lunedì 28 novembre 2011

Io&LaGatta


Una mattina nebbiosa, mi arriva una chiamata da Madre.
Rispondo con la voce ancora assonnata e sento che Madre è strana, la sua voce di solito acuta, si è fatta dolce.
"La gatta è morta" sentenzia. Che mi venga un colpo. La mia gatta?
Morta?

La mia gattona nera ha passato con me più della metà della mia vita. Tranquilla, schiva ma allo stesso tempo affettuosa: la sua coda passava sempre davanti al video quando ero su skype con i genitori.
Indimenticabile quando tornati a casa, salutava silenziosamente tutti. Invecchiata era invecchiata, ed era molto tempo che stava male. E poi era un gatto, un'animale.
E allora come mai la mia telefonata con Madre si è trasformata in un fiume di lacrime?
Lei piangeva, io piangevo. Ad aumentare la mia lacrima facile, c'era il libro che stavo leggendo: Io & Marley, che parlano del rapporto di una famiglia con il proprio cane, da quando nasce fino a quando muore lasciando un vuoto immenso.
Provate solo ad immaginare in che stato ero.

Due-tre giorni dopo, arriva un pacco. La mia mamma supertecnologica mi ha mandato un regalino: una bella ciotola, gialla. Grazie mamma, anche se hai confermato che non sai quale sia il mio colore preferito.
Che carina però, Madre!






La chiamo e la ringrazio. "Hai capito perchè te l'ho regalata?"
Francamente, Madre, brancolo nel buoi più totale: una ciotola. Gialla. Perchè?
"Riempila di latte" mi dice. Io ci metto il latte, la guardo e mi metto a piangere disperata.
All'interno infatti, la ciotola è stata smussata per creare la forma di un gatto. Del MIO gatto. E me l'ha regalata la MIA mamma.
Capite quando dico che ho la lacrime facile?










www.bernardaud.fr

venerdì 25 novembre 2011

Eco-tradizioni.

Il progresso è una gran cosa. Ci svegliamo grazie a un orologio preimpostato sul cellulare. Leggiamo le notizie del mattino sul pc, tramite internet. Ascoltiamo la musica tramite un marchingegno che possiamo nascondere nelle tasche. Leggiamo perfino i libri, su un sottile foglio di metallo, dove toccando lo schermo, puoi cambiare pagina.
Eh no, scusate ma questo proprio NO.
Non mi importa quanti chili mi devo portare in giro, ma sfogliare le pagine e toccarle, è così bello. Nel mondo dell'ipertecnologia, dovremmo tornare un po' indietro.

Non più ricerche su internet, ma tramite riviste specializzate. Non più acquisti online, ma solo in botteghe minuscole ma piene zeppe di cose. Acquistare online toglie la magia della ricerca e della scoperta.
Siamo onesti, ci impigrisce del tutto.
E basta, basta scrivere al computer. Io personalmente, lo odio. E' vero, comunico con voi, tramite questo aggeggio. Ma per quanto sia fondamentale, non è indispensabile per me, creare al pc. Molto spesso scrivo nei momenti più improbabili.
Una domenica mattina alle 8, ancora con il post sbronza, ho iniziato a scrivere freneticamente per dieci minuti buoni. Il valoroso uomo in coma, non capiva.
"Cosa stai facendo?Perchè ti muovi?" domanda tutto assonnato.
"Ho scritto un'articolo, lo leggi?"
E lui, senza nemmeno stupirsi e dire : "Ora davvero?Alle 8 della domenica mattina dopo che siamo andati a dormire tre ore fa?" ha preso e  si è messo a leggere.
Non so come in realtà. Infatti ha preso il foglio con gli occhi chiusi e a tentoni se l'è messo sul viso.
"Bello" dice dopo un po', e si rimette a ronfare.

Ecco perchè sei valoroso, uomo mio.
Capite ora qual'è per me, il valore dello scrivere?
Non è solo pubblicare l'articolo online, avere un blog o qualcuno che lo legga. E' scrivere che ti rende chiare le cose. Si prende il quaderno, il mio rigorosamente di Muji, si posa la punta della penna sopra la carta e si inizia a muovere il polso e le dita con dolce ritmo.
E dopo un po', ecco che il foglio è pieno.
Come è pieno il mio quaderno. Finito tutto, dalla prima all'ultima pagina.

