venerdì 29 luglio 2011

La via sotto casa

Se esco di casa mi trovo immersa in una bellissima viuzza.
Ordinata e con poche macchine che passano comprende bar, una libreria(la mia seconda casa), un negozio di fiori che sembra piu' una boutique che un fioraio, vari negozi di vestiti(moooolto costosi), un negozio di antiquariato che espone due poltrone che sono diventate un mio oggetto del desiderio e un paio di gallerie.
I marciapiedi ai lati sono ordinatissimi e puliti, non c'e' mai rumore e sembra di essere fuori dal mondo.

In qualsiasi direzione io debba andare cerco di passarci.
Per prima cosa, mi fermo a guardare i negozi di vestiti chic sia per bambini(ma cosa gliene frega a loro di avere la cintura di Fendi e i pantaloncini Burberry io non lo so) che per adulti(ho addocchiato un vestito splendido che in saldo costa solo 1.000 euro), poi passo in rassegna i libri in offerta che mettono nelle ceste fuori dalla libreria(la quale sembra piccolissima ma in realta' si sviluppa in profondita' e su due piani).

Tutti i negozi della via si sviluppano in profondita', larghi quanto la vetrina. Ad eccezione di una galleria. La galleria Schortgen e' sempre vuota. Secondo me gli acquirenti entrano in incognito e velocita'.  In realta' non vedo mai nemmeno il Gallerista(denominato G).
In questo periodo espongono le opere di un artista olandese Robbert Fortgens, che mi hanno subito attirato.
Dance4
Oltre a fotografie, espone e realizza cio' che lui chiama quadri/fotografie.
La fotografia e' affiancata sempre da una superficie dipinta di un unico colore. Prevalentemnete le opere sono sviluppate sul bianco o sul nero.
Cio' che mi piace e' che sia la pittura che la fotografia, creano attraverso il contrasto, una visione che unisce le due componenti grafiche dell'opera.
Il lavoro si sviluppa su un gioco di dualismo tra lo strato compatto della pittura e la superficie lucida dello smalto posto sopra la fotografia. Fotografie che richiamano sempre il movimento in opposizione alla calma piatta della parte dipinta. Questo antagonismo rende i quadri/dipinti multidinamici: il silenzio opposto al rumore, anche minimo, che puo' fare un corpo muovendosi, o il fruscìo di vestito che si sposta.
Le foto rappresentano persone o particolari sfuocati mentre la pittura cosi' statica e compatta riflette la tranquillita'. Quasi stesse a simboleggiare le due entita' di un essere umano: l'impetuosita' di certi atteggiamenti contro la tranquillita' di altri, l'azione giornaliera che si divide tra i vari impegni quotidiani e la calma del sonno profondo.
On the earth
Non so perche' ma vedere queste opere mi fa venire in mente un citta', nella sua frenesia delle 8 del mattino in una giornata lavorativa e la sua calma in un giornata festiva.
Osservarle mi rilassa e mi da un senso di pace.


Come se vivessi in una bolla nella quale tutti i suoni fossero ovattati, i movimenti rallentati e le emozioni accentuate.
E' questo che mi piace dell'arte.
Puo' sconvolgere la realta' quotidiana attraverso piccoli gesti, rielaborandola e riportandocela piu' pulita, meno ansiosa.
Perche' osservando questi Quadri/fotografie ci si puo' immerge in una piccola e nuova dimensione della realta'.


Ovviamente, meglio non sapere quanto costino queste opere. Se no altro che oasi rilassata, diventerebbero un'opera che mi genera un'infarto.



per info:


http://robbertfortgens.blogspot.com/


http://www.robbertfortgens.com/

giovedì 28 luglio 2011

fai da te, prima prova.

Della serie: oggetti di design che posso fare anche io.
Svogliando il giornale mi sono imbattuta nella cassettiera perfetta.
Realizzata dal designer fiammingo Tejo Remy ha diverse versioni.

Esaltata mi dico: ma dai, che ci vuole? sono solo dei cassetti legati assieme. Me la faccio pure io.
http://www.remyveenhuizen.nl/







Si certo, come no. La carpentiera che c'e' in me non ha pensato a un paio di cosucce abbastanza fondamentali.
1. i cassetti. La mia idea era quella di recuperarli da un rigattiere. Si ma i cassetti senza la struttura attorno a cosa mi servono? non posso semplicemente usare dei cassetti di varie dimensioni che ho sfilato via da cassettiere diverse, rischiando di sicuro che al rigattiere la mia idea non piaccia.
2. dove la metto la mia opera d'arte? Chiaramente nel mio monolocale questa scultura oltre a starci perfettamente ci entra anche.
3. come li lego i cassetti tra di loro? Semplicemente con la forza del pensiero.

Entusiasmo da carpentiera smontato in meno di 10 minuti.
E ciao cassettiera...

menzione di merito

Cosa non si fa per amore?
C'è chi dimagrisce, chi ingrassa, chi cambia look e chi cambia casa.
Io ho imparato ad andare in skate.

