domenica 30 ottobre 2011

Drammi al latte- Milky dramas

Visita alla mamma. Cosa c'è di più bello del farsi coccolare dalla mamma, passando una serata sul divano con una tazza di cioccolata calda?
Tutta questa serenità è svanita quando alle 7 e un quarto di mattina sono stata svegliata da uno strano rumore. Sembra uno sbattere di porta continuo. Ma la chiara voce di mia mamma mi chiarisce tutto: “Maledetta finestra che non ti chiudi”.

Ottimo, il mistero è stato risolto. Ma io adesso sono più sveglia che mai. Che fare? Mi alzo e vado in bagno a lavarmi e a darmi una svegliata. “Meglio così” mi dico, “Almeno ho tempo per studiare”
Mentre nella mia testa mi parlo con una voce delicata e ovattata, la porta del bagno si apre con gran fragore e Madre irrompe nella stanza con la sua voce soave: “Ma che ci fai già sveglia?!?”
Mi giro verso quell'ombra stagliata sulla porta e le dico: “Sai com'è tra la finestra che non si chiude e la musica alta stile teenager è dura rimanere addormentati.”

E' già così, il mio umore tende a un nervosismo fatto di grugniti e scatti arrabbiati. Ma non è tutto! La colazione sapete, è il mio pasto preferito, per non dire sacro. Io non esco mai senza mangiare, altra gente invece non esce senza una goccia di Chanel n° 5, très chic.

Non c'è bisogno di aggiungere altro.
Fatto sta che mi alzo, preparo il bollitore per il mio caffè americano e cerco in frigo il latte.
“Madre il latte?” chiedo attonita e già con tendenza omicida.
“Come non c'è??La solita che non trova le cose”
Mi scansa e cerca. Chiude il frigo, guarda in dispensa. “Niente, è finito.” 




COSA?!


Dovete sapere che da quando Madre e Padre vivono da soli (il fratello se n'è scappato pure lui) non hanno più le misure per il cibo. Dov'è finita la dispensa sempre piena della mamma?
Nervosissima prova a pensare con ottimismo. Magari la bottiglia del latte l'ha presa per fare una bottiglia come quella di Droog. Si come no.

Navigo un po' e che incontro la doppia bottiglia di latte. Acquistata al volo per un regalo di natale anticipato. Essendo così bella, credo che mia Madre la terrà in frigo sempre piena. Io intanto prenderò questi stickers da attaccare alla tazza e alla bottiglia del latte con una minaccia: NON FINITEMI.













Visiting mommy. What is more beautiful then A hug from mum and a night on the sofa with a mug filled with hot chocolate?

All this pleasure and relaxation was gone the next day when a wierd noise woke me up at 7.15. It seems like a continuos door clapping. But I can hear mummy's clear voice saying: “Damn window, why won't you close!”

Good, enigma is solved, I now know what the noise was. But now I'm more awake then ever and I can't fall to sleep again. what should I do? I get up and go to the bathroom to wash myself.



“It's actually better for me” I try to convince myself.  “At least, I have more time to study.”
While I'm talking in my head with a soft voice, the door opens making a loud noise and Mother breaks into the room with her sweet voice: “What are you doing awake at this time?”
I face Mother's shadow projected on the door and I say: “Mum, with the window that's won't close and the loud teenage music you are listening to it's really hard being to sleep".



So obviously, my humor is currently prone to reacting immediately in a mad way. But that's not all!
You know, that breakfast is my favorite meal, if not a sacred moment. I don't go out without breakfast like some other people don't do out without a drop of Chanel n. 5(très chic).
There's nothing more to add, you get the point.
So the fact is that I go to the kitchen and I prepare my coffee. I search for the milk in the fridge but I cannot find it.
“Mom, where is the milk?” I ask her with Homicidal instinct.
“Where is the milk? It's in the fridge! You never find anything!”
She's pushes me aside and searches the milk in the fridge and in the pantry. She closes the pantry and says: “Ok, we are out of the milk.”

WHAT

You need to know that mother and father are not more used to having me or my brother at home and they are not used to buying the right amount of food anymore. So, where is my mum's always filled food pantry??

I felt really nervous but I tried to have positive thoughts. Maybe Mother needed the milk bottle to make a lamp like this Droog's design.
Yeah, right...

I was surfing the web for a bit and I found this little double milk bottle. I immediately buy it for an anticipated christmas present. It is so cute, maybe Mother will put it in the fridge always full of Milk.
For myself, I bought these cute little stickers to put on the mug and the milk bottle with a warning: DON'T FINISH ME.





giovedì 27 ottobre 2011

Mi domando perchè-I wonder why


"Oh finalmente l'autunno è arrivato!" "Amo i colori dell'autunno"
Sento ogni tanto queste frasi intorno a me. No ma dico, siete sicuri? Vi piace davvero questo colore grigio-solo grigio? 
Perchè questi sono giorni piovosi, e tutto attorno ci sono solo toni grigi.