Sono quindi alla ricerca di un nuovo quaderno. Che sia sottile, non troppo grande ma nemmeno troppo piccolo. Che non abbia fogli con cui tagliarsi (quante volte..) e che non inquini (insomma siamo o non siamo ecofriendly?).
La soluzione sono questi quaderni: fatti si di carta, ma carta derivata dalla pietra. Salva gli alberi e inoltre non taglia. E finalmente potrò avere mani degne di essere guardate, senza più odiosi taglietti sottocutanei.


www.repap.it

martedì 22 novembre 2011

Una crisi di nervi da manuale.

Bibliotecari sull'orlo di una crisi di nervi?
Se vi state chiedendo se avete letto giusto, vi assicuro di si.
Leggere in una biblioteca del centro città, alle 5 del pomeriggio, è diventata una cosa impossibile.
Uno ci prova a studiare, uno ci prova a leggere. Ma una volta tanto, succedono cose magiche. Ma d'altronde quando mai in biblioteca non succedono cose magiche?

Purtroppo non rendono i bambini esuberanti q.b.
Bambini che urlano, strattonano mamme e libri, parlano lingue tutte loro. E poi ti fissano. Stai mangiando un bel muffin cioccolatoso e loro ti fissano con uno sguardo indagatore manco fossero il valoroso uomo:
"Ma che stai mangiando?" sembra dire il loro sguardo, "La mia mamma non me lo farebbe mai mangiare. Non è sano. Perchè tu lo mangi?"
Perchè piccola vipera gelosa, la mia mamma è più buona della TUA.

Purtroppo, se loro sono bambini, io con loro lo ridivento (Leggasi: il trauma infantile della bambina cicciotella presa in giro da tutti, riaffiora). E con loro scateno l'inferno: libri ovunque, fogli sparsi, giocattoli. Adoro la zona per bambini, dove la biblioteca suo malgrado, diventa un asilo. Un'asilo piena di gioia e di pianti disperati. E' anche un bel museo di esposiszioni mammifere, nel senso di madri.
C'è la madre "leggo-e-mostro-a-tutti-come-sono-brava-a-imitare-il-coniglio", la madre "mollo-il-figlio-per-terra-e-mi-attacco-al-cellulare", la madre-tata che li fa giocare e la mia preferita la madre "io-so-che-questa-biblioteca-non-è-un-asilo-e-lo-sbandiero-a-tutti-io-che-sono-così-brava". Così brava che lo sanno ormai tutti in biblioteca visto che non lo sussurra.
I bambini variano: da pochi mesi agli 8 anni, e ci sono picchi ogni tanto di 50 bambini. Come si può fare per contenere loro, le loro mamme, le nonne, le tate e le zie? Soprattutto come risolvere il problema parcheggino che si espande a macchia d'olio occupando tutti il territorio bibliotecario quasi stessimo giocando a una sorta di risiko-passeggino con tutte le mamme alla carica?(Leggasi: dichiaro guerra alla zona dei libri avventura con due passeggini dalla zona libri della natura. E chi vincerà?)

Marta Tonin
Per fortuna ci sono alcuni, bravi pazienti personaggi che vivono nel mondo delle favole e che riescono a catturare i bambini come nessuno mai, con filastrocche, lavoretti e disegni delle illustratrici dei loro libri. I libri del Passero Bianco sono libri in rima, realizzati da un omone che incanta i bambini e dalla sua signora che lo corregge amorevolmente, entrando in prima persona nel progetto e facendole da spalla ad ogni appuntamento. Con loro ci sono le illustratrici che per i bambini sono come delle fate, possibile che siano loro le autrici dei disegni?Possibile che riescano a fare lavoretti con carta, cotone e colla senza incollarsi il tutto addosso?

E tutti loro, incantano madri, nonne, zie e tate. Almeno per un'oretta la calma è assicurata in biblioteca. Per il resto, non possiamo che sperare che le madri vestano i loro bambini con queste maglie.
"Non preoccuparti e sii felice"
Nella speranza che faccia effetto su tutti noi.


www.passerobianco.it

www.bonton.fr

sabato 19 novembre 2011

C'era una volta..


