Succede che ad un certo punto la palestra e' toccata pure a me.
Dopo le banchettate di quest'estate, mi ero messa seriamente a correre.
Sono andata una volta con un collega del valoroso uomo, il quale mi ha fatto correre due ore di filato e alla fine non avevo piu' fiato manco per dire "ahia". Il suo mantra era: senti il dolore, accoglilo e convivici.
Non ho camminato normale per una settimana dopo. Eccome se ci ho convissuto col dolore.
Mi ci sono messa con un'amica, seriamente abbiamo iniziato a fare due-tre volte a settimana una bella corsa da un'ora circa. Tra donne e' comodo, si corre ma si tiene un po' di fiato per parlare.
Fino a che, non e' arrivato il freddo.
Il buio pesto.
La cosidetta ZEROVOGLIADIUSCIRE.
Ho tergiversato due o tre settimane prima di tornare in Italia per la prima prova del vestito.
Si, sapevo di non essere in forma.
E infatti. Lo provo e non posso respirare se no gli spilli si staccano e mi pungono la schiena.
Mi guardo di profilo e realizzo: MIO DIO SEMBRO INCINTA.
E fu cosi' che mi ritrovai in palestra.
La mia coach mi ha chiesto quali sono i miei obiettivi.
"Fare in modo che la mia pancia non assomiglia a una pancia incinta"
E allora l'unica soluzione si chiama: l'ADDOMINALE ASSASSINO.
Seguo i corsi che posso, perche' qui l'ultimo lo fanno alle 7 di sera. La prima volta ho fatto GAG e poi step.
Mi sentivo un po' come la Zitella, ma in realta' piu' andavo avanti, piu' mi sentivo semplicemente una RINCOGLIONITA.
Gambe che tremano, addominali che non esistono, accompagna da Lady Gaga che urla: Born This Wayyyyy. Pero' quanto mi gasano i minuti iniziali.
E nel sottofondo l'istruttrice che parla francese, ma io non ci capisco 'na cippa.
Vabbeh, finito Gag, ho pensato bene di continuare con Step.
Chiaramente, ultima fila, la fila della vergogna.
Io vedo tutti, posso seguire i loro passi visto che non capisco nulla.
Partiamo:
cammina
step normale
ginocchio in su a destra, scendi, ginocchio in su a sinistra, scendi.
ginocchio in su a destra per tre volte, scendi, ginocchio a sinistra per tre volte scendi. E quando lo fai dai uno slancio anche al braccio che cosi' sembri anche una PRO.
E poi, mi sono persa.
C'era anche una piroetta da fare, sono sicura.
E di fianco chi ho? La gasatona di turno. Una figa assurda, per di piu' spagnola.
LA ODIO. Salta come un ossessa, ma dico che salti a fare se ti dice di camminare?
E poi FA TUTTO GIUSTO.
Non vi parlo nemmeno della casalinga disperata in prima fila, che non ne sbaglia una e fa palestra da cosi' tanto tempo che ormai manco suda piu' per la fatica.
Alla fine del corso l'istruttrice ci dice: "oggi non abbiamo fatto molto cardio, ma alla fine era importante imparare i passi lentamente"
Ah, ma quello era lentamente e non era cardio?
Ho cosi' l'ansia della coreografia che oggi dopo la doccia l'ho ripassata, perche' mie care simpatiche compagne di Step, voi non mi battete.
L'odio che mi scaturisce la palestra, non l'avevo mai avuto. Sono sempre stata una mammoletta negli sport di gruppo (celebre quando alle medie giocando a basket cercavo di fare canestro nel mio stesso canestro), mi hanno sempre chiamata PANTALONA per un motivo.
Ieri ho finito step, e ho raggiunto l'amica sul tapis roulant.
Ora, sara' che io quando corro mi guardo attorno, ma il tapis e' di una noia assurda.
Non faccio altro che guardare l'ora, nonostante sulla tivi ieri passassero i video musicali della mia adolescenza.
Ho la musica a palla, imposto una corsetta di 45 minuti (alla fine io mi definisco una runner, ah! come me la tiro), pendenza 2 e velocita' 8.7. In poche parole, faccio la splendida.
Dopo 5 minuti, sto letteralmente morendo. Cerco di resistere, di non guardare il tempo e di concentrarmi su Eagle Eye Cherry che canta. Toh guarda ci sono anche i Linkin Park...
E BAM.
Il tappeto si ferma e io rischio di essere scaraventata via.
Quando sono stanca inizio a correre con le braccia sempre piu' vicine al seno ma senza dargli veramente un senso, in poche parole faccio lo SBRACCIO. Solo che questi cosi' hanno lo stop di emergenza esattamente dove sbraccio le braccia stanche.
Era la prima volta che mi capitava, mi ripiglio e parto per gli ultimi 15 minuti. Visto che sono gli ultimi 15, faccio di nuovo la splendida. Ma gia' a 3 minuti, VOGLIO SCAPPARE.
Penso alla soddisfazione di terminare la corsa, della cena che poi mi godro', di come era bello il cantante dei Savage Garden, ma nulla sbraccio di nuovo e di nuovo blocco il tapis in corsa, rischiando di volare. Per fortuna mi ero attaccata il coso di emergenza, che sembra il guinzaglio per i bambini. La rinco della palestra, la chiamavano.
Non voglio manco sapere cosa pensasse la gente di fianco e dietro di me.
Grazie al cielo, alle otto e mezza di sera la palestra e' quasi deserta.
Ma dal quel momento, basta.
Ho mollato li' l'allenamento. Ci vediamo domani palestra, per nuovo round di Step, Addominali e quant'altro.
Ho iniziato da due settimane, e mi chiedo se ne usciro' viva a giugno.
Viva si, e oltremodo faiga spero.
Spagnola, spostati va', che mo te faccio vedere io come si fa.
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mercoledì 20 novembre 2013
lunedì 28 ottobre 2013
Gitiamo pt/2
In giornate come queste, non c'e' nulla da fare.
Non ci sono parole. Non ci sono gesti a cui appigliarsi, ci sono solo 1000km di distanza che si fanno sentire tutti come macigni.
In giornate come queste, avrei voluto rimanere nella mia citta', vicino a chi lo e' sempre stato a me.
Ma siamo qui, a parlare al telefono, a guardare cieli diversi e l'unico modo che ho trovato e' di rifare quello stesso articolo, che tu tanto trovi divertente.
Per sperare prima o poi, che ti fara' sorridere.
Perche' il cielo azzurro era tutto per te, e per lei, amica mia.
Negli ultimi tre giorni la mia casa e' stata infestata da due presenze molto importanti, amici cari del valoroso uomo. Vi dico solo che per disinfettare la casa saro' costretta ad INCENDIARLA.
Questa mattina, li abbiamo accompagnati all'aereoporto. Nella nostra amata HondaRossa, andavamo avanti col nonnino aka il valoroso uomo che guidava. Usciamo dalla citta'-stato ed entriamo in Belgio. Sara' che in Belgio sono tutti matti, ma il valoroso uomo si giro e mi fa:
"Gitiamo?"
Questo nuovo ma vecchio termine, risale alle nostre prime avventure in lungo e in largo per l'Europa.
Gitiamo Si!
E voi lo sapete perche' mi propone di andare fino a Bruxelles? Perche' la mia proposta era quella di ANDARE ALL'IKEA.
E quindi vade retro Ikea, penso' saggiamente il valoroso, piuttosto me la propino direttamente in giro per la capitale.
VERAMENTE FURBO.
Arrivati all'aeroporto un problema e' sorto (fa anche rima): eravamo letteralmente vestiti da casa.
Io vi dico solo che ero nella mia giornata no reggiseno, no t-shirt ma solo ed esclusivamente indumenti comodi da primo giorno di ciclo.
Il valoroso uomo invece...non so esprimermi. Dico solo: camicia con piumino senza maniche con pantalone a quadretti e il tocco finale SCARPONI DA MONTAGNA.
Prontissimi per andare a fare i fighi a Bruxelles, mi dicono.
Salutiamo gli amici e partiamo direzione la capitale che ha come simbolo un bambino che fa la pipi'.
In mezzora ci siamo e il valoroso uomo senza mappa mi arriva diretto diretto in centro, mi spara una retro, entra in un parcheggio sotterraneo e parcheggia la HondaRossa.
Bene ci siamo, e' il momento di partire ed esplorare.
Prima tappa: l'ufficio informazioni.
Chiuso.
Nuova prima tappa: la metro.
Scaltri e furbi come nemmeno quelli di Pechino Express, scendiamo nella metro e chiediamo al primo che capita come arrivare in centro.
E miracolo, ci arriviamo.
Ero pronta infine per il giro di ricognizione della citta'. In due anni non ci sono mai stata ma questa occasione era imperdibile: non solo me l'ha proposta lui, ma effettivamente per me era fondamentale il giro di ricognizione. Il valoroso uomo non aveva capito che era un giro per capire un po' che aria tirava, la prossima volta sara' dedicata ai musei e LUI VERRA' CON ME.
Prima impressione: e' una citta' che la domenica e' viva.
C'e della gente CHE CAMMINA.
Ma soprattutto C'E' DELLA GENTE.
Lussemburgo, impara dalla citta' del bimbo che fa pipi'.
Iniziamo a camminare e seguiamo le guglie dei monumenti per arrivare da qualche parte.
A caso, al solito come ci piace. E grazie al caso arriviamo in una galleria che sembra quella degli Uffizi, ma al chiuso. Qui pullula di gente, e soprattutto pullula di CIOCCOLATERIE.
E qui penserete: 'ndo cavolo stanno le foto di tutte 'ste cioccolaterie?
Embe' avevo il cellulare scarico.
Ovviamente io pensavo che dall'aeroporto saremmo tornati a casa, subito dopo l'Ikea, e' chiaro. Cosi' avrei ricaricato l'affare. Anzi magari anche no.
Ma ecco la galleria, sparafleshata con l'iphone scarico:
Nella galleria c'era poi un posto magnifico, un posto che voglio possedere, in cui voglio lavorare e infatti tutte le commesse erano ragazze chic ma chill-out e quindi con quell'attitudine del je ne sais quoi* belga/francese e io volevo diventare tutte loro assieme.
Si dai, parlo di una libreria di arte, moda, design e fotografia.
Ho avuto un momento depressione.
Nella mia attitudine del je ne sais quoi che faccio qui me faccio schifo in confronto a voi.
Mi sono consolata quindi con una birra.
Una delle 2004 birre che fanno al pub Delirium, impossibile da trovare ma che fu trovato dal valoroso uomo, il quale quando sente solo l'odore della birra corre come un segugio.