Non ci sono scuse a riguardo. Se 'camminnare è da sfigati' che puoi farci? non puoi mica fare la sfigata a fianco al tuo supercoolragazzoconskate.
E così ho iniziato, in una Milano piena di salite e discese e buche sui marciapiedi. Ma anche una bellissima Milano che di notte silenziosa ci accoglieva sulle strade vuote.
Dovete sapere che io di skate non mi intendo, ma il valoroso uomo ha un bel longboard, che io ho chiamato Jhonny e di cui sono follemente innamorata. E' come andare sullo snowboard.

A parte quando cado come 'un salame ungherese', citazione del valoroso uomo.
Ovviamente non so fare nessun trick o track che si dica, chiaramente perchè io ho paura della mia stessa ombra. Trasferendoci nel paese incantato abbiamo pure scoperto strade senza buche, lisce come l'olio sulla quale poterci divertire come matti.
 E fu così che da tre che eravamo nel nostro monolocale siamo diventati quattro. è arrivato pure Bock.




Ed eccoli qui i nostri due amici. Mi sono messa a cercare, per amor di gloria, qualche bell'immagine di design di skate ma ammetiamolo, cosa ci fa una donna nel maschile mondo dello skate?
Niente, appunto. Ci sono solo perchè mi piace come Jhonny curva che sembra il mio snowboard e per urlare di recuperarmi al valoroso guerriero quando sto andando troppo veloce(ovvero ogni volta che il marciapiede non è piano).
Già da prima però, ero appassionata al mondo degli skateboarder. Sono sempre stata un po' maschiaccio e sognavo di essere stata in un vita precedente(ma non troppo) uno dei quei ragazzini degli Z-boys di Dogtown che per primi hanno iniziato a fare skate nelle piscine vuote.


In merito a questo ho trovato un libro fantastico che ripercorre quegli anni e la California assolata. Non potendo postare le foto vi metto il link qui. Ci sono se scorrete la freccia, un po' di foto del libro, che sicuramente varrebbe la pena comprare.http://www.ammobooks.com/books/localsonly/

I libri di foto, sono una di quelle cose che mi fanno impazzire. Li comprerei tutti, se non costassero un occhio della testa. E' per questo che, come ogni universitario senza soldi, passo molto tempo nelle librerie qui attorno. Oggi nel mio giretto ho trovato un bel libro della Taschen che riguarda tutti gli oggetti di design di colore rosso. Fatalità il mio colore preferito, mmm stasera faccio gli occhi dolci al valoroso uomo, magari me lo regala.
Impressionanti sono alcuni libri di architettura, con foto bellissime, uno in particolare oggi ha catturato la mia attenzione: raccoglieva i progetti dell'ultimo decennio riguardanti strutture architettoniche colorate.
Per non parlare dei libri di cucina, di viaggi e di arte. Potrei diventare una bambina, sedermi sulla moquette della libreria e guardarli tutti.  A quel punto mi bandirebbero dalla libreria, segnandomi come psicopatica da tenere alla larga.
Mi hanno catturato due libri riguardanti i viaggi. Il primo libro appartiene a una collana di guide della casa editrice teNeues che pubblica queste libri sulle capitali europee da visitare andando alla scoperta delle opere d'arte, di architettura e design  che ci sono.http://www.teneues.com/shop-int/books/aad-guides.html
Finalmente qualcuno lassù che mi ascolta c'è!

Il secondo libro è molto buffo ma davvero interessante. L'ha scritto un certo Lorànt Deutsch e si intitola Metronome Illsutre. Di che parla? Semplice, è la guida di Parigi, una Parigi da scoprire attraverso le fermate della sua metropolitana, ciascuna delle quali riserva enormi sorprese. Dotato di cartine e foto, vi parla di ogni cosa che ci sia nel circondario di una fermata del mitico metrò. Esiste anche in versione senza illustrazioni.

Non capisco davvero il senso certe volte di chi usa quegli aggeggi elettronici tipo i-pad che ti fanno leggere i libri.

Sentire l'odore dei libri, sfogliarne le pagine e portarseli in giro è una di quelle cose per cui ringrazio mia mamma che mi ha obbligato ad andare a scuola.(scena: 'Mamma io a scuola non ci vado, voglio fare la selvaggia' Mia madre: 'Muoviti e non fiatare' e fu così che andai a scuola..)








La cosa più bella di tutte però è riuscire a coniugare varie passioni assieme. Come per esempio starsene in libreria due ore insieme allo skate. Ovviamente senza usarlo per fare salti su ringhiere di scale o tavolini. Quello è meglio se lo lascio fasre agli esperti.

mercoledì 27 luglio 2011

i musei dei libri

Mai portarmi a vedere un museo.
Come mai? Basta domandarlo al mio povero accompagnatore di turno.