Immaginate delle amiche giramondo. Non sono mai state vicine di casa, ma si incrociano come i treni nelle stazioni. Una abita a Nord, una a Sud, una a Ovest e una a Est. La bussola dell'amicizia.
Mettete una città e un social network. E' proprio per queste occasioni che li hanno inventati.
"Sto andando a Venezia, ti penso" ecco Nord che scrive a Sud. Le risponde Ovest: "Ci sono anche io! Ma dai potevi anche dirmelo!" mentre Est chiama Sud e lei chiama Nord.
Chiaramente tutte e quattro si muovono verso Venezia quel weekend, ognuno che parte dal suo gomitolo e segue il filo della sua vita che si incrocia con quello delle altre quattro.

Detto, fatto. Le quattro si trovano a Venezia. In una Venezia magica come quella di questo libro  fatta di segnali stradali, cavalli con cappellino che si aggirano per il Lido e turisti con i piccioni. Una Venezia fatta di riflessi d'acqua, di vie silenziose senza macchine. le quattro amiche mangiano sul lungomare, visitano i Giardini, osservano da una gondola Venezia di sera e passeggiano nelle calli con i panni stesi.
A me piace ricordarla così, come fece lui nel 1961, in questo libro di Miroslav Sasek, il grande illustratore cecoslovacco, rieditato negli ultimi anni.
Fa parte della collana realizzata dall'illustratore "This is" dove Sasek realizza queste guide illustrate di città di tutto il mondo: da Roma a New York, da Hong Kong a Londra. Stampati negli anni '60, nell'ultimo decennio è iniziata la corsa per le riedizioni e collezioni della collana.
This is Venice è libro indirizzato ai più piccoli, ma che fa sognare anche i più grandi.
Ecco perchè quelle quattro amiche sono in una storia che inizia (più o meno) con un C'era una volta.  Così ora posso smetter di sognare, chiudere il libro e sperare che l'incontro si avveri realmente.



 www.miroslavsasek.com

mercoledì 16 novembre 2011

The Devilist

Sguardo cittadino, dalla metropolitana alle vie cittadine. Mi sento un po' come The Sartorialist, uno dei blog di moda più influenti del periodo. Posta molitssime foto di persone comuni trovate per strada e fotografate per il loro stile personale.
Ecco, ovviamnete io più che Sartorialist potrei definirmi The Devillist. Ogni tanto amo uscire e sparare a zero sulla gente. Mia madre quando è triste cucina dolci. Io quando mi sento uno straccio mi faccio un giro. Ma non sono così malefica, mi capita solo ogni tanto. Il resto del tempo tengo gli occhi aperti sul mondo. Bisogna sempre ricordare di farlo.
Innanzitutto per evitare di sbattere addosso alle porte, e poi per non prendere la metro o il treno in direzione sbagliata. Ecco il perchè dei miei doppi occhi: spessi, grossi e multicolor (così anni '90).

Adoro le mattine in cui corro trafelata in giro per la città raggiungendo svariati luoghi sempre molto distanti tra loro. Nell'ultimo periodo purtroppo le mie necessità mi impediscono di farlo. E che gran nostalgia.
L'uscita da casa si svolge sempre in un po' di tempo: sembro pronta ed esco, mi fermo sulla porta e rientro a prendere il cellulare, esco e rientro a prendere le chiavi mentre il caffè bollente nel bricco oscilla in maniera allarmante. Esco, chiudo la porta e scendo le scale di corsa con la borsa di tela piena di libri in una spalla, nell'altra la borsa con l'occorente per accudire un neonato: creme, acqua, fazzoletti, cibo, walkman, cellulare, ombrello, occhiali, penne e agenda.

Colgo al volo il bus dopo una corsa e mi siedo sbuffando e ansimando, in modo da farmi notare, e sistemandomi il cappello, stanco pure lui già di prima mattina, la sciarpa e gli occhiali arrivati in fondo alla punta del mio naso. Questo succede più o meno tutte le mattine, ma oggi vi racconto di una mattinata in particolare.
Sistemato cappello e borse varie, in pochi minuti riesco a guardarmi attorno: donne d'affari che straparlano al telefono, mamma con carrozzina e borsa uguale alla mia(!) e adolescenti belle e spensierate. Una di loro mi attira però, per i suoi capelli. Neri e lucenti, sono lunghi e raccolti in una treccia morbida che scende a lato sulla spalla. Immediatamente, voglio farmi anche io la trecciona. Si, con quali capelli non lo so, visto che il mio taglio è quello di Mia Farrow.
Fantastico e fantastico. Io ci provo ogni volta a farli crescere, ma poi mi arrendo. Una volta avevo anche io i capelli lunghi, ma il primo taglio corto non si scorda mai.

