giovedì 26 settembre 2013

Ci eravamo tanto amati: facevo il mosaicista edition

La casa sa di malato, in giro c'e' il caos.
Tazze di caffe' vuote, pentole sporche. FAZZOLETTI OVUNQUE.
Tranquille, ho solo un LEGGERO reffreddore.
Tranquille, mi riprendero'.
D'altronde ricordiamo tutti quando il valoroso uomo dichiarava di avere la febbre:



In fondo sono la sua degna fidanzata.

Visto la mia impossibilita' nel respirare, nel soffiare il naso, mangiare (ciao herpes) e stare distesa (ciao spm) mi sono data all'aggiornamento sfilate.
Ne ho tante, tante in servo per voi.
E' tanto, taaaaanto che voglio ricominciare la famosa rubrica che non si caga nessuno, sulla moda e il design.
Dunque ricomincio da LEI.
La dea dei fiori. La mitica e unica, Holly Fulton.
La amo, vorrei indossare qualunque cosa sua, perfino quel vestito che sembra tanto la mia prima idea di invito al matrimonio. Si lo so, grazie al cielo non sono io la graphic designer.


Holly, mia cara, appena l'ho visto devo essere onesta che ho pensato: sembra il bagno di qualche casa. Si, sembra proprio il MOSAICO DI QUELLA CASA CHE HO VISTO SUL GIORNALE.

Mia cara, Holly, che lavoro che hai fatto. Io personalmente la stampa a mosaico cosi' l'adoro, anche piu' di quella bizantina di Dolce&Gabbana della fw1314.

Mi ricorda Bisazza, la compagnia del mosaico.
Allora per te, per renderti ancora una volta regina di questa magnifica rubrica, ho cercato in lungo e il largo quella foto.
Non capisco perche' Google per voi sia una risorsa cosi' utile visto e considerato che quando ho scritto bisazza mosaico fiori mi e' uscita come prima cosa questa foto


Nada Holly, non l'ho mica trovata.
Ci dobbiamo accontentare nel constatare che assomiglia un po' alla poltrona mosaicata sempre da Bisazza, quella famosa di Mendini.



Ma Holly non ti preoccupare, non mi do per vinta.
TIVIBI.


giovedì 19 settembre 2013

7 cose che gli uomini possono imparare da Love Actually

Quando il gallo non c'e' le galline cantano. Faceva cosi' il proverbio?
Il valoroso e' partito da manco due ore, che qui mi sono gia' data un gran da fare.
Ieri sera appunto, mi sono dedicata a me stessa.
Dopo la vestito maratona, ovvero l'allenamento personale per entrare nel vestito piu' importante che esista (ho impresse a fuoco nella memoria le mie misure di quando l'ho preso...e devono dico devono rimanere quelle), ho magnato come un bue (giustamente) e mi sono guardata uno dei miei film preferiti.
Avevamo gia' parlato di film, ma qui la cosa e' seria.
Qui si parla di Love Actually.
Della commedia delle commedie. Dopo che ieri mi sono vista Diana (MEH), ne avevo bisogno. E allora mi sono domandata, ma perche' gli uomini questo film lo snobbano.
Avrebbero molte cose da imparare da questo capolavoro eeeenglish.

Innanzitutto che la moda ai tempi era alquanto bizzara. Non troppo, ma minchia tutte quelle pance fuori e gonne lunghe alla puritana magari non fanno proprio al caso nostro.
Che perfino, PERFINO!, Claudia Schiffer col cappello da montagna non stava bene.
E parliamo della caciotta in testa?
La chiamo cosi' ma e' il capellino quello fatto a maglia dai...
Si, parlo di lui.
Quindi, Prima Lezione, mai. Dico MAI, lamentarvi di come ci vestiamo di moda ora.
I vestiti sono piu' larghi?
La gonna non e' piu' una cintura lunga?
Bon allora RIPRENDETEVI LA CACIOTTA.