Perchè svegliarsi la mattina con il buio, la nebbia e l'aria che è così umida che i vestiti asciutti diventano bagnati? Andare in giro con i piedi gelati e il pericolo costante di pioggia, scusate ma non mi fanno apprezzare l'autunno. E di sicuro non lo amano nemmeno i pendolari. Quando vedo le loro facce sembrano già tutti stufi della routine: ombrello, cappotto, spogliarsi in treno, perdere l'ombrello, bagnarsi quando esci. 
Quando entri in metro sei felice. Poi vedi queste facce e ti deprimi. E chi non si deprime si domanda come mai non viva a Bali o alle Hawaii.


Io, ve lo dico, sono stufa di questo malumore. Ho deciso che mi iscrivo al partito dei sorrisi. E se anche io avrò una brutta giornata, posso sempre mettere bene in mostra questi bottoni con le faccine. Come indicatori di umore non sono male. Scommetto che se uno le guarda, di sicuro sorride, e allora si che la giornata è migliorata almeno un po'. 
Magari ne esistesse una per quando sono arrabbiata con il valoroso uomo ed entro in modalità sciopero del silenzio (smetto semplicemente di parlare..bel problema visto che sono logorroica).


Ma so già che nel giro di pochi secondi la faccina arrabbiata e triste diventerebbe felice.







"Oh, finally autumn has arrived" "I love colors in autumn" 
Sometimes I hear these phrases and i think: Really you like this grey-only grey color?? Are you sure of what are you saying?
Because these are rainy days. And all around all I see is grey tones.

Why wake up in the morning with dark, fog and the air so moist that clothes become wet? I'm sorry but I' don't really like the autumn when you go around with cold feet and costant rain. And also commuters don't like this wet air either. When I look at their faces they seems already fed up of this routine: umbrella-coat-undress-lost umbrella-rain gets you wet.
when you go in underground you enter happy. Then you see people's faces and you get out depressed. And who is not depressed (yet) wonders why he don't live in Bali or Hawaii.

Me, I'm telling you, I'm fet up of this bad humour. I decide to subscribe the smile political party. And even if I'll have a bad day, I can aways show the buttons on my coat that resemble smily faces. I bet, if anyone sees one of the buttons, they will certanly smile. And the bad day won't be such a bad day after all, just for a little bit of course. 
It would be nice if it existed  for my discussions with the valourus man when I go on a  silent strike (I just stop speaking).
But I know, that in a few minutes my sad and angry face will transform into a smiling face.

lunedì 24 ottobre 2011

I misteri della manualità- Craftmanship Mysteries

La sentite anche voi l'aria frizzante? Ebbene si, finalmente l'autunno è arrivato. Le giornate più corte, la pioggia (benvenuti stivali di gomma!), il sole che fatica a scaldare(benvenuto maglioncione di lana, bentornato cappotto!) e in men che non si dica siamo già ad halloween.

Can you feel the just arrived breeze in the air? Yep, autumn has finally arrived. Shorter days, the rain (welcome home rain boot!), the sun is not so hot anymore (bienvenue wool sweater, welcome coat!) and also, Halloween is almost here!


Con la Madre abbiamo sempre avuto un'insana passione per gli addobbi per qualsiasi festa: fortunatamente prima di arrivare al kitsch siamo riuscite a far confluire la nostra passione-ossessione sui poveri alunni di Madre: dagli alberi di natale di carta agli striscioni di fiori i poveretti sono disperati.


Me and Mother have always had an unhealthy passion for decorating parties: fortunately before turning our passion into something kitsch we concentrated and passed our passion/obsession on Mother's poor students (she's a teacher in elementary school); from paper christmas trees decorations to flower banners, and the students are already going crazy!


Ma fortunatamente per loro quest'anno abbiamo trovato altre vittime sacrificali. Lavorando in biblioteca mi è stato affidato per puro caso, la decorazione di un angolo dedicato ai libri su streghe e halloween. Con Madre allora ci siamo preparate per bene: ore e ore di consulti e navigazioni su internet. Tra le molte cose ho notato le zucchette di carta fatto più o meno come queste.
Per farle basta tagliare 8 striscioline larghe circa 2 cm, attaccarne 4 a croce ai loro estremi per creare una sfera aggiungendo le altre striscioline attorno. Se non avete capito come prevedo(sapete che sono incapace di spiegare) cliccate qui e troverete il tutorial sul blog.