                                                 
Appena sveglia
Ok, come posso fare?
I miei capelli ora hanno già raggiunto una lunghezza limite e fra poco andrò a tagliarli. Ma come faccio con la mia voglia impazzita di avere una treccia?
Beh semplicemente guardo queste sculture di Antonino Sciortino e penso: Se loro posso farsi la treccia io di sicuro non ho problemi con arricciamenti e nodi vari nei capelli.

Avventata


Le sue teste, con capelli scombinati che sembrano opera del vento o della notte passata a rigirarsi nel letto, proprio non le auguro a nessuno. Nemmeno quando sono in modalità Devillist.





www.antoninosciortino.com

domenica 13 novembre 2011

Da Rittersport a Lindt

E' ufficiale! Cambiamo casa! E dalla casa Rittersport passiamo alla casa Lindt. Bella conquista, direte voi!
Embè, direi proprio di si. Dopo mesi e mesi di problemi insolvibili io ho risolto l'inghippo.
E che ho fatto?
Semplicemente ho pulito casa. Una bella mattina alla porta, si presenta una bella biondona. Alta, magra, bionda. "Eccoci qui insomma, è arrivata la mia sostituta." ho pensato osservando la bionda da urlo.
Dovete sapere che il valoroso uomo ha un debole per le bionde. Un debole che mi ha portato a trasformare la mia bella chioma colore cioccolato fondente (come mai faccio paragoni solo sul cioccolato?) in un biondo che doveva essere di platino ma è diventato giallo pannocchia. Il valoroso uomo si è subito innamorato: da Oh la mia bella, ero passata a Blondie.
Immaginatevi quanto gli ci è voluto per riprendersi dallo shock quando sono tornata mora (mentre il resto del mondo esultava). Ora capite perchè quando ho visto la Bionda mi sono fatta un esame di coscienza?
Che avevo fatto? Russavo? Cucinavo male? Parlavo troppo?

Fatto sta che Bionda si presenta come l'agente immobiliare. E' qui per mostrare la casa, mi dice. La casa, ovviamente un disastro. Le chiedo di passare nel pomeriggio. E mi metto subito a riconquistare il cuore del valoroso uomo. sarà pure un'agente immobiliare, ma bionda lo è lo stesso.
E fu così, che dopo due ore, la casa venne affittata a una nuova inquilina il cui cognome assomiglia alla parola tedesca che indica gli escrementi. Andiamo bene, povera casa Rittersport. Ma noi invece dove andremo?
Io e il valoroso uomo, prenderemo le scatole, i vestiti, gli skate e con Churchill al seguito saluteremo la casetta, usciremo dalla porta, attraverseremo il pianerottolo e ci insedieremo nel bilocale di fronte alias Casa Lindt. Ecco fatto! Siamo proprio schifosi, pure il trasloco ci facciamo in comodità.

La casa però, è vuota. E diciamo che per me è come se la tavoletta Lindt fosse già scartata pronta per essere mangiata. E che volete che io faccia? Ovviamente la divoro in un sol boccone!
E mentre la divoro, provo e riprovo migliaia di combinazioni di mobili per le nostre due stanzette, grazie soprattutto a Olioboards. Sito dove si possono creare stanze arredate a proprio piacimento per vedere l'effetto reale. Si può giocare, ma anche fare l'arredatore. Molti anzi espongono le loro soluzioni nel sito, nel quale hai un profilo tutto tuo, dove crei la tua "board" e puoi osservare quelle degli altri. Ci sto perdendo letteralmente intere serate a realizzare collage e progetti semiseri. Per buona pace del valoroso uomo e dei suoi amici con cui gioca al pc.

Che ne dite allora?


http://olioboard.com/

venerdì 11 novembre 2011

Ingorghi pedonali.