In versione spiritata, con birra e formaggio alla birra con composta.
Vi dico una cosa: in fatto di cucina noi italiani siamo i migliori, ma i loro STRAMALEDETTI FORMAGGI sono imbattibili con le composte.
Abbiamo avuto il tempo di spararci la fotina con bacino davanti al palazzo centrale (come ho detto prima nel giro di ricognizione non avevamo ne' mappe ne' guide) e poi il cellulare e' morto definitivamente, e ha iniziato a diluviare.
Cosi' abbiamo fatto l'unica cosa che sappiamo fare: ci siamo messi a cercare un altro posto per MANGIARE.
Ci siamo dedicati alla cioccolata belga e ad una scoperta meravigliosa, deliziossisssssima.
I dolci mediorientali. Fichi, pistacchi, miele. Con quelle forme magnifiche da ommiddio li voglio tutti.
La vetrina sembrava quella di una gioielleria, e noi sbavavamo come due bambini.
E che bonta', me ne sono pappati tre alla velocita' della luce.
Tornati a casa, abbiamo parcheggiato la macchina.
Scendo e sento il valoroso uomo che impreca.
"Cosa c'e'?" gli domando.
"Speravo solo che non portandoti all'Ikea, non avresti fatto shopping, invece ci sei riuscita perfino in una citta' senza arte (lo crede lui). Se la prossima volta che mi proponi di andare all'Ikea ti portassi in Lapponia, troveresti qualcosa da comprare anche li'"
Io in ogni caso sono molto soddisfatta del mio shopping.
Nel frattempo il valoroso uomo si lamenta che le prima foto di lui che posto sono cosi' orribili.
Ma no dai, cosa dici?
*non so che: lo usano per chiamare il loro modo di vestirsi che dovrebbe sembrare a caso ma invece non lo e'. Almeno su di loro, su di me sembra esattamente che sono uscita da casa senza guardarmi allo specchio.
Non ci sono parole. Non ci sono gesti a cui appigliarsi, ci sono solo 1000km di distanza che si fanno sentire tutti come macigni.
In giornate come queste, avrei voluto rimanere nella mia citta', vicino a chi lo e' sempre stato a me.
Ma siamo qui, a parlare al telefono, a guardare cieli diversi e l'unico modo che ho trovato e' di rifare quello stesso articolo, che tu tanto trovi divertente.
Per sperare prima o poi, che ti fara' sorridere.
Perche' il cielo azzurro era tutto per te, e per lei, amica mia.
Negli ultimi tre giorni la mia casa e' stata infestata da due presenze molto importanti, amici cari del valoroso uomo. Vi dico solo che per disinfettare la casa saro' costretta ad INCENDIARLA.
Questa mattina, li abbiamo accompagnati all'aereoporto. Nella nostra amata HondaRossa, andavamo avanti col nonnino aka il valoroso uomo che guidava. Usciamo dalla citta'-stato ed entriamo in Belgio. Sara' che in Belgio sono tutti matti, ma il valoroso uomo si giro e mi fa:
"Gitiamo?"
Questo nuovo ma vecchio termine, risale alle nostre prime avventure in lungo e in largo per l'Europa.
Gitiamo Si!
E voi lo sapete perche' mi propone di andare fino a Bruxelles? Perche' la mia proposta era quella di ANDARE ALL'IKEA.
E quindi vade retro Ikea, penso' saggiamente il valoroso, piuttosto me la propino direttamente in giro per la capitale.
VERAMENTE FURBO.
Arrivati all'aeroporto un problema e' sorto (fa anche rima): eravamo letteralmente vestiti da casa.
Io vi dico solo che ero nella mia giornata no reggiseno, no t-shirt ma solo ed esclusivamente indumenti comodi da primo giorno di ciclo.
Il valoroso uomo invece...non so esprimermi. Dico solo: camicia con piumino senza maniche con pantalone a quadretti e il tocco finale SCARPONI DA MONTAGNA.
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Icone di stile ad esclusione della domenica. |
Prontissimi per andare a fare i fighi a Bruxelles, mi dicono.
Salutiamo gli amici e partiamo direzione la capitale che ha come simbolo un bambino che fa la pipi'.
In mezzora ci siamo e il valoroso uomo senza mappa mi arriva diretto diretto in centro, mi spara una retro, entra in un parcheggio sotterraneo e parcheggia la HondaRossa.
Bene ci siamo, e' il momento di partire ed esplorare.
Prima tappa: l'ufficio informazioni.
Chiuso.
Nuova prima tappa: la metro.
Scaltri e furbi come nemmeno quelli di Pechino Express, scendiamo nella metro e chiediamo al primo che capita come arrivare in centro.
E miracolo, ci arriviamo.
Ero pronta infine per il giro di ricognizione della citta'. In due anni non ci sono mai stata ma questa occasione era imperdibile: non solo me l'ha proposta lui, ma effettivamente per me era fondamentale il giro di ricognizione. Il valoroso uomo non aveva capito che era un giro per capire un po' che aria tirava, la prossima volta sara' dedicata ai musei e LUI VERRA' CON ME.
Prima impressione: e' una citta' che la domenica e' viva.
C'e della gente CHE CAMMINA.
Ma soprattutto C'E' DELLA GENTE.
Lussemburgo, impara dalla citta' del bimbo che fa pipi'.
Iniziamo a camminare e seguiamo le guglie dei monumenti per arrivare da qualche parte.
A caso, al solito come ci piace. E grazie al caso arriviamo in una galleria che sembra quella degli Uffizi, ma al chiuso. Qui pullula di gente, e soprattutto pullula di CIOCCOLATERIE.
E qui penserete: 'ndo cavolo stanno le foto di tutte 'ste cioccolaterie?
Embe' avevo il cellulare scarico.
Ovviamente io pensavo che dall'aeroporto saremmo tornati a casa, subito dopo l'Ikea, e' chiaro. Cosi' avrei ricaricato l'affare. Anzi magari anche no.
Ma ecco la galleria, sparafleshata con l'iphone scarico:
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foto utilissima |
Si dai, parlo di una libreria di arte, moda, design e fotografia.
Ho avuto un momento depressione.
Nella mia attitudine del je ne sais quoi che faccio qui me faccio schifo in confronto a voi.
Mi sono consolata quindi con una birra.
Una delle 2004 birre che fanno al pub Delirium, impossibile da trovare ma che fu trovato dal valoroso uomo, il quale quando sente solo l'odore della birra corre come un segugio.
In versione spiritata, con birra e formaggio alla birra con composta.
Vi dico una cosa: in fatto di cucina noi italiani siamo i migliori, ma i loro STRAMALEDETTI FORMAGGI sono imbattibili con le composte.
![]() |
"dai amore facciamo una foto con bacino" "anche no" |
Cosi' abbiamo fatto l'unica cosa che sappiamo fare: ci siamo messi a cercare un altro posto per MANGIARE.
Ci siamo dedicati alla cioccolata belga e ad una scoperta meravigliosa, deliziossisssssima.
I dolci mediorientali. Fichi, pistacchi, miele. Con quelle forme magnifiche da ommiddio li voglio tutti.
La vetrina sembrava quella di una gioielleria, e noi sbavavamo come due bambini.
E che bonta', me ne sono pappati tre alla velocita' della luce.
Tornati a casa, abbiamo parcheggiato la macchina.
Scendo e sento il valoroso uomo che impreca.
"Cosa c'e'?" gli domando.
"Speravo solo che non portandoti all'Ikea, non avresti fatto shopping, invece ci sei riuscita perfino in una citta' senza arte (lo crede lui). Se la prossima volta che mi proponi di andare all'Ikea ti portassi in Lapponia, troveresti qualcosa da comprare anche li'"
Io in ogni caso sono molto soddisfatta del mio shopping.
Nel frattempo il valoroso uomo si lamenta che le prima foto di lui che posto sono cosi' orribili.
Ma no dai, cosa dici?
*non so che: lo usano per chiamare il loro modo di vestirsi che dovrebbe sembrare a caso ma invece non lo e'. Almeno su di loro, su di me sembra esattamente che sono uscita da casa senza guardarmi allo specchio.
mercoledì 17 luglio 2013
How to faildate: come dimenticarsi le cose
D'altronde come si fa a non dimenticarsi il mondo non lo so.
Non so nemmeno come facevo io, una volta, una vita fa, quella senza il valoroso uomo, a non dimenticarmi (quasi) mai nulla.
La perfettina, la tutta bene organizzata, che dal caos primordiale passava ai cassetti tutti ordinati a causa di ex-fidanzati un po' troppo fissati con l'ordine e quant'altro.
Ma poi, e' arrivato LUI.
Il mio uomo, che mi ama incondizionatamente (si lo so, che stai leggendo) anche se non riordino. Che anzi si preoccupa se riordino troppo.
Che quando abbiamo cominciato ad uscire mi ha detto solo una parola: SAFROSTI.
CHE DIAVOLO E' STA ROBA?
E' tipo l'Hakuna Matata.
Ma siccome lui non ha mai visto (sacrilegio!) il Re Leone, il suo Hakuna Matata e' diventato Safrosti.
E quando si vive con qualcuno di rilassato, come si fa a non diventarlo?
Almeno un po', perche' la mia ansia e' sempre qui.
Dunque insomma, in un prossimo post continueremo a esaltare quel santo uomo che ho con me ma qui il punto e' un altro.
Che ora mi dimentico le cose.
Tipo che sono li' l'altro giorno che pulisco la doccia e penso: minchia che caldo, minchia che bello, era ora insomma a luglio finalmente si ha un po' di caldo.
E poi penso. LUGLIO.
Cazzo ho dimenticato che a GIUGNO compiva gli anni la mia amica.
BELLA SHIT.
Il tutto mentre lavo il bagno.
E questa mattina, mentre mi mettevo la crema dopo la doccia e la quotidiana cantata di Lana e la sua "Giofane e Bella" ho pensato: domani e' il compleanno di mamma, ma che bello super.
No ma aspetta. Ma allora ho dimenticato un altro compleanno.
Si quello del blog.
Passa cosi' sotto tono che manco io la proprietaria, me ne accorgo.
E allora eccomi qui di corsa a scrivere, a pensare e a dire: solo due anni?
Ma sembra una vita fa.
Il mio bloggino sfigatino compie due anni. Lo trascuro un po', mancanza tempo per i faildate, ma e' attivo ed e' ancora qui.
Per me iperattiva che inizia 10.000 cose e ne termina 0, e' un traguardo non da poco.
Cioe' solo il valoroso uomo detiene il record, secondo viene il blog.
Grazie a lui pero', sto avendo la possibilita' di comunicare col mondo intero, che se tanto non abbiamo amici reali non importa, abbiamo quelli virtuali.
