giovedì 26 giugno 2014

The Svampi e Valoroso Uomo wedding, ovvero Kimye SCANSATEVI


Forse io non ci ho messo 4 giorni (4 GIORNI) per trovare il filtro esatto con cui pubblicare la foto del mio matrimonio. Forse non ho avuto nemmeno Givenchy e la cena prematrimonio da Valentino. Non abbiamo nemmeno avuto il jet che da Parigi ci portasse a Firenze.

Ma e' stato meglio. Cento, mille volte meglio. Non perché era il mio (no, per cosa allora?!) ma perche non era la location o la foto perfetta cio' che ci premeva di più.
Ci siamo sposati, quasi tre settimane fa. Onestamente, non riesco ancora a capacitarmene. Siamo gli stessi scemi di prima. Mangiamo come prima, dormiamo come prima, ma e' vero, qualcosa e' cambiato. Come mi ha scritto in una bellissima mail mio papa' (mail da lacrimuccissima), siamo diventati una vera famiglia e sta a noi coltivarla, mantenerla in vita.
certe che con ste facce che vuoi coltivare!

Partiamo dal principio. Secondo me tutti voi non volete sapere la telecronaca di quel giorno, quindi ho deciso di raccontarvela.
La settimana prima, ho avuto cosi' tante sfighe (volo cancellato, stipendio che non arrivava, la fronte che sembrava una cartina dei monti lessini piuttosto che la pianura padana) che ero veramente convinta che sarebbe andato tutto bene.
Organizzare un matrimonio dall'estero e' fattibile, SOLO ED ESCLUSIAVAMENTE se vostra madre/nonna/suocera diventa la miglior wedding planner del pianeta. Con mia madre ci siamo domandate svariate volte come facciano a farlo di lavoro serio, perche' ci vuola una SANTA, SANTISSIMA PAZIENZA. La mia terapeuta di fiducia e' stata l'amica di famiglia che tiene la gioielleria dove abbiamo comprato: le fedi, le bomboniere, le collane, i bracciali e i gemelli del valoroso uomo. Si insomma, ha raggiunto il budget mensile. E siccome ha una santa pazienza, ogni giorno andavo da lei a sfogarmi.

Non credete a chi vi dice che la settimana prima vi potrete rilassare. MANCO IL VENERDI MI SONO RILASSATA.
Il mercoledi mi sono dedicata a così tante cose, che alla sera, durante il mio addio al nubilato mi sono sbronzata con mezzo bicchiere di vino. Sono andata a provare l'abito per l'ultima volta in solitaria, che cosa magnifica: mi sono sentita una principessa, osservata con occhi sognanti dal sarto e dalle sue stagiste. Ho pure fatto la manicure brillantinosa: lo smalto semipermanente e' fighissimo, ma poi e' impossibile da togliere.

Una cosa bellissima, che si fatica ad apprezzare nel momento, sono le persone che passano da casa per salutarti e portarti un peniserino: ho ricevuto cosi' tanti amici, e colleghi dei miei genitori che mi si scalda il cuore ancora al pensiero.
Quel giorno e' stato il primo in cui ho provato la sensazione di essere ubriaca di felicita'. Non ho quasi bevuto, ma mi sentivo come se lo avessi fatto.
Gli amici, i genitori, i nonni, erano tutti li' per noi e il cuore era così pieno di felicita e riconoscimento, che mi risultava difficile non parlare con nessuno, non comunicare a tutti quanto fosse bello averli li' con noi.

La sera prima, con i miei genitori e mio fratello siamo andati a mangiare sul lago di Garda, a Bardolino. In una pizzeria dove andavamo sempre da piccoli. Il proprietario ci conosce da quando mio fratello aveva 6 mesi e io 4 anni, e cerchiamo di andarci tutti e quattro almeno una volta all'anno. Inutile dirvi che la pizza e' una bontà, e per la prima volta ho assaggiato la pizza di Kamut: non pensavo fosse così buona.
Il giorno dopo ci siamo tutti svegliati con calma. Il matrimonio era alle tre e mezza, dunque no fretta. Tra macchine da lavare e ultime cose, mezzogiorno e' arrivato in un lampo e la truccatrice ha iniziato il suo lavoro.
Prima mia suocera, poi mia mamma, ed infine io. Ho scelto un trucco leggero, senza troppi fronzoli. Non ho mai amato le spose troppo abbigliate, o troppo truccate. Trovo che spesso si perda il vero senso di quella giornata: dobbiamo si essere belle e noi stesse, ma non e' quello l'importante, ci stiamo per sposare, stiamo per dire un si' alla nostra vita.
Il resto e' superfluo.
Considerando soprattutto che faceva un caldo al limite della sopportazione, la truccatrice mi ha passato l'eyeliner nero, uno brillantoso e un bellissimo rossetto rosa shocking diventato la mia appendice per l'estate. Ho cercato molto per il trucco, e chi mi ha truccato ha capito subito cosa volevo.