Luckily(for them) we found new victims on which to experiment on this year. I'm currently working in a library and i have been chosen to prepare the Halloween books corner, filled with books on witches and Halloween in general. I had prepared before hand with Mother: google came to the rescue! Among many things i found those tiny paper pumpkins. To make them, you need to cut 8 strings of paper 2 cm thick, glue 4 in a cross-like way at the edges in order to create a sphere, then you add other stripes on the sides. If you didn't understand (you all know I suck at explaining things!) this blog will show you how!

Fatto sta che mi dico: semplici mo le faccio.
Dopo 3 ore, ne ho sfornate 5, tutte sbilenche. Più che zucche mi sembrano le sfere con cui lavi i reggiseni da mettere in lavatrice. Infatti sapete che il mio pollice del fai da te non è proprio il massimo. Attacco 4 strisce ma una mi sfugge, la recupero, le pinzo tutte assieme e ecco che escono tutte sbilenche. 

Qualsiasi entusiasmo è smorzato, perfino il valoroso uomo quando passa a trovarmi e mi dice: "Ma che carine ste zucchette!" viene silurato. Povero valoroso uomo.
Ma soprattutto poveri artigiani che hanno dovuto realizzare il pouf Kiko. Non notate una certa somiglianza? ebbene, ma se io ho dato di matto con una striscia di carta loro come diamine hanno fatto con il legno?

So, i saw those pumpkins and i thought: this is really easy! I can make them now!
3 hours later, i made five. But they weren't like the picture. They were like the spheres used for washing bras in washing machine. And you know, I'm not really good with bricolage!  But I always try my best! So there I am... I cut 4 strings, paste them, but one doesn't seem to want to stick. So I past them together again, on after the other and then what happens? It all turns out wrong!

Every positive intention I had disappears. Even the valorous man when he comes visiting says: "these pumpkins are so cute!" And he is immediately silenced. Poor valorous man.
But even poorer are the workers that had to realize Pouf Kiko. Don't you notice a certain resemblance? Well, if I almost went mad with a simple paper string, how the hell did they manage to do this with wood?

giovedì 20 ottobre 2011

Litigando amorevolmente

Periodo di litigi in casa dei Capuccini. Eh si che volete farci, pure a noi capita.
Alcuni amici amano classificare i litigi a seconda del periodo temporale:
"Siete insieme da sei mesi?Beh se litigate è normale, è la crisi del sesto mese."
"Fate un'anno e state litigando? Beh è normale è la crisi dell'anno e mezzo che avanza e giunge in anticipo."

E la mia espressione ogni volta è uguale a quella di un sedano. Bando alla ciance e w i consigli.
Il problema fondamentale degli ultimi litigi è che sono litigi un po' agli antipodi. Ci capitano quando siamo in casa (e voi sapete che la nostra casa è larga quanto un quadrato di cioccolato di Rittersport) o quando uno dei due è via. Bene, direte voi, è normale litigare fuori e dentro casa.

Certo, vi dico io, ma provate a litigare nella casa formato Rittersport. Se il valoroso uomo mi offende (non sto nemmeno a dirvi che è sempre colpa sua) io dove posso andare a fare l'offesa? In bagno. Allora prendo e me ne vado in bagno. Ma purtroppo nel minibagno non si respira, per non parlare che fuori c'è una persona che continua a parlare e a dirmi di uscire. Non posso nemmeno usare la violenza perchè rischio di sporcare e distruggere sul muro qualsiasi  cosa. E di essere distrutta dalla forza del mio valoroso (insomma sarà valoroso per qualcosa no?).
Questi sono i lati negativi. I lati positivi sono che in questo modo, o risolviamo o risolviamo. Sapete no, come si comportano le persone messe alle strette...altrochè esperimenti scientifici! Basterebbe che gli esperti venissero a studiare noi.

Un'altro discorso riguarda le litigate fuori casa. Non parlo di quelle al bar, dove ci guardano tutti con lo sguardo ebete del tipo: Ma che stanno a dì questi?
Parlo di quando uno dei due è lontano e parte il litigio. Impossibile fermarlo. Abbiamo deciso di brevettare questa nostra tecnica perchè davvero ormai è collaudata. Gli ingredienti sono: una chat, skype, la stanchezza della giornata e la lontananza. Aggiungetegli una parola qualsiasi, tipo SMS...e voilà! La litigata è pronta.

Ore e ore su skype, a parlare scrivere e insultarsi senza capire davvero nè il motivo, nè quello che l'altro sta dicendo. Ma forse ho trovato un rimedio.
In biblioteca ho preso in prestito un libro per ragazzi: Diario di una schiappa di Jeff Kinney. Un libro-fumetto esilerante sulle avventure di un bambino che cresce e non vuole essere una schiappa. Povero Greg, non sa che ora va di moda essere schiappa.