Mi ha permesso di conoscere la mia blogger preferita e di diventare una gallina, di cominciare la mia avventura con AmicaMonica e il suo TheMag, di parlare con blogger che seguo e ammiro (dio mio sembro una di quelle fashionblogger che parlano dei loro incontri strafighi.), di parlare e comunicare con mia mamma, mia nonna e mio padre che sono i miei fans numero 1.
Di far ridere il valoroso uomo al lavoro, di sostenere tutte voi, che lo so che cercate anche voi di fare i fai da te e vi vengono 'na schifezz.
Ed e' per queso che per me vale la regola dei pochi ma buoni: siete in pochi ma io vvb come se foste una mandria. Perche' mi sostenete e gia' quello per me e' spettacolare.
Incredibile pensare che questo qui sia stato il mio primo post in questo blog poco serio, quando ancora studiavo arte.
Ma si sa, c'est la vie come dicono i francesi, o come dicono i lussemburghesi: ahgaavdhsdc nbdgeb.
Tanti auguri a me, e a tutti voi che mi leggete.
(che poi se cercate con Google 'plastica' il mio blog e' il quarto...ma che figata e'?)
Non so nemmeno come facevo io, una volta, una vita fa, quella senza il valoroso uomo, a non dimenticarmi (quasi) mai nulla.
La perfettina, la tutta bene organizzata, che dal caos primordiale passava ai cassetti tutti ordinati a causa di ex-fidanzati un po' troppo fissati con l'ordine e quant'altro.
Ma poi, e' arrivato LUI.
Il mio uomo, che mi ama incondizionatamente (si lo so, che stai leggendo) anche se non riordino. Che anzi si preoccupa se riordino troppo.
Che quando abbiamo cominciato ad uscire mi ha detto solo una parola: SAFROSTI.
CHE DIAVOLO E' STA ROBA?
E' tipo l'Hakuna Matata.
Ma siccome lui non ha mai visto (sacrilegio!) il Re Leone, il suo Hakuna Matata e' diventato Safrosti.
E quando si vive con qualcuno di rilassato, come si fa a non diventarlo?
Almeno un po', perche' la mia ansia e' sempre qui.
Dunque insomma, in un prossimo post continueremo a esaltare quel santo uomo che ho con me ma qui il punto e' un altro.
Che ora mi dimentico le cose.
Tipo che sono li' l'altro giorno che pulisco la doccia e penso: minchia che caldo, minchia che bello, era ora insomma a luglio finalmente si ha un po' di caldo.
E poi penso. LUGLIO.
Cazzo ho dimenticato che a GIUGNO compiva gli anni la mia amica.
BELLA SHIT.
Il tutto mentre lavo il bagno.
E questa mattina, mentre mi mettevo la crema dopo la doccia e la quotidiana cantata di Lana e la sua "Giofane e Bella" ho pensato: domani e' il compleanno di mamma, ma che bello super.
No ma aspetta. Ma allora ho dimenticato un altro compleanno.
Si quello del blog.
Passa cosi' sotto tono che manco io la proprietaria, me ne accorgo.
E allora eccomi qui di corsa a scrivere, a pensare e a dire: solo due anni?
Ma sembra una vita fa.
Il mio bloggino sfigatino compie due anni. Lo trascuro un po', mancanza tempo per i faildate, ma e' attivo ed e' ancora qui.
Per me iperattiva che inizia 10.000 cose e ne termina 0, e' un traguardo non da poco.
Cioe' solo il valoroso uomo detiene il record, secondo viene il blog.
Grazie a lui pero', sto avendo la possibilita' di comunicare col mondo intero, che se tanto non abbiamo amici reali non importa, abbiamo quelli virtuali.
Mi ha permesso di conoscere la mia blogger preferita e di diventare una gallina, di cominciare la mia avventura con AmicaMonica e il suo TheMag, di parlare con blogger che seguo e ammiro (dio mio sembro una di quelle fashionblogger che parlano dei loro incontri strafighi.), di parlare e comunicare con mia mamma, mia nonna e mio padre che sono i miei fans numero 1.
Di far ridere il valoroso uomo al lavoro, di sostenere tutte voi, che lo so che cercate anche voi di fare i fai da te e vi vengono 'na schifezz.
Ed e' per queso che per me vale la regola dei pochi ma buoni: siete in pochi ma io vvb come se foste una mandria. Perche' mi sostenete e gia' quello per me e' spettacolare.
Incredibile pensare che questo qui sia stato il mio primo post in questo blog poco serio, quando ancora studiavo arte.
Ma si sa, c'est la vie come dicono i francesi, o come dicono i lussemburghesi: ahgaavdhsdc nbdgeb.
Tanti auguri a me, e a tutti voi che mi leggete.
(che poi se cercate con Google 'plastica' il mio blog e' il quarto...ma che figata e'?)
giovedì 4 luglio 2013
Memoria di una commessa
Da fonti certe, come mia madre in delirio e amiche che su whatsup mi elencano le cose che vogliono comprarsi, ho capito che sabato da voi laggiu' iniziano i saldi.
Qui sono iniziati sabato scorso e se posso dare qualche consiglio, a voi consumatrici da parte di me, povera rincretinita commessa, vi prego di leggere attentamente qui sotto.
No scherzo, fate quello che volete. Io, quando vado in giro a far shopping a caso (ciao vestito ancora con l'etichetta comprato 3 settimane fa) sono la peggior cliente del mondo.
Ma ci sono dei limiti.
In Italia fare la commessa e' un lavoro rispettato. Certo, non il lavoro migliore del mondo, ma FINCHE' non inventeranno un mondo equo e utopico dove ognuno di noi puo' fare quello che vuole nella sua vita, per portare a casa il pane, la commessa e' un bel lavoro.
Cioe' a me piace. Mi piace il contatto con la gente, consigliare, chiaccherare.
Deprimersi a vedere come certi jeans stanno benea le (maledetta grammatica francese) alle fighe che ci sono in giro, guardare un po' i bei maschietti che vengono a farsi un giro e fare le faccine e annessi versetti ai bambini belli nei passeggini. Chiaramente non e' il lavoro della mia vita, ma da qualche parte bisogna pur partire no?
Ma tutto cio' nei saldi SCOMPARE.
Nei saldi, sei una macchina, una statua, una cacca, quello che il cliente vede e' questo. Non certo una persona in carne e ossa.
Sono passata dal "Buongiorno, ma come sta?"
Al "Ehi lei, lavora qui?"
No sono solo un IMBECILLE CHE PASSA IL TEMPO A PIEGARE IL NEGOZIO INTERO.
Lavoro in un negozio che non e' Zara, ma non e' nemmeno Prada. Una via di mezzo, dove la gente NORMALE non entra.
Non ho capito il perche'.
Partiamo dal fatto che i lussemburghesi odiano parlare francese (una gran parte almeno). Dunque, se te li saluti in francese, manco rispondono.
Ti parlano in lussemburghese. Cioe' io adesso anche li capisco un po', ma vogliate capire che non e' facile imparare un lingua del genere:
Beccatevi che video pubblicita' progresso/tristezza che vi ho trovato.
Poi l'INCREDULITA'.
Durante i saldi, i capi in saldo non si cambiano.
Ah no, ma come?
Pensate che mi e' capitato un avvocato che mi ha minacciato che lui e' AVVOCATO.
No ma certo, infatti io sono una MERDA che lavora per te e ti fa provare i vestiti.
Che poi, piu' c'e' la montagna di vestiti, piu' questi adorano rumarci dentro.
Ma mi spiegate?
Gente che butta i vestiti per terra, gente che ti guarda, appallottola i vestiti e te li da.
Gente che poi se lo becchi a far casino, ti chiede scusa.
Ma le buone maniere no eh?
Una mi ha perfino RIMPROVERATO perche' le ho venduto una sciarpa uguale a quella della vetrina ma su quella della vetrina c'era qualcosa di diverso e suo marito VOLEVA (ma tipo un vorrebbe?) quella della vetrina.
Sapete cos'aveva di diverso?
Un elastico giallo che ci siamo dimenticate di togliere. Pensate che l'ha perfino preso e se l'e' portato a casa.
Ieri una russa che mi guarda e mi fa: "Sorry, this is silk yes?"
Amica, se questa e' seta di certo non te la TIRIAMO DIETRO CON STO PREZZO.
Beh, me l'ha mollata li'.
Niente poliestere per Madame, solo seta.
Poi magari mi viene da Chernobyl, ma fa stesso.
(cattiveria inutile lo so, visto che insomma anche io preferisco la seta, ma sono in SPM)
Gente che mi sente parlare in italiano e mi guarda e mi dice: ma non e' il caso che lei impari a parlare francese?
Ma madame il francese lo so benissimo, e anche l'inglese e anche il tedesco (balle l'ho perso per strada ma chissene). Solo che so' italiana io, grazie al cielo.
Il tutto in francese perche' sta stronza pensava bene che non lo capissi.
Ne' lo parlassi.
Dunque mie care amate fate le brave, per i saldi:
-spendete, godeteveli e trovate le buone occasioni
-siate sempre educate, non abbassatevi a certi livelli
-e soprattutto cercate di capire le commesse: non e' che proprio AMIAMO vivere in negozio 24 ore su 24
Poi se vi capita la commessa stronza come la mia collega che davanti a un cliente che parlava non so che lingua ha detto:
"Io parlo francese. Punto"
Ecco li', distruggetele tutto.
Ma controllate che in giro non ci sia qualche pirla buona commessa (ciao autostima bassa) come me. Che poi mi e' toccato pure a me sistemare l'esplosione che avevamo in negozio.
Qui sono iniziati sabato scorso e se posso dare qualche consiglio, a voi consumatrici da parte di me, povera rincretinita commessa, vi prego di leggere attentamente qui sotto.
No scherzo, fate quello che volete. Io, quando vado in giro a far shopping a caso (ciao vestito ancora con l'etichetta comprato 3 settimane fa) sono la peggior cliente del mondo.
Ma ci sono dei limiti.
In Italia fare la commessa e' un lavoro rispettato. Certo, non il lavoro migliore del mondo, ma FINCHE' non inventeranno un mondo equo e utopico dove ognuno di noi puo' fare quello che vuole nella sua vita, per portare a casa il pane, la commessa e' un bel lavoro.
Cioe' a me piace. Mi piace il contatto con la gente, consigliare, chiaccherare.
Deprimersi a vedere come certi jeans stanno bene
Ma tutto cio' nei saldi SCOMPARE.
Nei saldi, sei una macchina, una statua, una cacca, quello che il cliente vede e' questo. Non certo una persona in carne e ossa.