Per prima cosa, i musei troppo lunghi non mi piacciono. Secondo, odio i musei affollati. Vedi: Louvre con 100 persone di fronte alla Gioconda di Leonardo(lo sapete che e' stato tagliato ai lati?) mentre nella sala di fianco io me ne sto beatamente da sola a rimirare la Morte della Vergine e I Bari di Caravaggio. In questo caso meglio cosi', niente confusione davanti al mio prediletto.
Terzo motivo: odio fermarmi a leggere le spiegazioni.

Ma allora che ci vado a fare nei musei?
Eh, cari miei, il mio segreto e' tutto negli occhi. Occhi miopi con occhiali, ovviamente.
Osservo tutto, mi annoto sulla mano o sul cellulare il nome degli artisti che mi interessano e via!

E dove diavolo vai? Al bar a farti l'aperitivo?

Macche'. Me ne vado nella parte piu' interessante del museo. Ed eccolo li' piccolo o grande, vecchio o nuovo: il Bookshop, alias il vecchio negozio di souvenir.

Dopo un'ora scarsa di visita all'affollato, ma splendido, Musee d'Orsay, me ne sono rimasta un ora e mezza al bookshop al punto che il valoroso uomo ha elaborato una nuova legge della proporzionalita' apposta per me: 'Per ottenere il tempo che tu passi nel bookshop basta che moltiplico per 2 il tempo in cui hai visitato il museo(NB:questa  legge non e' perfetta)'

I bookshop ovviamente non sono tutti uguali. Di questa passione devo ringraziare mia madre, instancabile lettrice.
Chiaramente, ora non stilero' una lista su quali siano i migliori e quali i peggiori ma se vi capita l'occasione di fare una vita da nomade, o di viaggiare, magari alcuni link qui sotto possono esservi utili:
-Musee d'Orsay: abbiamo gia' menzionato il bookshop di questo grande museo parigino. Ha due piani di libri all'ingresso del museo, non dico altro.
-Albertinum, museo di arte contemporanea di Dresda. Sviluppato in un edificio a corte dell'800 dove questa ha una copertura di vetro. In questo modo e' possibile sfruttarla per l'accoglienza. la parete con minibar, minibiglietterie e minibookshop e' nera, in contrasto con tutto il resto dell'edificio con un candore che sembra tutto fatto di plastica. Nonostante le dimensioni ridotte, avrei comprato qualsiasi cose di questo bookshop.
-Mudam, ultimo arrivato, e' il museo di arte contemporanea del Lussemburgo. Il bookshop sembra un negozio di lusso, sia per il modo di esporre le cose, sia per i prezzi.
-Museo Salvador Dali', Figueres. Cosi' pieno di oggetti surreallisti che non ricordo nemmeno di che forma sia fatto.
-Guggenheim di Venezia. In due stanzette che danno verso un canale tranquillo, piu' che libri vende molti oggetti di design. Interessante e' il fatto che vendono libri d'arte in inglese, francese e tedesco, sia per adulti che per bambini.
-National Gallery di Londra. L'atmosfera antica della Pinacoteca con i quadri dalle grandi cornici e le pareti di un rosso caldo mi hanno fatto ricordare le vecchie biblioteche. Vi ho trovato bellissimi libri, alcuni riguardanti la storia della stessa Pinacoteca.
-Museo del Novecento a Milano. Bookshop di due piani, con testi di design, architettura e arte italiana prevalentemente. Fatto in vetro e legno chiaro, ha gadget e materiale da disegno in vendita. Un bel nuovo acquisto per i musei milanesi.

Vi diro' che non capisco proprio perche' gli spazi espositivi dei bookshop non siano in proporzione con la superficie espositiva del museo. Ci vorrebbe l'elaborazione di una nuova legge di proporzionalita' come la mia.

martedì 26 luglio 2011

Nozioni di disegno: lezione prima ed ultima.

La prima cosa che ti fanno disegnare in una scuola d'arte sono le bottiglie.
Il volume della bottiglia infatti, ti permette di capire perfettamente le proporzioni, di riportare i chiaroscuri e la forma del corpo di vetro.
Quando hai imparato a disegnare a mano libera le bottiglie, hai capito tutto.
Ci diceva cosi' il nostro insegnante, rivolgendosi a una massa di quindicenni perplessi.

Ma, strano a dirsi, aveva ragione.
Entrava in classe, dove i banchi erano posti a ferro di cavallo, distribuiva le tavole di legno su cui con lo scotch si attaccavano i fogli(rigorosamente A3, ruvidi), infine posizionava le bottiglie sui vari piedistalli al centro della stanza.
Noi studenti, stando fermi al nostro banco, dovevavamo solo prendere la matita(rigorosamente non piu' dura di una AB e non piu' morbida d una 4B) e via, iniziavamo a disegnare una, due, dieci volte quelle rotondita' regolari senza mai riuscire a farle decentemente.