Beh comunque torniamo a noi. Nel libro Greg racconta che la mamma stufa delle sue lamentele e di quelle del fratello ha inventato la Tartaruga Chiaccherona. Una tartaruga che stava ad ascoltare tutte le loro lamentele al posto della mamma. Non so perchè questa tartaruga mi è rimasta impressa. Che sia la soluzione ai litigi della casa dei Cappuccini-Rittersport? Fatto sta che la tartaruga non l'ho trovata, ma ho trovato questa lampada, una lampada che sembra avere un collo lunghissimo e una testa: fatta apposta per essere insultata e per sfogarsi. Penso che ne prenderò una per me e una per il valoroso uomo: in questo modo magari, riusciremmo a sfogarci su queste lampade a collo lungo prima di passare le ore litigando.

Inoltre per la consolazione finale comprerò anche questi due: il dinosauro per il valoroso e l'elefantino per me.

 Così dopo la litigata, quando la nostalgia avrà il sopravvento, potremmo abbracciare loro per consolarci.
Sperando sempre che il valoroso uomo non faccia finta che il dinosauro sia io, se no hai voglia come ricomincio volentieri a litigare.









www.emmohome.com

www.furnituremagpies.com

martedì 18 ottobre 2011

L'interpretazione dei sogni


Se Freud decidesse di prendermi in cura analizzando i miei sogni, mi archivierebbe come caso irrisolvibile.
Non starò qui a raccontarvi i miei sogni (d'altronde voi mica vi impicciate dei  miei affari e  manco vi interessano. Ne d'altronde, non è uno degli scopi di fare un blog.) ma vorrei "solo" accennarvene un paio dai quali si può capire quanto la mia passione oramai sia una malattia...altrochè complesso di Edipo. Il mio è un complesso artistic-designgnistico.

Partiamo dunque con un sogno che ha sconvolto tutti: dal valoroso uomo ai protagonisti reali. Grazie al valoroso uomo, oramai ho visto tutte le puntate e tutte le stagioni di Fringe. Visto è una parola grossa: io infatti le vedo filtrandole dal cuscino che appositamente mi metto davanti agli occhi: è così che a 2 anni sono riuscita a rendere sopportabile E.T. con risultati abbastanza deludenti, visto che ancora adesso ne ho il terrore.
Insomma Fringe dà i suoi frutti: ho sognato infatti che vivevo in un universo parallelo. Il valoroso uomo, manco a dirlo, era un guru che diffondeva relax e amore per l'universo. E va beh, diciamo che questo, lo fa anche qui. O meglio sarebbe il suo sogno.
Il problema è stato sognare i miei genitori in versione hippies frikettona. Non solo! Eran artisti di fama internazionale selezionati dalla nemesi di Sgarbi per rappresentare l'Italia alla Biennale. E fin qua, uno dice: va beh dai, universo parallelo, magari ci può stare.

Ma voi, avete mai sentito vostro padre parlare con la voce da fattone?
"No cioèèèèè pensavooo di fare due collllonne alte due metri di cemento armato che stanno a significare la compatezza della società, la globalizzazione la sua tristezza in questo mondo dove tutto è uguale."
Parole che tutti hanno udito una volta nella vita dal proprio padre giusto?
Immaginatevi quindi il mio sgomento, conoscendo poi mio padre(tipo relax certo...ma sempre un padre che odia i frikettoni).

Il secondo sogno, è fatato. Mi sono sognata di essere la ragazzina che vola con i palloncini realizzata da Bansky, avete presente no?


Bene, rispetto a lei che vive solo di un contrasto bianco e nero, il mio sogno era ambientato in un bosco fatato, con un'atmosfera ovattata, dove io con un vestito bianco mi facevo trainare dai palloncini colorati. Ogni tanto perdevano quota ma io riuscivo a rimbalzare e a ripartire.


L'ultimo sogno che vi voglio raccontare riguarda la mia coppia di designer preferiti: Charles&Ray Eames. Sono profondamente innamorata della loro opera. In particolare in questo sogno, mi ritrovo a casa, quando mi arriva un pacco. Un pacco dalla Vitra! Lo apro e inizio a montare la mia sedia Rar a dondolo. Il colore è quello della pioggia grigiazzurra.

Ma mentre la monto ecco che arriva la Madre e vedendolo un dondolo e la figlia in versione falegname non pensa ad altro se non ad urlare: "Oh mio Dio, ma se stai montando una sedia a dondolo..vuoi dirmi che sei Incinta?!?!"
Chiaro perchè solo le nonne o le mamme hanno una sedia a dondolo. Ovvio no, come mi sia svegliata da questo sogno.