Sono passata dal "Buongiorno, ma come sta?"
Al "Ehi lei, lavora qui?"
No sono solo un IMBECILLE CHE PASSA IL TEMPO A PIEGARE IL NEGOZIO INTERO.
Lavoro in un negozio che non e' Zara, ma non e' nemmeno Prada. Una via di mezzo, dove la gente NORMALE non entra.
Non ho capito il perche'.
Partiamo dal fatto che i lussemburghesi odiano parlare francese (una gran parte almeno). Dunque, se te li saluti in francese, manco rispondono.
Ti parlano in lussemburghese. Cioe' io adesso anche li capisco un po', ma vogliate capire che non e' facile imparare un lingua del genere:
Poi l'INCREDULITA'.
Durante i saldi, i capi in saldo non si cambiano.
Ah no, ma come?
Pensate che mi e' capitato un avvocato che mi ha minacciato che lui e' AVVOCATO.
No ma certo, infatti io sono una MERDA che lavora per te e ti fa provare i vestiti.
Che poi, piu' c'e' la montagna di vestiti, piu' questi adorano rumarci dentro.
Ma mi spiegate?
Gente che butta i vestiti per terra, gente che ti guarda, appallottola i vestiti e te li da.
Gente che poi se lo becchi a far casino, ti chiede scusa.
Ma le buone maniere no eh?
Una mi ha perfino RIMPROVERATO perche' le ho venduto una sciarpa uguale a quella della vetrina ma su quella della vetrina c'era qualcosa di diverso e suo marito VOLEVA (ma tipo un vorrebbe?) quella della vetrina.
Sapete cos'aveva di diverso?
Un elastico giallo che ci siamo dimenticate di togliere. Pensate che l'ha perfino preso e se l'e' portato a casa.
Ieri una russa che mi guarda e mi fa: "Sorry, this is silk yes?"
Amica, se questa e' seta di certo non te la TIRIAMO DIETRO CON STO PREZZO.
Beh, me l'ha mollata li'.
Niente poliestere per Madame, solo seta.
Poi magari mi viene da Chernobyl, ma fa stesso.
(cattiveria inutile lo so, visto che insomma anche io preferisco la seta, ma sono in SPM)
Gente che mi sente parlare in italiano e mi guarda e mi dice: ma non e' il caso che lei impari a parlare francese?
Ma madame il francese lo so benissimo, e anche l'inglese e anche il tedesco (balle l'ho perso per strada ma chissene). Solo che so' italiana io, grazie al cielo.
Il tutto in francese perche' sta stronza pensava bene che non lo capissi.
Ne' lo parlassi.
Dunque mie care amate fate le brave, per i saldi:
-spendete, godeteveli e trovate le buone occasioni
-siate sempre educate, non abbassatevi a certi livelli
-e soprattutto cercate di capire le commesse: non e' che proprio AMIAMO vivere in negozio 24 ore su 24
Poi se vi capita la commessa stronza come la mia collega che davanti a un cliente che parlava non so che lingua ha detto:
"Io parlo francese. Punto"
Ecco li', distruggetele tutto.
Ma controllate che in giro non ci sia qualche pirla buona commessa (ciao autostima bassa) come me. Che poi mi e' toccato pure a me sistemare l'esplosione che avevamo in negozio.
lunedì 10 giugno 2013
La via Di Lush
I miei precendenti in fatto di cosmetici e trattamenti di bellezza sono un disastro totale.
Ma poi un anno fa, dentro di me e' scattato qualcosa.
Cioe', non e' vero.
Sono solo entrata con un'amica in un negozio di Lush.
Onestamente, non me ne fregava nulla.
Poi pero' sono caduta nella trappola.
Io non so come, ma sono riusciti a convincermi: saranno i mille campioncini che ti danno ogni volta, sara' la freschezza e la qualita' dei prodotti. Boh.
Allora visto e considerato che ormai le commesse di Lush mi conoscono e ci sborso miliardi ogni volta che mi leggo il catalogo nuovo o finisco un nuovo campioncino, ho pensato bene di redigere una piccola lista/mai senza dei miei preferiti, ma anche di cio' che ho testato e che in realta' non mi ha soddisfatto. D'altronde non puo' sempre andare tutto bene. Ma ora che sono innamorata, non c'e' molto che mi distragga.
Anche se sono un po' cosi'.
Sono andata sul sito di Lush, e il mio paesello manco c'e'. Cioe' c'e' il sito per la Macedonia, ma non per il Lussemburgo. Parliamone.
La top 10 degli Imperdibili
1. La maschera Fresca che ti congela il viso
Uno dei primi prodotti che ho preso. Delicata efresca fredda da frigo, io la uso ogni settimana per due volte. La applico, mi trasformo in un muso giallo e aspetto.
Nel mentre faccio le mie centordici mila cose da fare. Unico neo: quando si secca inizia a staccarsi in versione minipolverina il che non e' esattamente comodo per me che non me ne sto chiusa nel mini bagnetto mentre la faccio.
Di solito ne hanno circa 7-8 tipi differenti, lasciatevi consigliare, non sbagliano mai.
La mia preferita e' questa, al miele. Mi rende la pelle liscia, e non ho idea di quale magia ci mettano dentro visto che da pallida divento un po' piu' colorata. Diciamo che mi ritorna un colore naturale di pelle.
2. Lo Shampoo al miele che sembra miele che a me non piace ma ora non ne posso fare a meno
Altro evergeen fenomenale.
Mi sono lasciata tentare, e non riesco piu' ad utilizzare altro. Ne applico pochissimo e i capelli rimangono puliti a lungo. Quando li taglio corti corti sopratutto, posso utilizzarlo anche solo 2 volte a settimana. E non lo applico mai due volte per lavaggio, come facevo prima.
3. Il Detergente che tira via qualsiasi cosa
Al terzo posto della mia personale classifica c'e' lui.
Fantastico, inimitabile e insostituibile. Consigliano l'utilizzo sia alla mattina che alla sera, ma io in realta' lo passo solo la sera sul viso, dopo il lavaggio denti e prima della crema idratante.
E' cosi' buono che perfino il valoroso uomo me lo ruba. Il quale ha tutta la gamma Dirty (anche se sul sito italiano non c'e' la crema per rasatura Dirty), di cui se mai si parlera' in un post a parte, che questo e' solo per signorine come noi.
4. Il sapone che fa una baffo al Topexan
Lo chiamano Fresh Farmacy e un motivo c'e': pulisce la pelle, la cura dalle schifezze che mangiamo. Lentamente ma dopo sei mesi che mi lavo ogni mattina con questo confetto, posso affermare che dimostro 15 anni. Si, i brufoli ogni tanto vengono anche a me, ma scompaiono senza troppo molestare il viso.
Chi non lo usa in casa (vedi alla voce valoroso uomo), ora combatte con un brufolo sotto l'occhio che vi assicuro, ha vita propria.
Me lo faccio anche dopo aver lavato via la maschera fresca, per essere sicura sicura che la pelle sia liscia come quella di un bambino.
5. Lo Scrub, il mio primo amore
Me lo faccio donare sempre in campioncini.
Io vado matta per gli scrub, ma siccome sono sempre esagerata, farei un giorno lo scrub e l'altro la maschera. Quindi meglio evitare l'effetto negativo che darebbe la pulizia del viso continua.
In ogni caso io lo uso anche nella zona inguinale (non pensate male eh) sotto la doccia: applicandolo e massaggiando farete uscire tutti i peli incarniti. E mi fermo qui, che poi non pensiate male.
6. Il Gel doccia scrub che non riesco mai ad utilizzare
Rimaniamo sul tema scrub. Il gel doccia scrub e' magnifico. Esco dalla doccia che mi sembra di essermi levati di torno tutte le impurita' della pelle. Sa di oceano per davvero!
Unico neo, la confezione.
Nella mia doccia non ho ripiani se non il pavimento e ogni volta che lo apro, ci entra l'acqua annacquandolo.
7. L'olio solido idratante che sembra un dolce da mangiare, anzi se io potessi lo mangerei
Voi non avete idea del profumo che emana questa bomba.
Sa di estate, primavera ed agrumi.
E quando lo utilizzate vi sembra di essere in spiaggia col profumo del mare e dei limoni.
Poi aprite gli occhi e trovate il diluvio, ma questa e' un altra storia.
Vi lascia la pelle morbida, idrata come non mai. E sopratutto non unta.
Ottima scusa per PRETENDERE un massaggio.
8. La crema mani che uccide la disidratazione
Una volta usavo il balsamo, ma tra poche righe capirete il perche' ora non lo uso. Mi dedico a questa crema, da spalmare sui capelli 20 minuti prima della doccia. E' per il cuoio capelluto ma io non la massaggio mai. Dicono di farlo ma non lo faccio. Dicono che e' per i capelli fini ma boh. A me piace e me li rende morbidissimi.
E mi rilassa moltissimo.
Consiglio per chi e' quattrocchi come me: per ottimizzare i tempi di cecita', io la faccio e mi faccio pure la maschera per il viso. In questo modo non metto gli occhiali ma faccio due trattamenti. Sconsiglio di mettere gli occhiali, che diventerebbero un tutt'uno con le maschere.
I perplessi ovvero quelli che non mi convincono.
Ho trovato la mia marca, se vogliamo proprio dirlo. E forse l'avete capito, credo. Le persone che mi conscono, sicuro stenteranno a credere rispetto a questa svolta cosi' femminile riguardo alla cura del mio corpo. Pero' e' cosi'.
Lush mi piace, per la prima volta in vita mia, trovo un brand con prodotti che mi motivano a curarmi. Per cui mi piace spendere, e non mi sento in colpa in quanto sono tutti biologici, naturali e non testati sugli animali.
Come mi chiamano da 'ste parti, io sono l'italiana bio.
E' vero, che e' caro. Infatti le creme idratanti non le ho ancora provate, ma oggi quasi quasi gli domando un campioncino della crema corpo.
Appunto per questo, spero che la mia top 10 vi aiuti, a convincervi magari nell'investire in prodotti naturali.
Anche Yves Roches dice che sono prodotti naturali ma io da loro non compro piu' nulla. Ho provato uno shampoo e mi ha rovinato qualsiasi tipo di lucentezza che lo shampoo Lush aveva ridonato ai miei capelli.
Tuttavia, ho testato anche prodotti che non mi hanno lasciato convinta. Come ogni cosa, bisogna provare e riprovare.
1. Il gel secca brufoli che pare non fare nulla.
Secondo me e' colpa della mia pelle. Si applica e lascia una patina trasparente tipo cellophan. Dovrebbe funzionare grazie all'aloe vera, ma in pratica quando poi lo levo il brufolo e' ancora li' che mi guarda, piu' forte che mai.