Finita la lezione poi, ci trovavamo il lato della mano che tocca il foglio, completamente sporco di grafite che spesso tenevamo orgogliosamente senza pulire fino a che non andava via da sola mentre si scriveva sui quaderni di altre lezioni.
Mi e' tornato in mente questo ricordo visitando questo blog:

http://idee-du-jour.tumblr.com/page/3

Ogni giorno il suo proprietario propone un'idea nuova, alcune veramente interessanti. a pagina 3 e in fondo a pagina 2, sviluppa appunto delle nuove bottiglie d'acqua con forme accattivanti ed eleganti.
Riflettendo su queste ne ha disegnate alcune, ricordandomi la magia di quelle lezioni.

lunedì 25 luglio 2011

una tranquilla domenica colorata

Cosa fare in una domenica di luglio quando piove e fuori ci sono 10 gradi che sembra quasi di essere ad ottobre innoltrato?
Semplice.
Dopo aver pulito casa (invocando l'invenzione di un robot che passi aspirapolvere, moccio, cif su tutte le superfici in vista e non, che stenda e sappia fare il bucato), dopo aver cucinato e aver guardato telefilm in quantità q.b., è arrivato il momento di essere utile alla società. O meglio, alla società dove lavora il valoroso uomo. Il quale tra una passata di moccio e una lavatrice, mi annuncia che ha bisogno urgentemente di me.
Lusingata gli presto attenzione. E mi ritrovo immersa in brochure già fatte da guardare e da cui trarre ispirazione. Il compito assegnatomi dal furbastro, è quello infatti di prestarmi per una consulenza grafica sul dépliant informativo che deve creare nel giro di una settimana.

Hai capito il raggiro. Chiaramente il mio primo istinto è stato quello di tirargli il moccio in testa. Ma lui sa che lusingandomi, cado ai suoi piedi e mi frega.
Allora per il bene della casa, che se no avrebbe dovuto sopportare le mie ire, mi sono messa a dare un occhiata. Trovato il soggetto, il modello di dépliant e il font mi mancava solo la questione più importante. Una questione che per i pubblicitari, è di vitale importanza: la scelta del Colore. Ebbene sì, dal colore dipende tutto.
Il colore prescelto ha il compito determinante di attirare l'attenzione, di catturare il malaugurato cliente. Sembrerà una cosa semplice, ma se provate a vedere qualsiasi flyer, catalogo o giornale, noterete ciò che sto dicendo. Insomma, quanto accattivante è un dépliant con lo sfondo rosso scuro e una scritta rossa rispetto a uno con la scritta in bianco o nero? Io direi quanto un piatto di minestra rispetto a uno di patatine fritte.

Se avete capito la metafora, avete capito il mio dilemma di vitale importanza. Se non l'avete capita, è perchè non so fare paragoni.
La soluzione comunque l'ho trovata, manco a dirlo, qui http://www.colourlovers.com/. In questo sito, amanti del colore, grafici e artisti discutono su varie tonalità e immettono quelle utilizzate da loro. Esistono varie categorie, chiamate Channels, nella quale si possono trovare palette di tutti i tipi: da quelle per matrimoni a quelle per vestiti, da quelle per il web a quelle per la casa. E oltre a questo si possono creare e proporre i propri colori. Non contenti hanno pure un'area dedicata ai pattern. Il tutto può essere visitato senza problemi per trarre ispirazione dalle opere postate dai vari utenti. Ci ho perso metà pomeriggio a guardare tutte le palette per la casa, per le tapezzerie e i vestiti.

E come è finita?

Diciamo che ora il valoroso uomo avrà l'arduo compito di scegliere una tra le 10 palette che ho trovato per la brochure. Non lo biasimo ne lo aiuterò a farlo. D'altronde, un po' furba lo sono pure io.

venerdì 22 luglio 2011

Non c'e' niente di meglio quando sono in versione solitaria, che fare un giro nei negozi di design/arredamento. Vedere poltrone, orologi, lampade, tazzine da caffe' e i piu' disparati e ingegnosi oggetti, mi rilassa. Fino a che non scopro quanto costano.
Ho sempre un capogiro a vedere certe cifre, le quali, se avessi soldi, sarei disponibilissima a spendere. Magari potro' sembrare cinica, ma se qualche amica parla di matrimonio io rispondo dicendo che non vedo l'ora di stilare la lista di nozze con tutti i miei oggetti del desiderio preferiti: dalla lampade Kartell, alla poltrona Barcelona di Mies van der Rohe. Con cio' non voglio dire che non credo nel matrimonio, ma questo e' un altro discorso.

Nel frattempo, sognando ad occhi aperti, ogni tanto mentre osservo qualche oggetto geniale, trovo geniale anche l'ideatore. Ammiro chi riesce a reinventare qualsiasi oggetto rendendolo piu' bello e interessante di prima. Certe volte osservando decorazioni parietali come questa tenda dove sedersi e nascondere un libro

o come questo vaso che si trasforma in barbecue


non posso fare a meno di pensare: ma cavolo, potevo pensarci pure io a farlo cosi'.
Per non parlare dell'IKEA in cui entrerei per non uscirvi piu'.