Al di là del fatto che i miei sogni siano firmati da grandi artisti, credo fermamente che Freud si potrebbe soffermare sul mio rapporto con i genitori: una padre frikettone e una madre che pensa che la figlia sia incinta mentre monta una sedia nei sogni significheranno qualcosa per Mr. Interpretazione no?

venerdì 14 ottobre 2011

Discussioni al burro d'arachidi cioccolatoso

"Tu menti!" urlo in direzione del valoroso uomo.
"No proprio per niente, davvero questa volta o mia bella, sei tu che hai torto." afferma lui riuscendo a schivare il pezzo di pane che gli sto lanciando.
"Ah no è...non esiste mio caro. Sempre la solita storia: la fai passare come se io avessi sempre ragione per poi darmi il colpo di grazia. Eh non valoroso uomo del paese fatato, tu non mi raggiri così" rilancio io scagliandogli un vasetto di nutella, che grazie al cielo prende al volo. E per fortuna, avete presente pulire il muro di Nutella?

Beh non divaghiamo. Vi riporto un tipico litigio in casa dei Cappuccini. La discussione verteva ovviamente su due estremi: è meglio, il cioccolato o il burro d'arachidi?
Io ovviamente sono ghiotta di tutti e due. Ma per questa battaglia ho messo le vesti di chocolate defender.
"No davvero io proprio non capisco. Non è vero che la Nutella fa ingrassare di più del TUO burro d'arachidi."
Chiaramente, noi discutiamo di cose davvero utili per l'umanità.

Il mio problema è che il valoroso uomo, riesce a stravolgere i punti di vista. Ed è proprio questo è successo. "Ma no, o mia bella, il punto è che tu vedi le cose da una prospettiva sbagliata. Non devi basarti su quanto faccia ingrassare ma su quanti cucchiai ne puoi mangiare. Le calorie certo contano ma devi vedere in che modo puoi mangiare i due prodotti. Diciamo che la Nutella si applica si sul pane, ma molto spesso è un'aggiunta a cibi già molto calorici come frittelle, briosche, biscotti..mentre il burro d'arachidi lo metti con la marmellata sul pane, ma non ha molte altre funzioni."
Voi ci avete avete capito qualcosa? Io francamente mentre discutevo con lui mi sono persa appena ha nominato Nutella la prima volta. (Leggasi: ah Nutella..mmm con la ricotta che buona, mmm col mascarpone che bontà! e sul pandoro?? Tutto ciò mentre l'uomo parlava.)

Questa sua capacità quanto è odiosa tanto più è ammirabile. Molto spesso infatti tendiamo a vedere le cose o a trovare soluzioni a senso unico. Vivendole poi come autoimposte, senza pensare che un modo diverso di vedere ma anche di affrontare le cose esiste.
Per esempio, poniamo che dobbiate per forza fare una cosa. una cosa non rimandabile per la quale però sacrificate un'altra cosuccia per voi più importante e che vi renderebbe molto più soddisfatti. Parliamo per esempio di lavoro, un lavoro che non vi piace. Vorreste cambiare, mandare tutti a quel paese e andare a vivere in un'isola deserta? E perchè non farlo? Per la cosa chiamata lavoro? Molti di noi per questo non corrono il rischio, vivendo le cose come una strada a senso unico senza via di uscita. Ma le vie di uscita ci sono, nascoste e poco segnalate. Sta a noi decidere se mettere la freccia e svoltare o andare sempre dritto. E magari essere più felici.
Fine momento filosofico buddisda offerto dal guru Valoroso Uomo.

Riguardo però al tema di concetti convenzionali, pochi giorni fa ho visitato una mostra dove c'era un'opera d'arte collettiva. E' chiamata 365° Lateral Thinking Box.
Consiste in due pareti, sulla quale sono scritte tre colonne di parole usate molto frequentemente: da bomba a buio, da raccogliere a aggiungere, da contrario a gru. A fianco di ogni parola c'è un piccolo chiodo. A vederla così io e la Madre(che mi accompagnava ma non avrei mai detto si mettesse a interagire) abbiamo guardato il tutto perplesse. Ma con l'aiuto di un'elastico(e di una spiegazione) tutto è stato più semplice. Si trattava di collegare con l'elastico una parola di una parete con una parola dell'altra parete. Non bisognava seguire nessun'altra regola, solo connetterle a istinto. Il risultato è stato sorprendente. Le connessioni fatte andavano dalle più strane a quello più ovvie, ma anche a quelle più introspettive e intime.
L'idea di quest'opera parte tutta dal Pensiero Laterale di Edward de Bono, finalizzato alla scoperta di una diversa angolazione per guardare le cose.