La Seconda Lezione e' che non esiste altra boy band al di fuori dei Backstreet Boys. No dai, anche i Five. E gli Ultra. (ma voi loro ve li ricordate?) E beh, anche i Take That.
Ma no, I BLUE NO.
E manco quelli la' che ci sono ora.
Quindi, uomini, appunti alla mano e se volete veramente conquistare una donna con la musica evitate, dico e-vi-ta-te, altre boy band se non quelle sopra elencate grazie.

La Terza Lezione e' che a noi, ce piace il ROMANTICISMO.
Si ma quello vero.
No pulcino pulcetto micio macio.
NO.
Noi vogliamo voi, fuori da casa nostra che comunicate a cartelli e ci dichiarate che

Ecco appunto.
Ma ci basterebbe che copiaste direttamente il tutto.
Adattandola all'occasione speciale. Anche se tutte le occasioni sono speciali per noi.



La quarta lezione e' che I Beatles, sono la chiave.
All you need is love.
Cioe' non e' che pretendiamo tanto.

Poi ecco, se ce la presentate cosi', che volete farci.
Saremmo ancora piu' contente. Ed innamorate.


scusate i sottotitoli in spagnolo ma mi risulta difficile trovare altri video.


La Quinta lezione e' che a noi ce piacciono i gioielliiiiiiii!
E che se voi lo regalate a qualcun'altra vi stramazziamo al suolo come solo noi donne possiamo fare. La vendetta per noi e' lunga, gelida e voi semplicemente non avete e non VOLETE AVERE IDEA.

La prossima lezione riguarda voi cari uomini. Che se sapete che ci piacete agite che se aspettate noi, finisce male.
Agite e agite, e diventate belli e muscolosi come quel grafico la'. Meglio che non mi ricordi come si chiama.
Ma anche Colin ha sempre il suo fascino, pure quando parla portoghese.
Ma voi non avete bisogno di imparare una lingua, semplicemente dichiaratevi. Fatelo, e lei sara' vostra.
Chiaramente se lo fate alla maniera del film avete piu' chance, io ve lo dico.

La Settima e ultima lezione sta tutta nella fine del film. Lo sappiamo che siete romantici quindi siatelo. Sedetevi accanto noi, sorbitevi i nostri film cult come noi facciamo con i vostri e alla fine anche voi, vi renderete conto che il romanticismo e' importante.
Non solo sotto Natale.

A Natale ricordatevi solo una cosa: e' importante fare dei BEI REGALI.
E poi siete a posto.

giovedì 12 settembre 2013

The: Primo matrimonio.

In principio eravamo tre scricciole all'asilo.
Poi alle elementari e con gli skutz (al secolo scout) siamo diventate sette.
Una va, l'altra resta, vabbeh le storie di una vita.
Ma a 25 anni, ci siamo ritrovate al nostro primo matrimonio.
Dopo mesi di preparazione grazie alla Zit e ai suoi articoli, ero pronta.
Piu' o meno.
Volevo qualcosa di mio, volevo qualcosa da dedicare alla sposa, un qualcosa che se lo scopre mi ammazza.

Durante l'odissea del ritorno a casa attraversando la Svizzera, ne ho approfittato per comprarmi il famoso September Issue di Elle. Apriremo in un altro post l'infinito dibattito su chi ha la meglio tra Vogue ed Elle. Se parliamo di versioni italiane, il mio cuore da piu' di dieci anni a questa parte appartiene sempre e solo a ELLE.
Punto.

Ma stiamo divagando. Durante le code infinite al passo S. Gottardo l'ho bene bene sfogliata trovando svariati faildate possibili.
Cercavo una borsa per il matrimonio? Si, lo ammetto.
Avevo i soldi per comprarla? No, visto che avevo sborsato vari acconti e venivo dai saldi italiani (dove non l'avevo trovata)
Volevo fare un bel fail? SI! (dovevo farne uno della Geneva che chi mi segue su Instagram sa bene che era in programma ma in somma di un crop top io non me ne faccio nulla.)

E allora la clutch di Benedetta Bruzziches ha fatto al caso mio.
Non so bene come, ma fa al caso mio.
Guardatela e innamoratevi.