Ogni volta che vedo qualcosa che mi piace e che mi sembra semplice da fare mi decido a costruirla. Ma e' tutto qui il segreto del perche' non sono diventata una designer: io, a differenza loro, non faccio nulla. E se faccio qualcosa stai sicuro che del progetto iniziale non avra' nulla. Purtroppo, non sono stata dotata del dono del fai-da-te.

Per chi invece (beato lui, dico io) ne fosse dotato potete prendere spunto da oggetti di design firmato dal collettivo RecessionDesign. I loro lavoro che si possono vedere in una mostra, sono progettati per essere riprodotti da noi comuni mortali(sempre e solo pero' chi ha il dono del fai-da-te) e sono realizzati con materiali facili da reperire. I pezzi esposti alla galleria Allegra Ravizza di Milano, sono dotati di foglietto illustrativo nei quali viene spiegato come riprodurli a casa propria.
Io direi che un tentativo vale la pesa di farlo, magari vi riesce bene. Io invece aspetto che il principe azzurro-carpentiere li faccia per me.

per info:

www.evamalschaert.nl

www.moroni.gomma.it

http://www.allegraravizza.com/artproject/?p=shows&id=29

giovedì 21 luglio 2011

La questione del moderno

Ma l'arte della nostra epoca e' arte contemporanea o moderna?
La domanda non ha una risposta difficile ma nemmeno una facile comprensione. La questione e' molto semplice. Grazie a molti storici dell'arte (a partire dal Winckelmann) l'arte e' stata divisa in varie epoche e stili: l'arte antica che comprende quella egiziana, greca e romana, l'arte medioevale che comprende quella romanica e gotica, l'arte moderna che va dal rinascimento al barocco fino al neoclassicismo, e l'arte contemporanea che va dal romanticismo ad oggi. Certo, pare difficile immaginarsi un'opera contemporanea qualcosa fatto quasi 200 anni fa, ma tant'e'.

Nel corso dei secoli molti studiosi hanno provato a capire in base a quali criteri l'arte si esprime nelle varie epoche, ma piu' che questo, e' interessante capire qual nomi abbiano affibbiato all'arte delle varie correnti.

A una mostra di arte contemporanea stavo osservando un quadro: racchiuso in una cornice classica quasi barocca era rappresentata questa massa di colori acquosi che non erano altro che immagini di altri quadri deformati.
"Cosa rappresenta questo quadro?" mi chiede il mio fedele accompagnatore.
"Non ne ho idea" rispondo. Infatti studio storia dell'arte non : come leggere nella mente degli artisti e capire le loro intenzioni. Ovviamente in giro non vedo nemmeno un foglietto con una spiegazione, allora provo a spiegare: "All'interno sono rappresentate deformazioni di quadri moderni"
Il mio accompagnatore a questo punto entra nel panico. "Come moderno? Nel senso che sono attuali? No ma aspetta..quella e' l'arte contemporanea? O no? ma scusa ma allora perche' arte moderna?" Antico dilemma, questo, che non riesco a rendergli chiaro.

Pero' finche' non te lo studi e' dura accettare che l'arte moderna riguarda opere di minimo 3 secoli fa. Inoltre se guardiamo ad altri episodi, questi non sono di aiuto. Se guardiamo all'architettura del novecento questa viene definita moderna e dopo la seconda guerra mondiale, postmoderna, ma non contemporanea. Mi pare una divisione piu' appropriata rispetto all'arte.

Ma come risolvere il problema? Che nome dare all'arte moderna?
Ho dato un occhiata a Wikipedia e nella miracolosa enciclopedia arte moderna viene definita l'arte tra il 1860 e il 1970. Direi che potrebbe essere la definizione perfetta. Ma allora perche' sulla colonna di destra arte moderna e' posta sopra l'arte del rinascimento?
http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_moderna

L'unica soluzione probabilmente e' quella di definire le diverse arti con i loro nomi: arte rinascimentale, manierista, barocca e via discorrendo fino alle prime avanguardie del '900 dove gia' sono molte le diverse correnti artistiche contemporanee. Magari anche nel '500 c'erano molte correnti artistiche contemporanee che non essendo appoggiate a grandi nomi si sono perse nell'universo dell'arte. Ecco un motivo fondamentale per la presenza degli storici dell'arte: grazie alle loro ricerche si possono avere mostre su correnti regionali o cittadine, per non parlare di corsi universitari riguardanti artisti fenomenali poco conosciuti o non presenti sui manuali di storia dell'arte(non esistono manuali di storia dell'arte specifici per l'universita' ma solo per le speriori. ndr).

Nonostante Wikipedia definisca giustamente l'arte moderna l'arte dal 1860 al 1970, nessuno studente di arte alla domanda cos'e' l'arte moderna rispondera' con questa definizione. Anche perche' l'esame di storia dell'arte moderna riguarda appunto tutto cio' che va dal rinascimento al neoclassicismo(incluso o meno).
E pensare che nel '500 con il termine arte moderna si indicava l'arte medioevale gotica, mentre cio' che si produceva in quegli anni era definita arte antica perche' si rifaceva agli ideali di perfezione dell'are antica.