Preferisco allora metterci creme a base di tea tree che non ho ancora trovato da Lush.
2. Il balsamo che mi lascia i capelli strani e che puzza.
E' uno dei loro cavalli di battaglia ma sui miei capelli non funzia. Mi e' pure costato una cifra quindi non e' che sia proprio la felicita' in persona: l'ho abbandonato dopo 2 settimane di lavaggi.
Usavo il balsamo tutti i giorni quando non usavo lo shampoo, ora lascio stare e piuttosto metto la maschera.
Ora non so se sia il profumo o la consistenza che mi ha piu' infastidito, fatto sta che non fa per me. Soprattutto non fa per i miei capelli. Che fuori dalla doccia mi sembravano piu' sporchi di prima.
3. Il detergente viso alle erbe che ti sembra di strisciare il viso in un prato quando cadi
Di lui sono soprattutto l'odore e la consistenza che mi disturbano.
Non riesco a lavarmi la faccia con lui. Dovrei prenderne un pezzettino, bagnarlo e spalmarlo sul viso.
Il risultato e' che ne butto piu' nel lavandino che sulla mia faccia.
Ma forse sono io che sbaglio, perche' le istruzioni me le dicono in francese e certe volte non e' che capisca tutto.
In ogni caso chi vuole provare l'ebrezza dell'erba sul viso, puo' provarlo. Sicuramente non fa del male anzi. Ma non fa per me.
Non mi riconosco piu', un post di bellezza era l'ultima cosa che mi sarei aspettata di fare. Ma che volete, ho trovato una marca che mi coccola e che mi piace. Testimone mia madre di quanto io sia stata un maschiaccio fino a pochi anni fa.
Ora non penso di poter tornare indietro. Come dice la mia amica che mi ha iniziato a Lush:
"Fidati, diventera' la tua nuova droga"
Ma poi un anno fa, dentro di me e' scattato qualcosa.
Cioe', non e' vero.
Sono solo entrata con un'amica in un negozio di Lush.
Onestamente, non me ne fregava nulla.
Poi pero' sono caduta nella trappola.
Io non so come, ma sono riusciti a convincermi: saranno i mille campioncini che ti danno ogni volta, sara' la freschezza e la qualita' dei prodotti. Boh.
Allora visto e considerato che ormai le commesse di Lush mi conoscono e ci sborso miliardi ogni volta che mi leggo il catalogo nuovo o finisco un nuovo campioncino, ho pensato bene di redigere una piccola lista/mai senza dei miei preferiti, ma anche di cio' che ho testato e che in realta' non mi ha soddisfatto. D'altronde non puo' sempre andare tutto bene. Ma ora che sono innamorata, non c'e' molto che mi distragga.
Anche se sono un po' cosi'.
Sono andata sul sito di Lush, e il mio paesello manco c'e'. Cioe' c'e' il sito per la Macedonia, ma non per il Lussemburgo. Parliamone.
La top 10 degli Imperdibili
1. La maschera Fresca che ti congela il viso
Uno dei primi prodotti che ho preso. Delicata e
Nel mentre faccio le mie centordici mila cose da fare. Unico neo: quando si secca inizia a staccarsi in versione minipolverina il che non e' esattamente comodo per me che non me ne sto chiusa nel mini bagnetto mentre la faccio.
Di solito ne hanno circa 7-8 tipi differenti, lasciatevi consigliare, non sbagliano mai.
La mia preferita e' questa, al miele. Mi rende la pelle liscia, e non ho idea di quale magia ci mettano dentro visto che da pallida divento un po' piu' colorata. Diciamo che mi ritorna un colore naturale di pelle.
2. Lo Shampoo al miele che sembra miele che a me non piace ma ora non ne posso fare a meno
Altro evergeen fenomenale.
Mi sono lasciata tentare, e non riesco piu' ad utilizzare altro. Ne applico pochissimo e i capelli rimangono puliti a lungo. Quando li taglio corti corti sopratutto, posso utilizzarlo anche solo 2 volte a settimana. E non lo applico mai due volte per lavaggio, come facevo prima.
3. Il Detergente che tira via qualsiasi cosa
Al terzo posto della mia personale classifica c'e' lui.
Fantastico, inimitabile e insostituibile. Consigliano l'utilizzo sia alla mattina che alla sera, ma io in realta' lo passo solo la sera sul viso, dopo il lavaggio denti e prima della crema idratante.
E' cosi' buono che perfino il valoroso uomo me lo ruba. Il quale ha tutta la gamma Dirty (anche se sul sito italiano non c'e' la crema per rasatura Dirty), di cui se mai si parlera' in un post a parte, che questo e' solo per signorine come noi.
4. Il sapone che fa una baffo al Topexan
Lo chiamano Fresh Farmacy e un motivo c'e': pulisce la pelle, la cura dalle schifezze che mangiamo. Lentamente ma dopo sei mesi che mi lavo ogni mattina con questo confetto, posso affermare che dimostro 15 anni. Si, i brufoli ogni tanto vengono anche a me, ma scompaiono senza troppo molestare il viso.
Chi non lo usa in casa (vedi alla voce valoroso uomo), ora combatte con un brufolo sotto l'occhio che vi assicuro, ha vita propria.
Me lo faccio anche dopo aver lavato via la maschera fresca, per essere sicura sicura che la pelle sia liscia come quella di un bambino.
5. Lo Scrub, il mio primo amore
Me lo faccio donare sempre in campioncini.
Io vado matta per gli scrub, ma siccome sono sempre esagerata, farei un giorno lo scrub e l'altro la maschera. Quindi meglio evitare l'effetto negativo che darebbe la pulizia del viso continua.
In ogni caso io lo uso anche nella zona inguinale (non pensate male eh) sotto la doccia: applicandolo e massaggiando farete uscire tutti i peli incarniti. E mi fermo qui, che poi non pensiate male.
6. Il Gel doccia scrub che non riesco mai ad utilizzare
Rimaniamo sul tema scrub. Il gel doccia scrub e' magnifico. Esco dalla doccia che mi sembra di essermi levati di torno tutte le impurita' della pelle. Sa di oceano per davvero!
Unico neo, la confezione.
Nella mia doccia non ho ripiani se non il pavimento e ogni volta che lo apro, ci entra l'acqua annacquandolo.
7. L'olio solido idratante che sembra un dolce da mangiare, anzi se io potessi lo mangerei
Voi non avete idea del profumo che emana questa bomba.
Sa di estate, primavera ed agrumi.
E quando lo utilizzate vi sembra di essere in spiaggia col profumo del mare e dei limoni.
Poi aprite gli occhi e trovate il diluvio, ma questa e' un altra storia.
Vi lascia la pelle morbida, idrata come non mai. E sopratutto non unta.
Ottima scusa per PRETENDERE un massaggio.
8. La crema mani che uccide la disidratazione
Noi tutti sappiamo il mio problema riguardo alla secchezza delle mani. Lo vedete in ogni primo piano che faccio per i Faildate. Ma questa crema e' come il burro.
Unta, untissima, e' la cura efficace per mani (ma anche piedi) secche come le mie. Non parliamo poi del profumo.
Un consiglio per il barattolo: quando la comprate, chiedete un piccolo campioncino di quelli neri col coperchio. A casa, dosate la crema nel campioncino, in questo modo ne avrete sempre un po' a portata di mano in borsa, senza dovervi portare via il megabarattolo.
Sconsiglio l'applicazione se nei 2 minuti successivi dovete maneggiare qualsiasi cosa: vi scivolera' via. True story.
9. Il Balsamo per le labbra che finirete per mangiare.
Non amo ne' il miele, ne' il cioccolato bianco.
Ma che io arrivi a finirne un barattolino, vuol dire che ' davvero buono. E funziona. Se avete un po' di bruciore o le labbra secche, applicatelo. All'inizio sentirete un bruciore rinfrescante ma poi piu' nulla: e' lui che fa effetto.
10. La maschera per i capelli che sembra panna montata unta
Una volta usavo il balsamo, ma tra poche righe capirete il perche' ora non lo uso. Mi dedico a questa crema, da spalmare sui capelli 20 minuti prima della doccia. E' per il cuoio capelluto ma io non la massaggio mai. Dicono di farlo ma non lo faccio. Dicono che e' per i capelli fini ma boh. A me piace e me li rende morbidissimi.
E mi rilassa moltissimo.
Consiglio per chi e' quattrocchi come me: per ottimizzare i tempi di cecita', io la faccio e mi faccio pure la maschera per il viso. In questo modo non metto gli occhiali ma faccio due trattamenti. Sconsiglio di mettere gli occhiali, che diventerebbero un tutt'uno con le maschere.
I perplessi ovvero quelli che non mi convincono.
Ho trovato la mia marca, se vogliamo proprio dirlo. E forse l'avete capito, credo. Le persone che mi conscono, sicuro stenteranno a credere rispetto a questa svolta cosi' femminile riguardo alla cura del mio corpo. Pero' e' cosi'.
Lush mi piace, per la prima volta in vita mia, trovo un brand con prodotti che mi motivano a curarmi. Per cui mi piace spendere, e non mi sento in colpa in quanto sono tutti biologici, naturali e non testati sugli animali.
Come mi chiamano da 'ste parti, io sono l'italiana bio.
E' vero, che e' caro. Infatti le creme idratanti non le ho ancora provate, ma oggi quasi quasi gli domando un campioncino della crema corpo.
Appunto per questo, spero che la mia top 10 vi aiuti, a convincervi magari nell'investire in prodotti naturali.
Anche Yves Roches dice che sono prodotti naturali ma io da loro non compro piu' nulla. Ho provato uno shampoo e mi ha rovinato qualsiasi tipo di lucentezza che lo shampoo Lush aveva ridonato ai miei capelli.
Tuttavia, ho testato anche prodotti che non mi hanno lasciato convinta. Come ogni cosa, bisogna provare e riprovare.
1. Il gel secca brufoli che pare non fare nulla.
Secondo me e' colpa della mia pelle. Si applica e lascia una patina trasparente tipo cellophan. Dovrebbe funzionare grazie all'aloe vera, ma in pratica quando poi lo levo il brufolo e' ancora li' che mi guarda, piu' forte che mai.
Preferisco allora metterci creme a base di tea tree che non ho ancora trovato da Lush.
2. Il balsamo che mi lascia i capelli strani e che puzza.
E' uno dei loro cavalli di battaglia ma sui miei capelli non funzia. Mi e' pure costato una cifra quindi non e' che sia proprio la felicita' in persona: l'ho abbandonato dopo 2 settimane di lavaggi.