Oggi mi piacerebbe raccontarvi del perchè l'uomo valoroso sia valoroso. Lui lava, stira, pulisce i pavimenti, cucina, si ingegna per bellissime sorprese e mi fa ridere tantissimo. Quando è in vena. Quando non lo è, la sua simpatia aumenta per compensare il fatto che lavare, stirare, pulire e cucinare li farà in un tempo imprecisato definito “Più tardi” o ancora meglio “Ma dai, ci vogliono cinque minuti, lo faccio più tardi.”
Certe volte quindi questo tempo imprecisato si protrae per ore e giorni. La piccola casa rittersport diventa quindi una bomba implosa con mucchi di vestiti da lavare, ammassi di libri sulle sedie e piatti nell'acquaio. Per non parlare di quando si stende (leggasi: o noi, o lo stendino).

Non fraintendemi, anche io mi batto bene. Io voglio sempre sistemare..ma poi non muovo un dito. E cosa si può fare per non trasformare il weekend sacrosanto in una due giorni di pulizia totale con offerta last minute?
Ebbene noi usciamo: andiamo a fare la spesa, al parco, portiamo fuori gli skate e vaghiamo per la città. E vagando per la città io ogni tanto mi blocco davanti a una vetrina. Di solito mi fermo e non provoco danni a nessuno.
Ieri però ho creato un ingorgo pedonale. Mi sono fermata su un marciapiede dove oltre a me e al valoroso uomo, stava passando mamma con carrozzine, vecchietta impettita e una famiglia di energumeni nordici.
Chiaramente l'ingorgo è durato un po' prima che me ne accorgessi mentre il valoroso uomo dirigeva il traffico. E che cosa guardavo? Semplicemente guardavo lui. 


Maurice Douard, pittore francese che dipingeva (a detta del suo sito) e vendeva già opere alla tenera età di 14 anni realizza quadri che catturano l'attenzione e si fa fatica a staccarsi. Il fondo mondriano, con colori densi fanno emergere i soggetti futuristi. Futuristi, Mondrian? Cose già viste direte voi.
Ma a vederli in sequenza, lo sfondo lineare con le figure che si muovono sembra di assistere a una danza che fuori esce dai quadri stessi. Un po' come nel cartone di Anastasia quando dai quadri escono le coppie che ballano. Ecco, il perchè dell'ingorgo pedonale. Dite che ne è valsa la pena?

mercoledì 9 novembre 2011

Allargando la famiglia-A bigger family



E' tempo di mettere su famiglia!” le parole mi escono dalla bocca, prima che siano approvate dal cervello e le nostre amiche a cena impallidiscono. E con loro il valoroso uomo. “Ma non vi preoccupate, voglio solo prendere un pesce!” . E le facce dei commensali ripresero colorito. Il valoroso uomo stentava a crederci. “No davvero un pesce? Uh che bello!” ed eccolo che torna bambino (bello lui!).

È fu così che arrivò Curchill. Bello contento Churchill non sa che è già uno scarto ittico: il povero pesce è stato scelto dalla commessa, dopo che mi aveva detto che il pesce che volevo io era malato. Il Churchill sostituto ha poi dovuto soffrire la fame visto che io, da brava padrona, mi sono dimenticata di comprargli il cibo. Ma la scelta dell'acquario è stata la peggiore. Dopo ore e ore di indecisione davanti a bocce quadrate, sferiche i e di forme strane ho scelto una che ricorda il secchiello per lo champagne dove capeggia la scritta: Establishment 1917. “Che male c'è?” ho pensato “Magari Churchill impara a leggere”.

Dopo tutto questo sono tornata a casa e navigando su internet ho scoperto alcune cose fondamentali:
  1. i pesci non amano gli spazi piccoli preferiscono e lunghi acquari;
  2. tutti boicottano la boccia perchè non fa bene ai poveri pesci rossi;
  3. l'acquario deve essere areato e con depuratore;
  4. il pesce va messo in acqua ferma e non appena messa.

Secondo voi quante ne ho azzecate? Non ve lo dico e aspetto le vostre risposte.
Nel frattempo speriamo che Churchill resista, in modo da comprovare che i pesci possono vivere in boccia. Nella speranza che non diventi come quest'opera di Jan Sae Wook.












mercoledì 2 novembre 2011

Organizzazione Efficente-Efficient Organisation

E' tempo di organizzare natale!Capita anche nella vostra famiglia questa fase agitata dove si parte in quinta per capire dove mettere l'albero, a casa di chi mangiare e che regali fare, vero?
All'alba di ieri mattina, ci giunge la chiamata di Madre entrata già in fase organizzativa.
“Quando tornate giù per Natale?Avete già deciso dove mangerete?”
Considerando che le mie capacità organizzative e quelle del valoroso uomo non ci permettono di decidere in tempo reale cosa fare (leggasi: pasta o pizza?), figuratevi se sapevamo che avremmo fatto a Natale.