Da allora ne abbiamo fatti di passi da gigante: gli studenti d'arte sono convinti di una cosa, le enciclopedie di un'altra. Da arte moderna che era nel '500 siamo passati a chiamarla arte gotica e da arte antica si e' passati a chiamarla arte moderna.
Eh si, grandi passi da gigante...

mercoledì 20 luglio 2011

vacanze romane

"Toglieteci tutto ma non le vacanze"

Ecco questo dovrebbe essere il motto che rappresenta l'Italia. Nonostante tutti i giornali ci diano per spacciati, con solo il 20% di noi che se ne va in vacanza quest'estate, io sono pienamente convinta che minimo un weekend al mare tutti se lo fanno. Della serie: io studentessa universitaria ho in programma molti fine settimana al mare. Quanti ne faro' realmente e' un altro discorso.

Le vacanze pero', sono sempre un bel dilemma. Dove andare? Che fare? Quanti giorni di ferie?
Stranamente il problema si presenta non nel gruppo di amici, dove ogni cosa va bene tanto si fa baldoria assieme sia a Formentera che nel bar sotto casa, ma nella coppia. E qui si, che sono guai (per non dire altro). La vacanza, o meglio la sua scelta, puo' determinare il futuro del tale coppia rispetto ad un altra. Mai si perdonera' una vacanza andata male in un posto che e' stato imposto dal partner. Che fare allora?
Le soluzioni sono 2:
1.o si impone sull'altro la propria scelta;
2.o si subisce la scelta dell'altro.
Leggasi: e' stato bello stare assieme fino ad ora, ma siamo masochisti e abbiamo deciso di finire la nostra storia a causa di una vacanza.

Oppure, ebbene si', ho trovato una terza via. L'ho trovata per caso, l'anno scorso nella vacanze con il mio valoroso uomo. Non mi sto molto a dilungare sulle vacanze che tanto non interessa a nessuno, ma cio' che ci e' riuscito gran bene e' stata l'ubicazione della nostra tendina in una spiaggia dell'Argentario molto bella e selvaggia. Il centro piu' vicino era cosiddetto Porto Ercole. Citta' che vi diro' mi ricordava qualcosa. Una sera prendiamo e andiamo in questa ridente cittadina(numero di locali: 2) e noto fin troppi striscioni dedicati al 400centenario dalla morte del Caravaggio, mio amato pittore.
Mmmm, la cosa si fa sempre piu' misteriosa, pensa il mio cervello da storica dell'arte impolverato e disidratato dal troppo sole. Ci vuole un aperitivo per ricordarmi che Porto Ercole e' il luogo dove e' morto il mio amato pittore. Il valoroso uomo chiaramente mi guarda e con stupore mi dice: "sei una storica dell'arte proprio se ti ricordi solo ora(ndr che erano 3 giorni eravamo gia' li') che Caravaggio e' morto qui"

E' lo so. Sono un po' svampita. Ma cio' non toglie la sorpresa che ci ha riservato Porto Ercole, citta' che ho eletto come mia seconda residenza dopo che in una chiesupola del centro storico arrampicato sul costone di rocca a picco sul mare, hanno esposto questo spettacolo:


Il San Giovanni Battista e' uno degli ultimi tre dipinti trovati di Caravaggio il quale se li stava portando con se' nella feluca che e' arenata esattamente -udite udite- sulla spiaggia dove avevamo la nostra tendina. Il valoroso uomo ci ha impiegato un bel po' a staccarmi da questo quadro, quando per la prima volta in vita non ho dovuto ne pagare, ne fare ore di coda, per vedere il mio beniamino.

Da questa esperienza quest'anno ho quindi deciso di partire alla ricerca della vacanza perfetta. Una vacanza che coniugasse le mie passioni, e quelle naturalmente del mio uomo. Chiaramente ci sono varie possibilita' per tutti gli interessi e le tasche. Ma il mio consiglio e' concentrarsi su una passione per ciascuno, rischia di diventare altrimenti troppo complicato. Ma se riuscite a coniugarne di piu', ben venga.