Come farla, non lo sapevo. Ma ho seguito l'istinto.
Una mattina della settimana scorsa ho realizzato che forse era il caso di cominciare la borsa se no al matrimonio ci arrivavo senza.
Presa dallo spirito del fail, ho iniziato cercando della carta straccia da mettere sotto ai miei danni per evitare di sporcare ovunque. Giustamente, ero appena stata presa dallo spirito del ripulisci casa da tutto le cartacce. Dunque ho dovuto usare della banale CARTA DA FORNO. D'altronde chi non la usa?
Grazie a Dio non era OLEATA. (O OLIATA?BOH)


Il materiale c'e'. Sostanzialmente: scatola di legno trovata in casa risalente a un'altro faildate, colla quasi vinilica e cotone.
Il resto viene da se': per iniziare spalmo la colla e ricopro la scatola di cotone.
Un lato, poi un altro e via cosi'.





A tal punto che mi sembra la nuvoletta di Pollon. E vi diro', che non era mica tanto male cosi'. Ormai nella moda ne abbiamo viste di tutti i colori: insomma dopo le borse pelose, una nuvolosa che vuoi che differenza faccia?

 Pero' la mia mission era un'altra. E quindi ho continuato il mio cammino.

Mi sono fermata solo un secondo per fare una foto del genere. Babbeh.
Come vedete io ho usato una stoffa a caso, con nastrino in pandan trovato a caso.
Ho poi preso le misure il qualche modo: ho posato la scatola, l'ho girata, l'ho rigirata, ho messo spilli a casaccio, e l'ho imbastita.
Imbastire: la mia parola preferita.





Il risultato era diverso dalle aspettative, ma doveva essere un pacchetto regalo. Gia' io non sono brava coi pacchetti regalo, figuriamoci con uno fittizio come questo.
A quel punto ho tagliato correttamente la stoffa.
Si, ciao proprio.

Ho cucito i bordi alla frankenstein, e poi con la stoffa in eccesso ho incollato i lati del legno nudo che sarebbero rimasti scoperti.




Ho giustamente incollato come se non ci fosse un domani, come questa significativa foto vi mostra. Guardate la concentrazione.
E cerchiamo di capire assieme quale astrusa posizione il valoroso uomo ha assunto per prendere la foto considerando che i suoi piedi SONO INQUADRATI.






Ho continuato l'incollamento seguito passo passo per capire come ho piegato i lembi: in sostanza ho fatto veramente finta di fare un pacchetto regalo, e a me solitamente i pacchetti regalo vengono da schifo.
Mentre si incollavano le ho fissate con delle mollette e ho lasciato aperta la scatola in modo che assumesse almeno un'apertura massima-minima.
L'ho lasciata asciugare, per un paio di ore dove ho mangiato e lavato casa (Seeeeeh, questo lo vogliamo far credere al valoroso uomo).



Ho completato l'opera col fiocco e fissato un po' il nastrino con la colla.
Ho notato che l'interno faceva pena ma nel complesso, non e' un faildate riuscito.
Ma sono contenta perche' in realta' e' venuta superbene!

Ero molto fiera di me e la mattina dopo ho giustamente chiesto consiglio alla Zit sull'outfit. A parte le scarpe e la domanda sul pacchetto regalo, il resto e' stato approvato: la scelta delle scarpe e' stata ardua, difficile, e breve. Nei miei 30 minuti di pausa pranzo sono pero' riuscita a cavarne fuori qualcosa, anche se non approvate.
Ma!
C'e' un Ma!
Insomma, le foto su internet sono un cosa, la realta' e' un altra.
E siccome ero davvero fiera del mio AUTFIT, vi ho sparato una posa.
Poi che vi piaccia, e' un altro discorso. Non me la prendo eh.

Grazie mamma fotografa.

In complesso ero fiera, e mi sentivo grandemente Faiga.
Questo trovo sia l'importante. E poi su 5 amiche 3 eravamo fan della Zit e non abbiamo fatto altro che criticare le altre, la perfidia la chiamavani.
Io pero' ero l'unica che non aveva un vestito ma uno spezzato, per me Epic WIN.