Madre ha poi rimarcato le sue capacità organizzative in una cena con parenti. “Dobbiamo scegliere il menù di Natale” dice tutta contenta. La folla di parenti (8 persone) la guarda attonita.
“Ma scusa non facciamo sempre il solito menù?” brontolo io, mentre il valoroso uomo cerca di proporre qualcosa di nuovo stroncato da Madre.
“In ogni caso io non ci sono quest'anno”

Tutti ci blocchiamo e cerchiamo chi sia il responsabile di questa eresia. Eccolo lì, lo zio con un sorriso beato che ci fissa. La novità sconvolge la tavolata. Io lo incenerisco con lo sguardo, mamma lo fissa con aria interrogativa, la nonna sviene e il valoroso uomo decide di srbonzarsi con uno sguardo che dice tutto: “Perchè lui si e io no?”
“e dove vai scusa?” chiede la folla concitata. “A New York”
La nonna appena rinvenuta urla “A Neu Yourk (testuali parole) a fare cosa?”
Eh non so nonna, forse a visitare la città,che dici?
Ecco il risultato dell'oganizzazione natalizia: una famiglia sconvolta.

La soluzione per la nonna apprensiva ce l'ho io. Conoscendola vorrà sapere dove, cosa e in quale minuto e ora il suo bambino sarà. Che facciamo nonna? Purtroppo non siamo degli 007 né possediamo capacità teletrasportative, per la gioia di mio zio.
Possiamo però guardare i disegni di James Gulliver Hancock che riguardano tutti gli edifici di New York. Spiritosi, un po' infantili, trasmettono serenità e sicuramente faranno sentire vicina la nonna al suo “bambino-che-a-Natale-se-ne-va-a-New-York”

Con l'aiuto della tabella di marcia giornaliera dello zio, la nonna lo seguirà in presa diretta.

A meno che la tabella non sia una pure invenzione dello zio che finalmente se la può spassare senza il Grande Fratello nonna.








http://allthebuildingsinnewyork.blogspot.com/







It's time for Christmas organisation! Is this excitement time also in your family when Christmas is at the door?Everyone trying to figure out the where the christmas tree should be placed, where to go have the Christmas dinner and which gift to buy for whom.
Yesterday, very early in the morning, we heard Mother calling us: she is officially in organizational mode.
“When will you return for christmas? Have you decide where YOU will go for christmas dinner?
Well, considering the way me and my Valourus man organize we can't even imagine what we will be doing during Christmas time.




At a relatives dinner, Mother is determined to fix a schedule for Christmas.
“So we need to decided the christmas menu”
the crowd composed of relatives (8 people) looked at Mother with upset faces.
“Mom, we do the same menu every year” I said while valours man proposed something new while my mom kept saying no at every thing.
“In any case, this year I will not be here.”

We all stopped and we looked for this heretical voice who dared to say that he was skipping Christmas dinner with the family. And there he was, my uncle with a big smile on his face.
We are all shocked due to this news. I look at him with a bad stare, my mom looks at him with a questioning look, my grandmom passes out and Valorous man decides to to get drunk and tells me: “Why can he do it and not me?”




“And where will you go?” the fussed up crowd asked
“I'm going to New york.”
My grandmom as soon as she woke up, asked: “At Neu yourk (good pronunciation) to do what?”
I don't now grandma, maybe for visit it??
And this is the end of Christmas organisation.

But I have a solution for my sweet worried grandmom. If i know her well, she will want to know where, what and when my uncle will be in the big city. What can we do granma? We aren't James Bond, and we still haven't figured out how to teleport form one place to another.
But we can look this James Gulliver Hancock's drawing about all the buildings in New York. Funny and childish, they give you a sense of peace and my grandmom can be near her “baby-that-at-christmas-time-goes-to-new-york”
With a little help from my uncle's daily trip schedule, my grandma will be able to follow him in real time.

Unless, my uncle's schedule is a fake to finally have a peaceful vacation without Big Brother grandma.



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