Dal lato delle tradizioni, non ne ho seguita una. Nessuna cosa prestata, ne' blu. Manco di vecchio. ERA TUTTO NUOVO DI PACCA. Mio papa' ha fatto il mio blu, con la sua cravatta. E pure il vecchio (no, mio padre e' giovane!) visto che era la cravatta del suo matrimonio. Il prestato e' stato il profumo, uno dei piu' buoni che abbia mai sentito: Van Cleef&Arpels alla orchidea e vaniglia. Ed e' vero, che il profumo di quel giorno e' sacro. Partita la truccatrice, mia cugina ha cotonato in 5 minuti i capelli. I capelli sono stati un dilemma fino all'ultimo: non sapevo bene come li volevo.
All'inizio li volevo cortissimi. Poi come Jennifer Lawrence nella campagna di Dior (che trovo una delle piu' belle campagne degli ultimi anni), ma a me non mi fotografano e per di più non mi fotografano in quelle pose, ho deciso di cambiare. Non potevo certo passare la giornata con la bocca aperta e una paresi facciale.
Ho comprato un cerchiettino a 10euri e ho fatto aggiungere dal sarto una rosa di tessuto. Mia madre lo trovava inutile, e allora siamo andate dal fiorista e ci ha pensato lui. Ecco il perfetto accessorio: lustrini che nemmeno si vedono, e fiori freschi.
Il bouquet, non poteva che essere di peonie. I miei amati tulipani ormai, sono fuori stagione, e le peonie per una feshion braid (titolo acquisito all'addio al nubilato) sono un must come direbbero alcune mie colleghe piu famose (mamma quanto odio gli inglesismi). Nessun anello sulle mani, il bracciale e gli orecchini di Scacco alle Regine, e la perla che mi regalato mia mamma per il matrimonio.

Penso di essere l'unica sposa, che mezzora prima del proprio matrimonio fosse gia' pronta di tutto punto e si stesse ANNOIANDO.
La vestizione e' andata liscia come l'olio, a parte le mutande in microfibra, ma come fate a metterle io non lo so. Foto fatte, gente che parte e gente che arriva. Alle tre eravamo io, mia madre e mio padre. Saremmo partiti tutti assieme con la macchina di papa'. Per la macchina nuziale mi aspettava quella di Jacopo, uno scambio significativo, non pianificato: sono uscita dalla macchina di papa', ancora nubile. Son entrata nella macchina, quella mia e di mio marito.
Alle tre e un quarto mia mamma non ce la fa più e propone di cominciare la discesa: tanto ci avremmo messo un po'. MA SE CI SI METTE 5 MINUTI DA CASA ALLA CHIESA. Ma l'attesa per lei era palpabile, mentre papa' mi spiegava come funzionano le regole del tennis: stavo infatti guardando la tivi, perché non sapevo più che fare. Ho guardato Cercasi abito da sposa, ma quelle li' poverine mi sembravano tutte brutte (scusate!) quindi ho girato sul Roland Garros. Ma io di tennis non ci capisco nulla quindi seduta con pose strane per non stropicciare il vestito chiedevo a mio papa' come funzionasse il sistema dei punti.

vestita di tutto punto e col telecomando in mano
Siamo scesi, io con i tacchi e tutto il resto, col mio vestito pieno di peli di gatte. Ma tanto ho pulito il quartiere INTERO e la notte avrei dato una pulitina a una DISCOTECA, quindi che volete che siano dei peli di gatto.
Ovviamente, siamo arrivati in anticipo. Ci siamo nascosti, ci siamo fatti un paio di selfie e ai 33 siamo arrivati. Sono uscita, sono inciampata, ho ripreso l'equilibrio e ho avuto quello che mio padre ha poi chiamato: il nanosecondo di panico. Sono stata super tranquilla tutto il tempo. Ero veramente tranquilla, ho dormito come un ghiro la notte prima, nonostante tutti mi dicessero il contrario.
Mio padre allora mi ha preso e come quando mi metteva sul bancone del bagno per asciugarmi i capelli, mi ha fatto salire quei mille gradini della chiesa. Che non ricordo assolutamente.
dopo due giorni a insegnare a madre come fare ce l'abbiamo fatta