La sposa, beh lei...mi ha commosso.
Mentre scendeva dalla macchina e entrava in chiesa, ho rivisto tutti nostri anni assieme, quando giocavamo in giardino, quando uscivamo la sera adolescenti sbarbine.
Ed e' stato un dolcissimo colpo al cuore.
Vi lascio con una foto di noi 5, senza la sposa che era gia' partita.
Abbiamo bevuto qualcosa tutte assieme, come ai vecchi tempi.
Ed e' bello in questi momenti essere a casa.


martedì 3 settembre 2013

Come sconfiggere un titano: un non troppo faildate

L'intenzione c'e' sempre stata, di scrivere intendo.
Solo che fino a ieri, le vacanze per me non erano finite.
Si lavoravo, ma tornavo a casa a pranzo, dove il valoroso mi preparava qualcosa di caldo e/o di fresco. Mi alzavo alle 8.45 tanto io al lavoro vado alle 10 (si odiatemi).
Facevo con calma, il caffe' per tutti e due, qualche volta la colazione a letto.
La casa profumava di pulito, perche' lui e' un miglior casalingo che me, quando naturalmente ci si mette.

C'e' stata la fiera, ovvero c'e' ancora la fiera ma visto gli incubi avuti la notte dopo il cibo fritto, ho lasciato stare.
Anche perche' io non salgo piu' su nessuno di quei maledetti marchingegni che il valoroso uomo ama tanto. No zero. Ho gridato cosi' tanto che gli adolescenti che avevo nel mio gruppo ridevano come degli imbecilli.
Tutto cio', segnaliamolo e evidenziamolo, l'ho fatto per AMORE SUO e che quindi la prossima volta che mi fa una filippica su 'ste cose, voi sarete i testimoni che io per lui l'ho fatto.

Ho voluto scrivere e non l'ho fatto perche' ho rallentato. Da luglio lavoro full time (si sai che roba), sono assorbita dal mio lavoro che finalmente ammetto quanto mi piace. Ma questo sara' soggetto di un post a parte.
Sono uscita, ho lasciato indietro alcune cose e soprattutto, ho cercato veramente di rallentare.
Di smetterla di crearmi troppi impegni. Di assaporare il momento. E per voi gente normale, questo sembrera' assolutamente normale.
Ma per me no.
A Natale scorso ho fatto quello che la mia terapista (ehm psicologa) ha chiamato burn out: troppi impegni, troppa stanchezza. A Natale e' iniziato un brutto momento fatto di attacchi di ansia, periodi bui dove non c'era niente e nessuno che mi potesse tirare su e pensieri molto negativi sul mio uomo.
Non so come spiegarlo, cioe' come me lo spiegavo io era assurdo: io mi credevo pazza. Avevo una voce interiore che mi diceva che non lo meritavo, che non facevo nulla per lui.
Lui, che e' qui con me. Che e' la mia unica certezza, che mi accetta cosi' come sono. Non tanto perche' non ne voglia avere altre, ma perche' fuori sicura e dentro una frana, lo sono sempre stata.

Un dolore cosi' non l'ho mai provato, una lotta tra titani all'interno di me stessa, che non auguro a nessuno.
Viene fuori che anche in salute non sto un granche': tiroide sballata, ferro che non esiste, non parliamo della vitamina D.
Inizia un lungo percorso, uno dei piu' duri: la ricostruzione di me stessa, della mia fiducia in me e della sicurezza delle mie azioni.
Con la psicologa all'inizio provo varie strategie: i post-it positivi, la lettura di libri con esercizi etc.
Poi trovo la mia. Nel mio cuore distrutto, decido che cosi', per l'amore che ho per Lui non posso proseguire: ne' lui ne' io ce lo meritiamo, capitano a tutti momenti neri, a noi donne poi...lasciamo stare.
Inizio a scrivere ogni sera, solo le cose belle di quella giornata. Il che inizia ad aiutarmi. Leggo un libro terapeutico, una cosa che prima non avrei mai fatto.
Mi accorgo ancora di piu' della mia solitudine: le amicizie sbagliate aka le inculate, ma soprattutto la solitudine che ho con me stessa non funziona.
"Devi farti piu' amiche"
La frase piu' temuta della mia vita. Per non parlare quando te la dicono a 25 anni.
"La tua coppia funziona benissimo, sei tu il problema: la poca stima di te non ti porta a conoscere nessun altro, a fare appiglio o appoggio su qualcun'altro e cosi' il tuo unico nucleo qui e' lui e te. In un paese straniero come in Italia, cio' non puo' funzionare"
Eccolo qui riassunto, il problema delle mie "voci", degli attacchi d'ansia e dei giorni bui dove chiamavo mia madre chiusa in bagno al lavoro e piangevo senza manco sapere piu' perche'.
Diciamo che la spiegazione di sopra puo' essere accentuata anche da un piccolo problema ormonale dato sia dalla tiroide che dal mio essere donna.