Attraverso disturbi semantici che sono giochi di parole che assumono significati diversi a seconda dei contesti, gli opposti e contrari fino alle associazioni di idee che ci collegano alle varie parole, quest'opera d'arte diventa un'opera dove si interagisce attraverso una rilfessione profonda ma anche grafica. Il risultato finale, come dicono i creatori, è lo stato apparentemente confusionale delle cose con cui ci confrontiamo ogni giorno.




Avrei dovuto far interagire anche l'uomo valoroso. Avete presente poi, cosa ne sarebbe venuto fuori?
Sarebbe partito dalla Gru per arrivare alle patatine fritte. Magari argomentando il fattore calorie.


www.utilitamanifesta.it

mercoledì 12 ottobre 2011

Nel mondo delle favole

Avete presente le favole di Grimm?
Quelle storie che ci accompagnano nell'infanzia. I paesaggi ti sorridevano in una pagina: con il verde intenso, i volti sorridenti e i personaggi amabili.
Ma voltata pagina, eccolo lì: lo sguardo maligno, il disegno terrificante di rami rinsecchiti, il profilo di un bimbo sperduto e un'ombra inquietante che si allunga.

Alcuni oggetti o accessori, richiamano un po' questo sguardo favolistico. Un po' come il servizio da thè di Maarten Baas. Le tazzine, la zuccheriera, la teiera, tutte hanno le gambette. Sembrano usciti direttamente dalla Bella e la Bestia(non quella Disney): bianche, tondette, goffe.










E l'orologio a cucù? Quante volte ci ha accompagnato nei nostri ricordi di infanzia, legato ai cartoni. Ma da alpino e famigliare, ora si trasforma in un orologio minimale in total white o block. Come Cucu di Pascal Tarabay.

Il lungo tavolo del salone invece, si trasforma in una sezione verticale di un tronco lasciato al naturale e sollevato da un intreccio di fogli metallici. Le sedie di Charles Mackintosh invece, non si danno pace, finchè il loro schienale non si innalza fino al soffitto, un po' come le sedute e i troni dei re delle favole.

Ve le ricordate poi, le poltrone antiche con i grandi poggiatesta che di solito sono sempre poste davanti a un camino acceso? Anche loro sono state ripescate e reinventate dandogli un'aria più chiusa a privata, allungando ai lati i poggiatesta che diventano quasi un enorme paraocchi per lasciar fuori tutto il resto del mondo da quell'angolo di relax. Come nella Master Chair di Hans Ineke.


Che siano le favole ad avere preso ispirazione dalla realtà, o il contrario? Chissà. Ma grazie a questi oggetti possiamo rivivere le nostre fantasie di bambini.
L'importante è poi, non trovarsi seduta in salotto la strega cattiva.

venerdì 7 ottobre 2011

tecnologia artistica

Devo fare una seconda menzione di merito. Ognuno di noi a scuola o all'università ha conosciuto qualcuno con cui ha legato o diventato amico.
Di solito a me, succede poi di ritrovarli a ogni esame, a farci sostegno morale. Pochi giorni fa, ci siamo trovati per fare da appoggio a un'esame di uno di noi.

Voi dovete sapere che noi storici dell'arte ci stiamo nerdizzando. Antichi si, occhialuti anche, ma mica poco aggiornati. In attesa per l'esito dell'esame, ne stavamo parlando. L'esame riguardava il Manierismo: un periodo alla fine del Rinascimento, che porta all'esasperazione plastica delle figure, all'esaltazione dei simbologie e dei motivi enconomiastici. L'amore per questo periodo, ci è stato trasmesso grazie a una valida insegnante. Ve lo dico solo per confermare che ogni tanto queste creature rare, esistono.
Dunque, torniamo alla nerdaggine. Noi storici, da fuori se ci vedete, sembriamo persone molto normali, di solito.

La menzione che devo fare, è dedicata a un'amico che da fuori sembra un duro: jeans skinny neri, scarpe Vans, fisico magrolino. Ma se vi soffermate sul dettaglio, è lì che troverete l'anima nerd: sotto il cappello con indicazioni depressive ironiche, ci sono le cuffie ovviamente decorate con i grandi personaggi dei fumetti Marvel. Le cuffie sono collegate a un BlackBerry sempre connesso con il mondo, e nello zaino vicino ai manuali di arte c'è un bel MacBook Pro (very Geek).