Siamo entrati e io a vederlo la' in fondo, con la bocca aperta, che mi guardava e balbettava un labbiale tipo: Mamma mia come e' bella, li' io non ce la facevo ad andare piano, volevo correre e andare vicino a lui il prima possibile, per dirgli che ce l'avevamo fatta, eravamo li' assieme e tutto il resto non esisteva più.
Temevo che avrei pianto, ma allo scambio delle fedi sono andata sicura, manco fossi ad un esame. La cosa piu' bella? le persone e il loro applauso. La mia chiesa e' una chiesa tipica della periferia degli anni '50, molto alta e grande. Era TUTTA PIENA. Sentire il calore, di mille persone che sono venute per festeggiarti, e' una sensazione cosi' calda, cosi' intensa, che voglio conservarla nel cuore.

Di lati comici ce ne sono stati, eccome. Come mio fratello che nel bel mezzo della messa, si accorge che la giacca che ha messo non e' quella del vestito: confrontando i grigi ha notato una leggera differenza. Mia nonna invece, voleva ASSOLUTAMENTE vedere il cuscino delle fedi che l'altra nonna ha fatto. Mio suocero, ci dirigeva come un perfetto cerimoniere e suggeritore, dimenticandosi di entrare con mia mamma (lo sposo entra con la mamma, la sposa con il padre, e gli altri due genitori assieme..a quanto pare). Mia mamma che ci diceva di stare in silenzio, e io che cercavo di capire se era tutto ok. Io che nell'atto di matrimonio quasi firmo per affermare che ho figli naturali, grazie al prete che mi ha fermato.
In chiesa, tutto era sobrio: ho voluto solo piante di ortensia, come grandi nuvole. Le tovaglie le ha fatte mia nonna, mentre il cero pasquale era quello fatto dal mio nonno, morto quando ero piccola. Eravamo tutti li' assieme. Ci hanno fatto una sorpresa degli amici da Lussemburgo, sono passati a salutarci e li' a vederli ho capito come sono parte della mia famiglia, di quanto siamo fortunati ad averli nella nostra vita.

Siamo usciti e al posto del riso ecco i coriandoli, colorati e bianchi di una bellezza infinita. Volevo rimanere a parlare con tutti, con le zie, le babysitter di quando eravamo piccoli e le amiche di mamma. Perche' e' questa casa, quando conosci tutti e vuoi ringraziarli tutti. Ho messo gli occhiali da sole, non per far la figa ma perché dopo anni senza lenti a contatto avevo gli occhi così secchi che mi facevano male, con tutto quel solo a cui NON SONO PIU' ABITUATA.




Siamo partiti col bolide alla volta di Ponte Pietra, in centro a Verona, dove con gli amici abbiamo fatto le foto di rito: con gli amici e' più divertente, passa molto più in fretta.
Ho incontrato altre tre spose e dopo le congratulazioni mi dicevano: daje che e' andata! (magari non proprio con un daje)
Questa frase racchiude tutti i mesi di stress, e di lavoro.





Siamo ripartiti alla volta del ristorante. La data del matrimonio e' stata scelta in base al ristorante, volevamo lui. Con una vista mozzafiato sul lago di Garda e il cibo squisito. A noi, piace mangiare e la cosa importante del nostro matrimonio, non poteva che essere la celebrazione del cibo.
Per la decorazione della tavola e della sala, non ho voluto quasi nulla: la semplicita' vince, soprattutto quando NON si vive in America dove i matrimoni hanno i temi. Certo una linea guida c'era, ed era in Lussemburgo: poche persone sanno esattamente cosa e dove sia. I tavoli avevano tutti i nomi di quartieri della citta', e in ognuno mio fratello aveva creato la cartina con l'ubicazione e io ho scritto un paio di righe. Di seguito trovate degli esempi. (io ve lo vendo eh, e' proprio bravo in quello che fa, dunque donzelle se avete bisogno ditemelo!)