Usavo il balsamo tutti i giorni quando non usavo lo shampoo, ora lascio stare e piuttosto metto la maschera.
Ora non so se sia il profumo o la consistenza che mi ha piu' infastidito, fatto sta che non fa per me. Soprattutto non fa per i miei capelli. Che fuori dalla doccia mi sembravano piu' sporchi di prima.
3. Il detergente viso alle erbe che ti sembra di strisciare il viso in un prato quando cadi
Di lui sono soprattutto l'odore e la consistenza che mi disturbano.
Non riesco a lavarmi la faccia con lui. Dovrei prenderne un pezzettino, bagnarlo e spalmarlo sul viso.
Il risultato e' che ne butto piu' nel lavandino che sulla mia faccia.
Ma forse sono io che sbaglio, perche' le istruzioni me le dicono in francese e certe volte non e' che capisca tutto.
In ogni caso chi vuole provare l'ebrezza dell'erba sul viso, puo' provarlo. Sicuramente non fa del male anzi. Ma non fa per me.
Non mi riconosco piu', un post di bellezza era l'ultima cosa che mi sarei aspettata di fare. Ma che volete, ho trovato una marca che mi coccola e che mi piace. Testimone mia madre di quanto io sia stata un maschiaccio fino a pochi anni fa.
Ora non penso di poter tornare indietro. Come dice la mia amica che mi ha iniziato a Lush:
"Fidati, diventera' la tua nuova droga"
mercoledì 5 giugno 2013
Fenomenologia della condivisione del letto.
Gli uomini sono strani.
Almeno il mio lo e'.
Nel letto specialmente.
Quando si tratta di dormire si trasforma.
Funziona cosi':
-io voglio dormire, lui fa quello che vuole mentre cerco di dormire aka guardarsi film sugli zombie con l'ipad o filmati di fail su youtube e varie.
-lui vuole dormire, ovvero TUTTA LA CASA DEVE DORMIRE.
No, mie care, non esiste quello che si chiama: uguaglianza nel letto aka lui dorme e io posso leggere/cazzeggiare/guardare un film.
No assolutamente.
Visto la casa minuscola, il salotto insieme alla camera da letto contriubuiscono gia' al fatto che gli faccia compagnia mentre ronfa. Ronfa, volevo dire RUSSA.
Ma no, non va bene, che tenga la lucina accesa, non va bene che mi perdo le ore su Pinterest.
No, lui vuole che dorma.
E siccome sa come ottenere quello che vuole, inizia a parlare. E continua, continua e continua.
'Dai ascoltami, dormi anche tu'
'Dai non mi interessa se hai sonno, ma dormi con me'
Dunque, quando dorme russa, quindi io non dormo. Quando e' sveglio parla.
Il momento della mia automessa a letto e' uno dei miei momenti preferiti nella giornata.
Guardo l'agenda, cazzeggio su Instagram, leggo.
Ma no. Il principe VUOLE DORMIRE.
Allora verso mezzanotte spengo tutto e provo a dormire.
Mi giro un paio di volte e poi credo di cadere in un sonno profondo.
Fino a quando la mattina, Mr Ho-sonno-ma-ti-rompo-le-palle-che-te-dormi-di-piu', non mi sveglia con un qualcosa di sinistro.
Un click. E uno stramaledetto FLASH.
"Sei cosi' bella quando dormi"
E una potrebbe vederci il lato dolce, la tenerezza di quest'uomo, che si sveglia e vede la sua donna ronfare in una posizione bella come le seguenti.
Ma io non sono cosi'. Perche' io ho una sola certezza: la mattina quando dormo sembro un orso con gli occhi di un pesce palle.
Quindi lui, mi ha svegliata implorandomi poi ti rimanere a letto visto che potevo alzarmi piu' tardi.
Poi pero' ti chiede 150 mila cose.
'Amore dove sono le chiavi?'
'Amore qual'e' il mio tupperware del pranzo?'
'Amore vado al bar a fare colazione'
E a queste parole te ti decidi, ti alzi e vuoi andare con lui.
'Ma no amore, torna a letto TE CHE PUOI.'
'Amore posso andare via con gli occhiali da sole tamarri specchiati?'
(n.d.r. i suoi fighi non li usa MAI)
"Ciao amore, un'ultima cosa: le borse della spesa non le porto in macchina, cosi' rosa sembro davvero effemminato.'
Dopo lo stordimento, pure la negazione dell'UNICO FAVORE CHE HO CHIESTO.
Ora capite il perche' di un post a queste ore del mattino, quando ormai il mio cazzeggio a letto e' ben andato a remengo come dicono dalle mie parti.
E poi ci stupiamo.
Sopratutto quando e' il suo turno di dormire il sabato mattina mentre io vado al lavoro.
Da questo sabato, musica a palla mentre faccio la doccia.
Almeno il mio lo e'.
Nel letto specialmente.
Quando si tratta di dormire si trasforma.
Funziona cosi':
-io voglio dormire, lui fa quello che vuole mentre cerco di dormire aka guardarsi film sugli zombie con l'ipad o filmati di fail su youtube e varie.
-lui vuole dormire, ovvero TUTTA LA CASA DEVE DORMIRE.
No, mie care, non esiste quello che si chiama: uguaglianza nel letto aka lui dorme e io posso leggere/cazzeggiare/guardare un film.
No assolutamente.
Visto la casa minuscola, il salotto insieme alla camera da letto contriubuiscono gia' al fatto che gli faccia compagnia mentre ronfa. Ronfa, volevo dire RUSSA.
Ma no, non va bene, che tenga la lucina accesa, non va bene che mi perdo le ore su Pinterest.
No, lui vuole che dorma.
E siccome sa come ottenere quello che vuole, inizia a parlare. E continua, continua e continua.
'Dai ascoltami, dormi anche tu'
'Dai non mi interessa se hai sonno, ma dormi con me'
Dunque, quando dorme russa, quindi io non dormo. Quando e' sveglio parla.
Il momento della mia automessa a letto e' uno dei miei momenti preferiti nella giornata.
Guardo l'agenda, cazzeggio su Instagram, leggo.
Ma no. Il principe VUOLE DORMIRE.
Allora verso mezzanotte spengo tutto e provo a dormire.
Mi giro un paio di volte e poi credo di cadere in un sonno profondo.
Fino a quando la mattina, Mr Ho-sonno-ma-ti-rompo-le-palle-che-te-dormi-di-piu', non mi sveglia con un qualcosa di sinistro.
Un click. E uno stramaledetto FLASH.
"Sei cosi' bella quando dormi"
E una potrebbe vederci il lato dolce, la tenerezza di quest'uomo, che si sveglia e vede la sua donna ronfare in una posizione bella come le seguenti.
Ma io non sono cosi'. Perche' io ho una sola certezza: la mattina quando dormo sembro un orso con gli occhi di un pesce palle.
Quindi lui, mi ha svegliata implorandomi poi ti rimanere a letto visto che potevo alzarmi piu' tardi.
Poi pero' ti chiede 150 mila cose.
'Amore dove sono le chiavi?'
'Amore qual'e' il mio tupperware del pranzo?'
'Amore vado al bar a fare colazione'
E a queste parole te ti decidi, ti alzi e vuoi andare con lui.
'Ma no amore, torna a letto TE CHE PUOI.'
'Amore posso andare via con gli occhiali da sole tamarri specchiati?'
(n.d.r. i suoi fighi non li usa MAI)
"Ciao amore, un'ultima cosa: le borse della spesa non le porto in macchina, cosi' rosa sembro davvero effemminato.'
Dopo lo stordimento, pure la negazione dell'UNICO FAVORE CHE HO CHIESTO.
Ora capite il perche' di un post a queste ore del mattino, quando ormai il mio cazzeggio a letto e' ben andato a remengo come dicono dalle mie parti.
E poi ci stupiamo.
Sopratutto quando e' il suo turno di dormire il sabato mattina mentre io vado al lavoro.
Da questo sabato, musica a palla mentre faccio la doccia.
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avventure
venerdì 31 maggio 2013
Svampi e la guida Lussemburghese: a che punto siamo.
Sono quasi due mesi, che siamo riusciti a tornare a casa con il nostro bolide.
La honda, classe 1996, non sente eta' ed e' sempre una GRAN FIGA.
La ripresa e' ottima, il condizionatore non esiste, la radio quasi non si sente ma e' lei. La nostra prima macchina, quella che ci portava in giro anche in Italia.
Quella che per andare al mare si lasciava a casa e si prendeva la Yaris di mia mamma, che sembrava piu' affidabile.
E invece ora, alla facciazza di tutti e' qui, viva e vegeta con le miglia che avanzano senza sentirne nemmeno il peso.
E poi, e' rossa.
Ieri mi e' passata di fianco una Ferrari (papa' scusa non ho idea di quale modello fosse), e mi sono sentita FIGA.
E' bassa quanto una Ferrari.
E' rossa quanto una Ferrari.
Fa casino come una Ferrari.
Io pero', non la uso quasi mai.
Diciamo che c'ho un po' il complesso della macchina da queste parti.
Troppe corsie da rispettare, troppe macchine di lusso da evitare nel danneggiare.
Insomma, quando l'uomo non c'e' la macchina rimane parcheggiata e io la dimentico.
La povera.
Che volete, sono la classica femmina che odia guidare, che se potessi il simbolino "Donna al volante" lo metterei per davvero.
A me causa l'ansia dovermi spostare di corsia. E visto che mi agita, normalmente mi posiziono nella corsia che mi serve e non mi SCHIODO mai.
Avevo provato a guidare col valoroso uomo di fianco, che non ha fatto altro che ridere.
No ma dico provateci voi a uscire da un parcheggio SENZA IL SERVOSTERZO.
Ma ieri sono dovuta partire in ricognizione.
L'ansia.
Ma l'ansia.
Arrivo alla macchina, che mi guarda ignara.
Salgo e accendo il navigatore. Sia mai, che mi muovo senza.
L'accendo e cosa scopro?
Che il mister me l'ha lasciata SENZA BENZA. E io odio dover fare benza.
La prima volta che l'ho fatta al distributore automatico ho dovuto spostare la macchina tre volte, per potermi mettere alla pompa giusta.
Dopo il trauma, non l'ho piu' fatta.
E questo me la lascia a secco.
Qua, per giunta.
Inizio a sudare freddo mentre ingrano la marcia e con 4-manovre-4 esco dal parcheggio.
Trovo dopo 10 minuti che vago un distributore. Erano 10 minuti che avevo formato la coda dietro di me, perche' io la mia corsia NON l'abbandono.
Mai. Come una fedele compagna.
Come fare a far benzina quando quell'altro la' manco risponde al telefono?