La prima idea e' stata fare le isole della Grecia con lo zaino in spalla...e il manuale di storia dell'arte greca in mano. Chiaramente una bellissima idea, non avevamo fatto i conti col fatto che le ferie sarebbero state in pieno agosto: "forse in Grecia fa troppo caldo" si lamenta il valoroso uomo.
Detto fatto, cambio di meta. E qui arriva l'ispirazione che si chiama Biarritz. Ridente cittadina francese della costa basca, e' una meta rinomata per i surfer quali il mio valoroso uomo. E mentre lui serve io che faccio? Semplice, me ne vado qui


La cite' de l'Ocean et du Surf, ideato da Steven Holl e collaboratori e' un museo, piazza e centro espositivo costruito basandosi su di un semplice concetto: cio' che sta sotto il cielo(ovvero la piazza sul tetto dell'edificio) e cio' che sta sotto il mare(ovvero l'edificio museale, come si vede nell'immagine piu' in basso). Conoscendomi, altro che spiaggia. me ne staro' tutto il giorno in ammirazione di questa creatura che emerge dalla sabbia.
E non contenti, amanti del vino come siamo, io e il valoroso uomo partiremo sulla nostra bat-mobile e attraversando tutta la Francia, ci fermeremo qua e la' a gustare il vino.

Quale migliore vacanza?

Non paga, ho trovato un' altra vacanzina, questa volta sul suolo italico.
Sempre con la bat-mobile, partiremo alla volta di Venezia, leggasi Biennale, per raggiungere gli amici nella splendida Jesolo(cosi' splendida che non ci sono mai stata) per poi attraversare gli Appennini e portare il mio uomo a Firenze, a vedere la mostra che la citta' dedica al Vasari, essendo oggetto del mio prossimo esame, giusto per ricordarmelo. Come tutti sanno(tutti, ma proprio tutti) Vasari e' uno dei piu' grandi storici di meta' del 500. Famose sono le sue Vite de' piu' eccellenti pittori scultori et architetti. Non solo storico, ha eseguito molti dipinti, ha collaborato in eta' giovanile con Michelangelo e  Rosso Fiorentino, ma soprattutto ha lavorato per quasi 20 anni alla corte di Cosimo I de' Medici aiutandolo nella sua affermazione del potere attraverso la costruzione degli Uffizi e di molti altri apparati decorativi. Proprio a questo intimo rapporto che il Vasari ha avuto con il duca e' dedicata la mostra, e anche il mio esame(ironia della sorte..). Direi che questa e' perfetta com vacanza: coniugare amicizia, mostre e studio non e' roba da poco.

weekend nella casa per le vacanze progettata da archistar. Vedasi:

http://villa-eden-gardone.com/

E allora si', finalmente saremo tutti appagati.
Non piu' mostre, ne' bat-mobili. Non piu' vani tentativi di coniugare vacanze ed interessi. Ma solo un unico e lungo weekend di relax che durera' 3 mesi. E questa volta non sara' un weekend solo in linea teorica.



per info:
http://architecturelab.net/cite-de-locean-et-du-surf-biarritz-france-by-steven-holl-architects-16685/

http://www.firenzeturismo.it/eventi-in-rilievo/vasari-architetto-di-corte.html


martedì 19 luglio 2011

L'arte di fare il bucato

Ok. Dunque. Poniamo il caso , che fino ai 22 anni vi siate fattti fare il bucato dalla mamma. Vedendo come poi trattavate i vestiti appeni stirati lei ogni tanto tentava uno sciopero del bucato che ogni volta però veniva ritirato. Quindi, poniamo che voi partiate per sei mesi all'estero, precisamente non in una paese caldo ma in uno molto freddo dove il maglione di lana è il simbolo anzionale. Che fare? Mamma compra il detersivo e l'ammorbidente, vi spiega come funziona la lavatrice dell'anteguerra del dormitorio della quale lavatrice capisce solo la parola 'voll' e via. Risultato? Beh magari all'inizio avete la fortuna dei principianti. Ma poi arriva il giorno della lana.
La mia decisione(furba pensavo io) è stata: lavo tutto a mano! Detto fatto. Insomma la mammina lo fa sempre che sarà mai?
Il risultato sono state 2 nuove vestaglie di lana e un vestito che una volta era un maglioncino.
Avrò imparato la lezione? Ebbene no.

Poniamo il caso che voi torniate da quest'esperienza e il vostro ragazzo venga preso per un tirocinio all'estero. Giustamente, mica si buttano queste occasioni. Che fare? Non avendo un lavoro, essendo in fase “devo-dare-gli-ultimi-esami-aiuto-sto-sclerando” si fanno le valigie e si parte alla volta dell'ignoto.  E quindi eccomi qui, davanti a un altra lavatrice straniera.
Il mio bell'uomo lavorando in giacca e cravatta deve almeno avere le camicie pulite e stirate.Il porblema si pone quando si vive in un monolocale senza lo spazio per avere ferro da stiro e asse, non avendo principalmente enmmeno spazio per muoversi. La prima fase della guerra con le camice l'abbiamo affrontata via skype: “come faccio a stendere le camice?” “si stendono dal colletto, o mio valoroso uomo, così magari hanno uan parvenza di non stropicciatura.”..chiaramente ha vinto la camicia rimasta stropicciata.
la seconda fase è stata semplice da vincere: genitori in visita ci regalano tessera della lavanderia. In cambio promettiamo di portare le camicie sempre a far stirare. Risultato? Due mesi che non le porto. Un motivo c'è, non avendo motli soldi..che vuoi tagliare? La spesa? Assoltamente no. L'unica spesa superflua: la lavanderia.
Passando alla terza fase abbiamo raggiunto una tregua. Le camice si lavano in lavatrice, e appena finito le stendo sull'appendino: cosi almeno hanno una parvenza di ordine.
Tranne quando facciamo la lavatrice e ce le dimentichiamo dentro. Poniamo questo caso. Che fare quando te ne accorgi la mattina dopo e il tuo uomo ne ha solo una pulita che gli fa schifo? beh innanzitutto si mette quella. Poi tu chiami la mamma alle 8 di mattina in verisone disperata. “c'è la fase solo di risciaquo, fai quella” dice lei, con una voce tranquillissima.
Dopo mezzora che con goggle translator traduco la lavatrice che ha le scritte in tedesco, decido che le rilavo e morta lì.