In giardino invece, ecco le lanterne e tanto tanto tanto cibo che io non ho NEMMENO toccato.
Per arrivare al ristorante, in macchina mentre il valoroso guidava, lo guardavo e vedevo solo la fede al dito: fa davvero strano quando non sei abituata a vedere il tuo uomo con anello, osservarlo e vedere la fede.
Le nostre fedi inoltre sono fatte dell'oro della medaglia al valore militare di mio suocero, cosa che le rende ancora più uniche.
In macchina abbiamo messo i Backstreet Boys e abbiamo cantato come dei matti I want it that way, con il bouquet che ci faceva da microfono. E' stato un momento magico, il primo da sposati, che e' difficile da descrivere a parole.

Me lo avevano detto tutti, che non avrei mangiato. E io stoica, ce la faro'!
COME NO. Non facevo a tempo a camminare che ero placcata dalla gente. Una piacevolissima sensazione, davvero, ma ecco del buonissimo spumante, dello gnocco fritto, dei piccoli antipasti e salumi che erano davvero così buoni come tutti mi hanno detto io non ho assaggiato nulla.
Appena due amici sono venuti a salutare, ho colto l'occasione: ragazzi facciamo una cosa, io vengo dalla vostra parte, mi imbosco li' con voi ma fatemi solo un piacere: portatemi un bicchiere di vino!
con la coda di organza, ciao strascico della Kate


eccolo senza la coda, da gran serata!


Il valoroso uomo manco a dirlo, non l'ho mai visto. Anche se al tavolo eravamo assieme e con noi c'erano i testimoni. Mio fratello e la sua ragazza si sono pure esibiti cantando In the Ghetto di Elvis Presley che non c'entrava nulla e per questo era perfetta. Ovvio che mio fratello non sa cantare quindi vi lascio immaginare.
Ci hanno fatto fare l'ingresso in sala: signori e signore gli sposi!!
Siccome la sala era a L, e il nostro tavolo era esattamente nel punto centrale da cui partivano le due ali, siamo partiti salutando con la manina alla Elisabetta II, arrivati all'altezza del nostro tavolo Jacopo si stava per sedere. Mentre l'altra meta' della sala ci stava attendendo. Quindi ho dovuto strattonarlo per arrivare in fondo alla sfilata: una scena leggermente comica che vi fa capire a che punto la fame ci stesse divorando lo stomaco.
Ho parlato con tutti, mi sono autoinvitata a un paio di matrimoni e ho invitati tutti a casa da noi in Lussemburgo: ero così felice che fossero li' con noi che non mi sembrava vero.

Durante la cena abbiamo ricevuto dei bellissimi regali: un video con le nostre foto da quando eravamo piccoli fino ad oggi, ovviamente nelle mie ci sono quelle in cui mi ficco le dita nel naso, chiaro. Un gruppo di amici ci ha fatto un quadro con monetine da 2 cents, con la riproduzione di un famoso quadro di Monet.
La torta, mamma che buona, e che bella. Ci hanno pure messo i cuoricini faildate che avevo fatto: al mio matrimonio non poteva mancare qualcosa faildate.

Verso mezzanotte, saluti e baci a genitori e parenti e con un gruppo ristretto di amici siamo partiti per la discoteca. Non pensavamo di andarci, eravamo morti e non so come abbiamo trovato l'energia. Ma che bello ballare, festeggiare con gli amici! Erano anni che non ballavo cosi', qui non e' esattamente all'ordine del giorno andare a ballare. E poi, perderebbe di senso, non ci saremmo così divertiti se potessimo farlo sempre.
Il mio vestito, a cui avevo tolto la coda lunga di organza, era nero e dopo aver pulito la discoteca me lo sono tirato su, e con la camicia dello sposo lo abbiamo legato in modo che non mi disse fastidio.

Alle 5 siamo finalmente andati a dormire.
La sensazione che ci accompagna da quel giorno, e' un grande enorme abbraccio che ci racchiude e ci accompagna. Un sostegno silenzioso e fedele, che ci dice quanto la famiglia e l'amicizia siano importanti nella vita.
E' davvero uno dei giorni piu' belli della vita. E' stato il giorno piu' bello della nostra nuova vita assieme.
E non avremmo potuto chiedere di piu'.




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