Boh, come per magia mi sono appostata. Ho preso una pompa sperando fosse quella giusta (ricordo ancora le parole: "mi raccomando se un giorno ti capitera' di far benzina sappi che e' la verde" TRADITORE) ho premuto un po' e poi ho smesso e sono andata a pagare.
E' cosi' semplice qui.
Tipo non ci sono quelle cose automatiche.
No, non c'e' nulla.
La FELICITA'. L'ho scoperta ieri.
Sono ripartita, e ho seguito Carla' il mio simpatico navigatore (come la Bruni, che mi sta cooooosi' simpatica) tra viette nei campi e stradine contorte fino a che a TRADIMENTO non mi immette nella superstrada.
Io la mia corsia che ho guadagnato, non la cedo a nessuno, sia mai che poi perda l'uscita.
Schiacciata tra due camion, incontro l'amica Ferrari e mentre la guardo, PERDO L'USCITA.
Il navigatore me lo segna contando alla rovescia i metri che mancano all'uscita:
"Fra 0 metri esci"
"Ricalcolo"
Ma che diamine ma ricalcolati si!
Mi fa andare avanti, mi fa USCIRE DALLO STATO e finalmente in Belgio, mi fa uscire e rientrare.
Ma dico amica, ma non c'era un modo piu' semplice che farmi fare 30 minuti di superstrada con l'ansia del camion dietro che mi fa i fari e che non ha capito che io dalla mia corsia non mi muovo?
Sono quasi a destinazione almeno, dopo aver sudato come un animale.
Puzzo a dir poco.
Ho il fiatone come manco stessi correndo.
La Carla' mi porta ad arrampicarmi su stradine impervie.
Mi lascia li' e dopo che ho fatto cio' che dovevo fare mi fa fare un giro ANCORA piu' semplice per uscire dal peasello tutto curve. Ma dico PENSARCI PRIMA?
Impostando il navigatore ho messo: CASA.
Pero' guardando l'ora e' strano, mi segna che arrivo alle 3.30 quando sono le 17.00.
Io manco mi insospettisco.
Rientro in superstrada e viaggio tranquilla.
Stanno tutti uscendo dal paese per tornare a casa, pochi entrano in citta'.
Perdo la prima uscita e non mi insospettisco.
Mi fara' fare l'altro giro.
Perdo la seconda e penso, va beh, mi fara' fare il giro da dietro.
Quando Carla' mi fa superare completamente la citta' me ne accorgo.
Che Casa, voleva dire Casa in ITALIA.
E sta Pirla mi ci stava davvero portando.
La honda, classe 1996, non sente eta' ed e' sempre una GRAN FIGA.
La ripresa e' ottima, il condizionatore non esiste, la radio quasi non si sente ma e' lei. La nostra prima macchina, quella che ci portava in giro anche in Italia.
Quella che per andare al mare si lasciava a casa e si prendeva la Yaris di mia mamma, che sembrava piu' affidabile.
E invece ora, alla facciazza di tutti e' qui, viva e vegeta con le miglia che avanzano senza sentirne nemmeno il peso.
E poi, e' rossa.
Ieri mi e' passata di fianco una Ferrari (papa' scusa non ho idea di quale modello fosse), e mi sono sentita FIGA.
E' bassa quanto una Ferrari.
E' rossa quanto una Ferrari.
Fa casino come una Ferrari.
Io pero', non la uso quasi mai.
Diciamo che c'ho un po' il complesso della macchina da queste parti.
Troppe corsie da rispettare, troppe macchine di lusso da evitare nel danneggiare.
Insomma, quando l'uomo non c'e' la macchina rimane parcheggiata e io la dimentico.
La povera.
Che volete, sono la classica femmina che odia guidare, che se potessi il simbolino "Donna al volante" lo metterei per davvero.
A me causa l'ansia dovermi spostare di corsia. E visto che mi agita, normalmente mi posiziono nella corsia che mi serve e non mi SCHIODO mai.
Avevo provato a guidare col valoroso uomo di fianco, che non ha fatto altro che ridere.
No ma dico provateci voi a uscire da un parcheggio SENZA IL SERVOSTERZO.
Ma ieri sono dovuta partire in ricognizione.
L'ansia.
Ma l'ansia.
Arrivo alla macchina, che mi guarda ignara.
Salgo e accendo il navigatore. Sia mai, che mi muovo senza.
L'accendo e cosa scopro?
Che il mister me l'ha lasciata SENZA BENZA. E io odio dover fare benza.
La prima volta che l'ho fatta al distributore automatico ho dovuto spostare la macchina tre volte, per potermi mettere alla pompa giusta.
Dopo il trauma, non l'ho piu' fatta.
E questo me la lascia a secco.
Qua, per giunta.
Inizio a sudare freddo mentre ingrano la marcia e con 4-manovre-4 esco dal parcheggio.
Trovo dopo 10 minuti che vago un distributore. Erano 10 minuti che avevo formato la coda dietro di me, perche' io la mia corsia NON l'abbandono.
Mai. Come una fedele compagna.
Come fare a far benzina quando quell'altro la' manco risponde al telefono?
Boh, come per magia mi sono appostata. Ho preso una pompa sperando fosse quella giusta (ricordo ancora le parole: "mi raccomando se un giorno ti capitera' di far benzina sappi che e' la verde" TRADITORE) ho premuto un po' e poi ho smesso e sono andata a pagare.
E' cosi' semplice qui.
Tipo non ci sono quelle cose automatiche.
No, non c'e' nulla.
La FELICITA'. L'ho scoperta ieri.
Sono ripartita, e ho seguito Carla' il mio simpatico navigatore (come la Bruni, che mi sta cooooosi' simpatica) tra viette nei campi e stradine contorte fino a che a TRADIMENTO non mi immette nella superstrada.
Io la mia corsia che ho guadagnato, non la cedo a nessuno, sia mai che poi perda l'uscita.
Schiacciata tra due camion, incontro l'amica Ferrari e mentre la guardo, PERDO L'USCITA.
Il navigatore me lo segna contando alla rovescia i metri che mancano all'uscita:
"Fra 0 metri esci"
"Ricalcolo"
Ma che diamine ma ricalcolati si!
Mi fa andare avanti, mi fa USCIRE DALLO STATO e finalmente in Belgio, mi fa uscire e rientrare.
Ma dico amica, ma non c'era un modo piu' semplice che farmi fare 30 minuti di superstrada con l'ansia del camion dietro che mi fa i fari e che non ha capito che io dalla mia corsia non mi muovo?
Sono quasi a destinazione almeno, dopo aver sudato come un animale.
Puzzo a dir poco.
Ho il fiatone come manco stessi correndo.
La Carla' mi porta ad arrampicarmi su stradine impervie.
Mi lascia li' e dopo che ho fatto cio' che dovevo fare mi fa fare un giro ANCORA piu' semplice per uscire dal peasello tutto curve. Ma dico PENSARCI PRIMA?
Impostando il navigatore ho messo: CASA.
Pero' guardando l'ora e' strano, mi segna che arrivo alle 3.30 quando sono le 17.00.
Io manco mi insospettisco.
Rientro in superstrada e viaggio tranquilla.
Stanno tutti uscendo dal paese per tornare a casa, pochi entrano in citta'.
Perdo la prima uscita e non mi insospettisco.
Mi fara' fare l'altro giro.
Perdo la seconda e penso, va beh, mi fara' fare il giro da dietro.
Quando Carla' mi fa superare completamente la citta' me ne accorgo.
Che Casa, voleva dire Casa in ITALIA.
E sta Pirla mi ci stava davvero portando.
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lunedì 13 maggio 2013
La cubicol-cucina internazionale
Il piu' grande trauma di vivere all'estero e' che non riesci mai a mangiare decentemente.
Questo e' il pensiero principale che viene in mente all'italiano medio, ovvero a me.
Ma in realta' e' una frase un po' falsa.
Ho fatto poche e diverse esperienze all'estero per notare diverse cose, prima fra tutti come solo noi italiani abbiamo schemi ben fissi anche in cucina.
La pasta e' la pasta, la carne e' la carne. E nessuno ci verra' mai a dire che le due possono essere mangiate assieme a meno che non si parli della pasta al ragu' della nonna.
La famosa bolognese che nessun straniero riesce a dire. Cioe' hanno proprio un blocco della lingua e sillabe come gli, gle, gnu, gnu e via discorrendo vengono pronunciate come g-le, g-li, g-ne, g-nu.
Poi possiamo anche parlare del loro modo di non poter pronunciare le doppie.
Immaginatevi questa conversazione in francese o inglese o altra lingua:
-Cosa hai mangiato oggi a pranzo?
-Ho mangiato PENE a la rabiata.
Ecco. Sta tutto in questa frase il dolore che provo.
Posso sembrare un tantino cattiva, ma quando ti dichiarano guerra, non puoi far nulla se non controbattere.
Parlavo francese da un giorno e ho chiesto un succo d'albicocca al barista.
Lui mi ha guardata, ha sbuffato, mi ha corretto la pronuncia e se ne e' andato ridendo.
Ora, PARLIAMONE.
Io sono rimasta sconvolta, pero' visto che con quelli (i cugini d'oltralpe) ci lavoro, ho perso ogni speranza.
Al di la' del fatto di essere sfottuta (va beh invece di dire scala ho detto escaloppe, che e' la scaloppina ma giuro mi E' SFUGGITO) al lavoro penso sempre a come sarebbero loro con l'italiano se venissero a casa nostra a lavorare.
No perche', loro ci provano anche secondo me, credono sia facile.
Aldila' di PENE A LA RABBIATA, la mia parola preferita e' ARIBREDERCI.
CHIARO, cristallino.
Va beh, facciamo la signora e apprezziamo il tentativo.
Poi pero' non potete pretendere che vi prenda sul serio quando mi dite che per cena vi mangiate una bella bistecca al sangue con un contorno di pasta.
No aspetta...hai detto pasta?
Quella stessa pasta...che mi mettete sulla pizza?
Il vomito, il disgusto.
Grazie a dio e' una tradizione che si trova solo nelle case dei piu' squilibrati d'Europa (magari fossero solo studenti) e mai fino ad adesso, ho trovato questa accoppiata al ristorante.
Perche' parliamone, in fatto di mangiare fuori a me e al valoroso, non ci batte nessuno.
Siamo si buongustai, ma il problema e' un altro.
Cio' che ci spinge a mangiare fuori ogni qualvolta che ci viene voglia non e' tanto la curiosita' di provare nuovi ristoranti, no. E ' la curiosita' di vedere la nostra cucina una volta tanto che rimane in ordine.
Non che io non ci provi.