Grazie a lui ho scoperto Web Gallery. Volete l'immagine di un dipinto? Qui c'è. Io cercavo un Vasari, e lui me lo ha trovato. E' la nostra Bibbia Telematica. Dico non lo trovate stupendo?
Giorgio Vasari, La Giustizia di spalle



Il mio amico mi ha inviato il link via mail con indicazioni chiare: "Segnatelo nei preferiti e non lasciarlo MAI." Per non parlare della colonna sonora che consigliano. Se cliccate su Tour consigliano una serie di giri culturali guidati, in più con la musica perfetta da ascoltare. Come potrei lasciarlo MAI?
E se siete a secco di soldi, fate un po' come noi storici dell'arte: andate su googleartproject.com. Ci sono i più grandi del musei del mondo, fotografati e che si posso visitare virtualmente.

Ne parliamo? Che nerdaggine.
Se andassimo ancora più in profondità guardando il mio amico, potreste capire di che parlo. Sul petto, il mio caro amico storico, ha un tatuaggio enorme. Non lo ricordo bene, ma cita molti motivi enconomisatici e simbolici che celebrano il periodo manierista che lui ama tanto.

Capite ora, qual'è il vero amore per l'arte?

mercoledì 5 ottobre 2011

La fidelety card marinara.

Devo farvi una confessione d'amore. Io amo, amo alla follia le righe. Le righe sui maglioni, le magliette, i cappelli e le sciarpe. In bianco, blu o rosse, per ricordarmi sempre un'ambiente marino(come quello del Capitan Findus).
Le amo così tanto che ci rivestirei la casa. No ma dico, vi immaginate io e il valoroso uomo in cucina tutta a righe? Sembreremmo in una vera e propria prigione(però stilosa, of course).

Tutta questa mia passione si può aggiungere al fatto che sono l'unica titolare della carta fedeltà universale di Petit Bateau: ormai in qualsiasi negozio in ogni nazione sanno chi sono. E come ho fatto a diventare titolare di questa carta?
Beh per prima cosa dovete pensare a me e al mio uomo a Parigi. Una vacanza romantica, in una città culturale, che vogliamo di più? Insomma c'è poco da visitare nella capitale francese. Io però, sono partita con un cruccio: volevo assolutamente gli stampini per decorare le magliette che vendevano nei negozi Petit Bateau. Ovviamente come non cercarli qui, avendo pure il valoroso uomo che mi da man forte?
E così, entriamo nel negozio sugli Champs Elysee, dove però riceviamo una risposta negativa. Allora la mia mente geniale e sempre attiva si è accesa: perchè non prendere gli indirizzi di tutti i negozi Petit Bateau in quel di Parigi andando alla ricerca degli stampini mentre visitiamo?
(Leggasi: "Oh mia bella!siamo davanti a Notre Dame!raccontami qualcosa di questa bella chiesa."
               "Si no niente, chiesa gotica. Dai dimmi il negozio più vicino.")
Ed è così che in quattro giorni abbiamo girato in lungo e in largo Parigi. Risultato? Negativo. Ma volete mettere visitare una città così senza andare per vie turistiche?
Per la cronaca: ce ne sono due vicino al Musee Rodin, uno vicino al Musee D'Orsay, e mi pare un paio vicino al Pompidou.

Ora capite come si fa a conquistare una carta fedeltà universale?

Tutto ciò mi è tornato in mente l'altro giorno, passando davanti alla vetrina di Petit Bateau, quando ho visto una nuova maglietta realizzata in collaborazione con 10CorsoComo. 10 Corso Como è un concept store milanese che include una galleria d'arte, una boutique, un ristorante e una libreria che, ovviamente e senza nessun dubbio, si trova in Corso Como 10. Il simbolo identificativo di questo concept store è l'esatto opposto di quello del piccolo battello: infatti è un cerchietto nero che in questa collezione viene utilizzato per rendere sinuose le linee delle maglie che ricordano le curve di una strada sulla costa. Le linee sobbalzano in maniera sinuosa, dando nuova vita alla maglietta tipo di Petit Bateau.

Questa capsule è stata preceduta l'inverno scorso dall'esperienza con Tsumori Chisato. Le sue magliette fanno concludere le famose linee in stelle e fiocchi come fossero dei nastri. Per non parlare del magliette con il cielo stellato, il cuscino e la borsa stampata.









Ovviamente con la mia tessera fedeltà universale ho cercato di accapararmi tutto, appellandomi ai miei diritti come rovina vacanze al fidanzato portandolo per negozi.
Purtroppo le commesse oltre a non volerne sapere, si sono perfino rifiutate di ammettere l'esistenza della mia tesserina magica. Povere commesse, ho dovuto cancellare il loro negozio dalla mia mappa Europa-PetitBateauiana(se si può definire così).





www.petit-bateau.com

domenica 2 ottobre 2011

Una moderna Gita al Faro

Certe volte in famiglia, basta solo la presenza. E' quello che ho fatto io oggi, con il fratellino che diventa grande e si insedia all'università (leggi: appartamento in una nuova città, vivere da solo, farsi da mangiare). Insomma il mio ometto s'è fatto grande e se ne va al college italiano, pronto per gli anni migliori (o peggiori?).
E la sorellona sottoscritta che fa allora? Parte con madre, padre, fratello e valigie, mobili e cibo per la nuova casa: che sia mai che nella metropoli non ci siano supermercati. Ah, la bontà di mammà.