A inizio maggio ho l'ultimo vero momento nero. E lui, il valoroso uomo e' li', mi ascolta e con coraggio non fa altro che starmi a fianco.
Amare e' anche esserci nei momenti piu' bui, nell'avere consapevolezza del proprio amore e nel viverlo con serenita'.
E scopro che posso controllare questi momenti: accoglierli dentro di me, accettarli e andare avanti.
E da qui inizio pure a vedere qualche amica in piu': non un appuntamento settimanale ma quasi. E' un percorso che ancora non e' finito, ma a maggio c'e' stato il mio canto del cigno, il mio ultimo segnale.

Non dico che ora e' sempre tutto rosa e fiori, ma la coscienza di se' arriva con calma e serenita'. Arriva con l'acquisto di nuove amicizie e di vecchie via skype.
Arriva lentamente, ma arriva e sono fiera del mio percorso. Sono fortunata e fiera: l'ho affrontato, si ne ho avuto paura ma sono qui, ancora con lui.
Lui, che durante le vacanze italiane avro' visto si e no 4 volte.

Lui, che invece di stare a casa al sole un mese ha deciso di tornare su con me.
Lui, che mi chiama felice che il graffito sulla sua macchinina sia andato via dopo il lavaggio. Lui che non si stanca mai di motivarmi, di ascoltarmi e quando mi imita nel mio logorroismo io manco lo posso tollerare.
Adoro il suo essere silenzioso, il suo credo di parlare solo quando si ha qualcosa da dire.
Senza di lui, non sarei io. Non ora non cosi'.
Ne siamo usciti, ancora piu' complici, ancora piu' sicuri che questa cosa nostra vada oltre l'amore, l'amicizia, la convinvenza.
E' il nostro universale sentimento misto, perche' amare e' in realta' avere molta, moltissima pazienza. L'amore e' bellissimo, ma difficilissimo.
L'amore e' un equilibrio, che solo noi sappiamo mantenere: ognuno ha il suo.

L'amore per me sei TU, valoroso uomo. L'amore e' quel primo sguardo sul treno, quando te avevi i capelli riccioli e io il culotto di 10 kg in piu'. Quel giorno di 6 anni fa, quando il mio cuore era rotto e distratto, quando la mia amica si e' distratta con te.
L'amore sei tu, quando mi asciughi le lacrime e mi dici che andra' tutto bene, perche' mi ami e conta solo quello.
Ed e' per quello, che quella sera di fino maggio, sotto la pioggerellina gelida di fronte alla stazione di Lussemburgo, circondati da drogati e polizia, mentre tu mi insultavi, mi dicevi che avevi pianificato tutto: una cenetta, champagne e infine la domanda, ma io no! non poteva aspettare perche' io sono cosi' impaziente e allora va bene eccomi qui a dirti che ti amo e a inginocchiarmi, e li' ho realizzato che amore mio, mentre mi chiedevi di sposarti, sotto la pioggia, inginocchiato e anche forse un po' preoccupato dai drogati che ci guardavano storto, proprio li' ho pensato che eri sempre stato tu a dirmi quel si cosi' speciale.

Anello a parte, che sto ancora aspettando.

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