Ho vinto questa battaglia, ma la lavatrice si è portata via il maglione di lana del valoroso uomo. Lo uso io giusto per non sprecarlo. Se non lo avevate capito, non sono propiro una casalinga modello. Ma tant'è, l'arte di sapersi arrangiare è sempre arte.
Ora una soluzione l'avrei anche trovata al mio problema:
Posso appenderci sopra più di 10 camice alla volta e di sicuro una parvenza di ordine alla fin fine l'avranno. Comprato questo l'unico problema che rimane da risolvere e dove metterlo, visto che nel monolocale difficilmente ci sta. Aspetterò la casa più grande dove mettere questo e ovviamente anche il ferro da stiro con l'asse. Che rimarrà a prendersi la polvere il più delle volte.


Per maggiori informazioni sull'appendino e la designer ecco il link al suo sito di genialità:
www.alicerosignoli.it

plasticando

Se guardiamo alla storia dell'arte, la controversia sulle arti, su quale sia la migliore sulle altre nasce gia' ai tempi di Plinio. Questo te lo dice pure Wikipedia nella sua scarna spiegazione della controversia sulle arti.

E' molto semplice. Vai su Wikipedia, scrivi: controversia sulle arti e ti appare questo miniparagrafo dove qualsiasi storico dell'arte o amante del genere puo' impallidire. Vengono menzionati solo: Plinio, Leonardo, Michelangelo, Vasari e pochi altri.
Allora perche' quando in arte la si studia questa Questione(con la q rigorosamente maiuscola) e' la Questione di primaria importanza?
Semplice. Fino alle avanguardie del 900 l'arte non e' mai stata intesa come un compendio di tecniche a utilizzare assieme senza troppi problemi. Prima, la nostra cara arte era divisa in arti minori e maggiori, gia' dal tempo dei greci. Chi fa miniature e' un semplice artigiano, ma chi dipinge su tavola, o chi scolpisce, e' un artista.

Quanti letterati, storici soprattutto dalla fine del rinascimento fino alla fine del 17simo secolo si sono prodigati nel cercare di trovare la vera classifica delle arti: dal Vasari al Bellori, dal Mancini al Baglione. Risultato? Nulla di definitivo, il discorso non e' mai stato chiuso: come si puo' infatti chiudere un discorso che cambia in base alle esigenze dell'epoca?
Il concetto del bello, era alla base della comprensione artistica del seicento. E adesso?Ecco il perche' di questo blog, e del suo nome. Leonardo da Vinci sostenitore della platisca come arte che detiene il primato cambiera' idea: sara' per lui la pittura a detenere infine il primato; pittura per lui e' la prima scienza in quanto
 "questa non s'insegna a chi natura nol concede, come fan le matematiche, delle quali tanto ne piglia il discepolo, quanto il maestro gliene legge. Questa non si copia, come si fa le lettere [...] questa non s'impronta, come si fa la scultura [...] questa non fa infiniti figliuoli come fa i libri stampati; questa sola si resta nobile, questa sola onora il suo autore, e resta preziosa e unica, e non partorisce mai figliuoli uguali a sé".[1]
E' un peccato, perche' a vederla come' e' oggi, la plastica e' forse cio' che piu' accomuna l'arte contemporanea. Cos'e' infatti l'arte oggi? cosa la distingue dal design, dalla fotografia, dall'architettura, dall'alta cucina e l'haute couture? molte volte guardando opere contemporanee fatichiamo a distinguerle, a definirle davvero per quel che sono. derivano tutte dall'ingegno, dall'intelletto e dalla fantasia, comprendono tutte una concezione plastica: un vestito tagliato in maniera sartoriale, una bella lampada, un edificio studiato per soddisfare al meglio le esigenze, un piatto di pasta fatto con tanto amore dalla nonna non differiscono nella loro sostanza primaria da un quadro o una scultura. Ecco di cosa si parlera' in questo blog, di arte intesa come le arti congeneri plastiche, come solo in questo momento storico si possono finalmente definire al pari livello.

1.Trattato della pittura, I, 4




ps. ma chi voglio prendere in giro. questo NON sarà un blog serio.

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