo di cosa parlammo. Sei mesi dopo, il valoroso uomo era tornato da un viaggio-studio a San Diego (Leggasi: si si ho studiato tantissimo tra il surf e le feste in spiaggia) ed eccolo lì che compare il primo ricordo del feticcio.

"Mi sono comprato uno skate." Wow, il mio entusiasmo lo ammetto, rasentava lo zero.
Poi però, e questa non è leggenda, ho dovuto farci l'abitudine ed imparare ad usarlo. Devo ammettere che non è stato un grande sacrificio. E fu così, che il nucleo famigliare si allargò, da uno a due, da due a tre, da tre a quattro. Lo skate è la coperta di Linus del valoroso uomo.
Veniva a trovarmi nei Paese dei Geloni, e se lo portava dietro, con grande rammarico degli altri passeggeri del treno. Volava in giro per l'Europa, e frignava se non glielo lasciavano come bagaglio a mano da mettere in cabina. Sono i suoi bambini.
Potete immaginarvi il suo sconforto quando ha dovuto rinunciarci trasferendosi nel Paese dei Maglioni: con il trasloco non siamo riusciti a portarli via. Andava in giro ciondolando disperato, fino a che i santi genitori in visita non ci portarono il longboard.

Qui, i ragazzini hanno tutti lo skate per fare i salti. E noi invece, orgogliosamente siamo andati in giro con il nostro longboard, a tal punto che dopo un po' l'amico del negozio sotto casa ci ha fatto i complimenti: tutti i ragazzini lo volevano, abbiamo mosso l'economia locale. Se non sapete quale sia la sensazione di aver lanciato una moda, vi assicuro che è fantastico. Una della altre cose su cui mettere la x.
Lanciare una moda? Check. Anche se non so quanto valga nel Paese dei Maglioni...
Questa storia mi è tornata in mente quando ho visto Boneless. Questo skate è realizzato da alcuni artigianer di Roma. Artigianer perchè sono artigiani, ma allo stesso tempo designer. Ho trovato fantastica questa definizione. In un momento in cui tutto è automatizzato, è bello sapere che esistono persone che amano sporcarsi le mani. Anche io amo sporcarmi la mani, peccato che i risultati siano sempre alquanto deludenti.


Fatto sta che questo sarà un futuro regalo da fare al valoroso uomo, una tavola realizzata a mano incollando listelli di vari tipi di legno. Inoltre è una tavola a doppio uso, si può trasformare in altalena. E allora devo proprio comprarla, ho sempre desiderato avere un'altalena, e nella Casa Lindt già colma di cose, mancherebbe solo questa. Basta che la sistemi il valoroso uomo, io meglio se non faccio buchi sul soffitto: rischierei di far crollare tutto.



www.rota-lab.com

lunedì 6 febbraio 2012

San Valentino/1

Studenti squattrinati, stringete i denti, che è quasi finito il periodo più succhia soldi dell'anno.
Prima Natale, poi la Befana, i saldi e ora San Valentino. Se siete fortunati, almeno evitate anniversari e compleanni vari.
Io come sapete, dopo i saldi e il Natale, ora non ho più un quattrino. Ma almeno una sorpresina la devo pur fare al valoroso uomo!Detto fatto.

Ho comprato una bella scatola di latta e dentro ho deciso di metterci un po' di biscottini a forma di lettera, per mandargli un messaggio dolce dolce (Leggasi: sei così bello, o mio valoroso!Non è che me la regali una bella borsa?).
Tutta contenta ho iniziato a fare i biscotti. Come ben sapete, cucinare i dolci non è il mio forte. Ma la ricetta mi sembrava davvero troppo facile anche per me.
Inizio ad aggiungere uno dietro l'altro gli ingredienti e poi stendo la pasta, che più che pasta sembrava una crema. Ma, nella mia mente astuta, ho pensato che tanto si sarebbe solidificata in forno.
Allora, faccio le letterine e via!Inforno.

Il risultato manco a dirlo, non è stato dei migliori. Le lettere, quelle che sembravano ancora lettere, ricordava una scritta horror. Ovviamente, ci ho rinunciato.
Ho deciso di scendere in pasticceria e prendere un bel po' di macaron colorati.
Però, credo proprio che conserverò i biscotti. Non si sa mai che tipo di regalo mi farà il valoroso uomo. Magari si potrebbe meritare un bel messaggino horror con biscotti ammuffiti.



Per questi biscottini, potete scegliere la ricetta che più vi piace...l'importante è che vi riescano!

giovedì 2 febbraio 2012

Neve in città


Tanto tempo fa, quando eravamo due studentelli, io e il valoroso uomo iniziammo a frequentarci. Detta così sembrano davvero passati secoli. Fatto sta che, presa un po' di confidenza, il valoroso uomo fece il suo primo errore: mi invitò a casa sua. Io mi innamorai al volo della sua casetta, in centro a Milano, comoda e arredata bene.
Feci le valige e ops....!Mi trasferii da lui. Non per sempre. Ma diciamo che ogni tanto, dopo le giornate di studio (studio studio, non finto studio), rimanevo a casa sua a dormire.
Allora prima di dormire, ci preparavamo il tè caldo. Lo bevevamo seduti al davanzale della finestra della camera. La finestra dava su un vicoletto secondario, dal quale si vedevano tutti i tetti illuminati dalla luna.
Noi accoccolati sul davanzale, osservavamo fuori facendo congetture varie ed eventuali, inventandoci nuove vite nel caso il giorno dopo non avremmo superato l'esame. Solitamente la soluzione era sempre la stessa: scappare su un'isola caraibica. Ma sappiamo tutti che non è andata così: siamo scappati su un'iceberg, aka il Paese dei Maglioni.

Nel Paese dei Geloni, la finestra della mia stanzetta al tredicesimo piano, dava su un paesaggio spettrale e invernale. La prima mattina che ho aperto le tende e aveva nevicato, non sono riuscita a contenere l'entusiasmo. Dopo tre mesi, aprire le tende e vedere che nevicava ancora, mi creava qualche disturbo psicologico.

Nel Paese dei Maglioni invece, la nostra finestrella è un piccolo abbaino che si apre sul davanzale-grondaia, dove in primavera mettiamo i vasi delle piante, che muoiono subito ovviamente. Si sa che qui la primavera è solo una stagione sul calendario. La finestra dà sulla stradina, che si apre su una chiesa, e altri edifici alti tutti uguali, con i tetti nordici tutti decorati. Sembra davvero una stradina ottocentesca, tutta curata.
Ogni tanto mi perdo a guardare fuori, le gru in lontananza con le lucine di Natale (troppa fatica togliere gli addobbi), il cielo plumbeo che volta al rosato verso il tramonto e la gente paralizzata dalla neve. Tutto assume quel tocco di candore in più con la neve, che cade fitta fitta da una settimana. 

É proprio a questo che ho pensato osservando queste architetture di carta di Ingrid Siliakus. Gli edifici tutti bianchi, sovrapposti l'uno sull'altro, mi ricordano il tranquillo paesaggio urbano fuori dalla mia finestra. Sono piccole città incantate che escono a rilievo dalla carta, grazie alla tecnica del taglio e della piegatura. Sembrano la visione dell città in lontananza tutta innevata, quando arrivi col treno o con la macchina dopo un lungo viaggio. 
Come in una favola sulla neve. O come il Paese dei Maglioni. 
L'unico problema, è che quando la neve si scioglie, qui tutto assume l'aspetto delle architetture di Metropolis. Che sappiamo tutti, che non sono così accoglienti..









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