Io in coma, non riesco a fare altro che portare su e giù valige e pacchi. Dopo pranzo, con gli altri coinquilini e genitori si decide la cosa più ovvia da fare in una giornata di sole e caldo estivo il 2 ottobre:  ANDARE ALL'IKEA.
Credetemi, ho sempre amato quel posto, pieno di soluzioni per la casa, giochi e  cibo svedese(mamma mia le polpette con la marmellata ai mirtilli). Ma oggi, davvero mi è entrato in odio. Chiaramente con quel sole che c'era tutti hanno pensato: tò andiamo all'Ikea.
Dalla famiglia in cerca di mobili con bambini urlanti, alla coppia che si fa le vasche all'interno del negozio tanto per fare qualcosa. Mi faccio coraggio e mi dico: ok, siccome è un giro all'ikea posso cercare le cose per la casetta nuova.
Il punto è che non avevo considerato l'ansia da genitori il cui primo figlio va a vivere fuori: d'altronde faccio la snob ora che io ho superato quella fase. Dalla libreria, al letto non sapevo più da che parte girarmi. Dal perdere la madre, al perdere me stessa nella sezione Giochi per Bambini, ho dedotto che in realtà avere un materasso buono è di fondamentale importanza.

Buono a sapersi, quello mio e del valoroso uomo è il più economico sul mercato. D'altro canto però, l'orda di ragazzi con genitori fa venire tenerezza: è davvero bello come quest'ultimi si prendano ancora così cura di questi ragazzoni che se la menano da qui a Timbuctu senza nemmeno accorgersi che questo loro non arrangiarsi li declassa dal numero 1 al numero 100 della classifica: Diciottenne universitario che se ne va di casa. Però la dolcezza dei genitori, il loro modo di scegliere qualsiasi cosa per i figli al meglio li pone al primo posto nella classifica: Genitori che spronano i figli nell'andare via di casa. Però fino a un certo punto eh. Poi, se si arriva al punto che tua madre prova a vedere come stanno le cose nell'armadio esposto o pone domande imbarazzanti al commesso, forse è il caso di prendere in mano la situazione, o no Diciottenne Emancipato?

Ok ora basta con le polemiche, perchè in realtà adoro questo periodo dell'anno in cui l'università ricomincia e ci sono nuove matricole(che non sono più te), ci sono nuovi corsi e nuove persone che si presentano ai corsi  vietati a loro e che quando il professore alla lezione introduttiva lo ricorda li vedi come un branco di mucche alzarsi e uscire dall'aula tirandosela manco non fossero matricole.

Ok no dai, basta davvero.
Continuiamo il viaggio svedese. Passando dal reparto cucina fino al reparto piante è tutto normale, ma poi mi blocco lì e osservo queste strane creature colorate, accese, che mi ricordano l'Oriente, quei posti imprecisati che sono un misto di India, Bali, Indonesia, Vietnam e Cina. E' una collezione limitata, fatta in materiali naturali e  prevalentemente a mano che Ikea ha dedicato a un viaggio in Vietnam e India dove i designer hanno collaborato con artigiani locali imparando le loro tecniche e adattandoli alle necessità delle nostre case(si chiama Kryddstarkt).
Un cartello la definisce una collezione limitata speziata: vasi colarati in indaco, lapislazuli. Sgabelli e tavoli intrecciati con fili a contrasto con colori che ricordano anche l'Africa. Lanterne colorate di giallo, verde rosa acceso che richiamano i colori dei tessuti dei vestiti. Per non parlare dell'azzurro intenso.

Ceste essenziali, ma accese nel colorito. Sedie che richiamano le spezie principali di queste cucine: peproncino, cardamomo, cumino,  curry..



Inutile dirvi che mi sono innamorata. E più che implorare io la comitiva di velocizzarsi nella gita all'Ikea, hanno dovuto i ragazzotti Diciottenni trascinare via me di peso  (mettendomi pure dentro un carello). Per non parlare dei miei infiniti tentativi di portare sgabelli, lampade o ceste dalla madre dicendo una frase che mai alla mia età avrei dovuto dire:
"Mammaaaaaaaaaaa. Me lo compri? Dai dai dai, ti prego...."

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