Ma ogni volta la cucina si trasforma in un mostro ingloba tutto.
Immaginatevi che anche solo per fare una pasta, nella mia cubicol-cucina, dobbiamo appoggiare le cose in bilico sul lavabo, e sperare che non cada nulla.
Gratuggiamo il formaggio, e l'unico posto in cui non cade e' nel piatto.
Finisce che il tavolo e' una distesa di neve al sapore di formaggio.
E poi, finito il tutto, bisogna lavare.
E qui scatta la guerra col valoroso uomo che odia, nel profondo lavare.
Dopo anni di studentato passati a lavare non e' che io ne abbia voglia.
Quindi ci riduciamo a usare il minimo indispensabile e in cucina a parere mio non e' il massimo (soprattutto se ti piace cucinare). Un'amica sconvolta dal fatto che ho un robot per montare a neve le uova mi fa:
"Ma questo monta a neve le uova, ti immagini cosa puoi fare?"
Cosa volete che ci faccia io?
Nulla, e' mia madre che me lo ha donato. Ma mia madre e la mia amica, e l'altra mia amica e quell'ancora che si e' appena trasferita, hanno tutte una cosa in comune: la LAVASTOVIGLIE.
E io no. A meno che non contiamo le mie mani come lavastoviglie.
Dunque la pigrizia avanza, il cubicol-cucina tenta di rimanere in ordine e io spero nel regalo inaspettato. Una lavatrice che come il TARDIS del Doctor Who, c'e' quando ne ho bisogno, e' piccola piccola ma dentro e' immensa.
Oppure tipo qualcosa come un buco infinito dove posso buttare via i miei piatti sporchi e lui me ne rida' di nuovi tutti ben puliti.
No aspetta, ma quella e' sempre una e comunque una LAVASTOVIGLIE.
martedì 16 aprile 2013
Italianismi
Appena l'aereo ha valicato le alpi, io mi sono rilassata. Innanzitutto perche' a Francoforte hanno dato l'antigelo all'aereo (manco fossimo a gennaio) e quando me ne sono accorta sono morta di paura.
Poi, perche' le alpi erano circondate da nuvole e spuntavano solo le creste: sembravano la cartina del Ferrero Rocher. Mi sono di nuovo innamorata di loro.
Da quando sono arrivata (e mio malgrado ripartita) in Patria, ho avuto in mente di scrivere un post. A spalare merda sul Bel Paese ci pensano tutti: italiani, europei e italiani emigrati. E io mi sono un po' stufata. Capita poi di leggere le parole di Chiara, o un articolo dove si incitano i giovani a partire, dove vi consiglio oltre che a leggerlo, di leggere il primo commento che dice come stanno le cose dall altro lato della medaglia. Perche' uno ti dice: parti! Vai via!
Ma non e' cosi' semplice.
Forse perche' sono all'estero, io piu' che del tempo sento la mancanza delle piccole cose. E volevo lodarle, perche' ci contraddistinguono, nel bene. Chissenefrega di parlare dei nostri difetti, di come il paese sta andando in rovina. No, abbiamo bisogno di un po' di autostima. Giuste per ricordarvi e ricordarci che abbiamo quel qualcosa in piu'.
Partiamo dal pranzo della domenica. Gli inglesi hanno il Roast Chicken, i lussemburghesi il ristorante, i francesi qualche loro schifezza. Possiamo minimamente confrontarli ai pranzi quasi natalizi delle nostre mamme/nonne? No perche' a casa mia, domenica ho mangiato:
-antipasto con salsine, salumi vari e polenta
-risotto al tastasal (tipico delle mie parti), crespelle agli asparagi e un terzo piatto che ora non ricordo visto che ero gia' morta stecchita, perche' qui siamo abituato a un pasto veloce e soprattutto LEGGERO.
-secondo di carne con polpettone, patate, peperoni e cipolle alla griglia, torta salata e sicuramente qualcos'altro.
-dessert a base di tre torte.
E questo e' solo il pranzo. Vogliamo parlare della decorazione della tavola?
Parliamo poi, delle chiacchere. Non quelle da mangiare, ma le parole. Stavo tornando a casa a piedi, quando un vicino (che non conosco) mi incrocia con i suoi cani. Il piu' piccolo era un cucciolo che mi si attacca alle gambe, anche se io ero abbastanza indifferente. Indifferente perche' qui se gli tocchi il cane ti FULMINANO CON GLI OCCHI, o al massimo ti fanno un sorriso di compassione.
"Se vuoi giocarci, fai pure, anzi scusa che e' un cucciolo" mi fa il vicino. Morale della favola: ho speso mezzora a giocarci e parlare con il signore, che mi raccontava la sua vita.
Al negozio di occhiali dove vado sin da piccola, sabato c'era una ressa. Stavo decidendo i nuovi occhiali da vista, vicino a me una signora sceglieva quelli da sole. Io ho aiutato lei nella scelta e lei ha aiutato me. Vi sembra una cosa da poco che delle sconosciute si aiutino?
Dalla parrucchiera, io ci vado per chiaccherare. Non solo per il prezzo (qui un taglio parte da 50 euro, solo il taglio. io ne spendo 13, dalla mia in Italia e me li taglia meglio), ma perche' con lei ci parlo, spettegoliamo e lei cerca ogni volta di farmi cambiare taglio di capelli senza riuscirci. L'ultima volta e' entrata una signora, probabilmente sola. E' rimasta con noi, a farci compagnia e a parlarci. Mi sono sentita intimorita: qui dal parrucchiere sembra una fabbrica e nessuno ti parla. In piu' io ODIO farmi tagliare i capelli da qualcun'altro. Ma ho guardato il lato positivo, di quella bella giornata dove ho conosciuto qualcuno di nuovo.
Le mercerie. Si, le mercerie, quelle vecchie o nuove con oggetti che variano dai fili, aghi e bottoni fino a reggiseni e mutande. Dove ci sono le nonnine che cuciono e chiaccherano. MERCERIE PATRMONIO DELL'UMANITA'. Non posso nemmeno farvi un confronto perche' qui non esistono, il negozio dove mi rifornisco per i miei fail e' occupato da commesse scocciate che non temono nulla: e' l'unico negozio di quel genere.
La convivialita' dei coinquilini. A Milano, sono stata dalla mia migliore amica che vive con altri studenti. A tavola siamo stati tutti assieme, a parlare e a bere qualcosa. Nessuno che entra e non ti saluta, nessuno che se ne sta per gli affari suoi se c'e' un'ospite. Anzi, sono stata perfino invitata a pranzo mentre la mia amica non c'era, in modo che non rimanessi in giro da sola.
Le pause caffe' dopo pranzo. Subito dopo, come un rito. Che qui non esiste, se non al ristorante. Ma per noi italiani e' splendido, il momento piu' dolce: poi va beh io nella mia pausa caffe' ho incontrato le Zitella, tutto il resto ora e' NOIA.
E potrei andare avanti all'infinito.
Potrei parlarvi delle pasticcerie dove ti fanno assaggiare le loro prelibatezze, dei panifici dal profumo piu' buono del mondo (ma perche' nessuno ha mai creato un profumo del genere?), delle osterie dove la sera si beve qualcosa e delle pizzerie al taglio, dio le pizzerie al taglio. QUI NON ESISTONO. Delle stradine di ciottoli, del ciarlare della gente.
E mi stupisco ogni volta, di come vogliamo conformarci a tutte le stupide cose straniere senza mai prendere ispirazione dalle loro idee piu' significative.
Forse il post vi sembrera' troppo enfatizzato, ma per chi come me, non torna spesso, questi sottili dettagli fanno la differenza.
Forse dovremmo ricordarcelo di piu'.
Ma se siamo i primi a dimenticarlo, chi altro puo' ricordarcelo? Se siamo i primi che non ricordiamo l'altruismo e la cordialita' che ci contraddistingue, come ci si puo' stupire dal fatto che a mio padre rubino la bici?
Non so ma sta cosa della bici mi ha fatto davvero incazzare.
Anche perche' era parcheggiata sotto il MUNICIPIO PIENO DI TELECAMERE. Ma tanto non serviranno a nulla, perche' nel nostro paese anche gli strumenti a disposizione vengono dimenticati.
Da quando sono arrivata (e mio malgrado ripartita) in Patria, ho avuto in mente di scrivere un post. A spalare merda sul Bel Paese ci pensano tutti: italiani, europei e italiani emigrati. E io mi sono un po' stufata. Capita poi di leggere le parole di Chiara, o un articolo dove si incitano i giovani a partire, dove vi consiglio oltre che a leggerlo, di leggere il primo commento che dice come stanno le cose dall altro lato della medaglia. Perche' uno ti dice: parti! Vai via!
Ma non e' cosi' semplice.
Forse perche' sono all'estero, io piu' che del tempo sento la mancanza delle piccole cose. E volevo lodarle, perche' ci contraddistinguono, nel bene. Chissenefrega di parlare dei nostri difetti, di come il paese sta andando in rovina. No, abbiamo bisogno di un po' di autostima. Giuste per ricordarvi e ricordarci che abbiamo quel qualcosa in piu'.
Partiamo dal pranzo della domenica. Gli inglesi hanno il Roast Chicken, i lussemburghesi il ristorante, i francesi qualche loro schifezza. Possiamo minimamente confrontarli ai pranzi quasi natalizi delle nostre mamme/nonne? No perche' a casa mia, domenica ho mangiato:
-antipasto con salsine, salumi vari e polenta
-risotto al tastasal (tipico delle mie parti), crespelle agli asparagi e un terzo piatto che ora non ricordo visto che ero gia' morta stecchita, perche' qui siamo abituato a un pasto veloce e soprattutto LEGGERO.
-secondo di carne con polpettone, patate, peperoni e cipolle alla griglia, torta salata e sicuramente qualcos'altro.
-dessert a base di tre torte.
E questo e' solo il pranzo. Vogliamo parlare della decorazione della tavola?
Parliamo poi, delle chiacchere. Non quelle da mangiare, ma le parole. Stavo tornando a casa a piedi, quando un vicino (che non conosco) mi incrocia con i suoi cani. Il piu' piccolo era un cucciolo che mi si attacca alle gambe, anche se io ero abbastanza indifferente. Indifferente perche' qui se gli tocchi il cane ti FULMINANO CON GLI OCCHI, o al massimo ti fanno un sorriso di compassione.
"Se vuoi giocarci, fai pure, anzi scusa che e' un cucciolo" mi fa il vicino. Morale della favola: ho speso mezzora a giocarci e parlare con il signore, che mi raccontava la sua vita.
Al negozio di occhiali dove vado sin da piccola, sabato c'era una ressa. Stavo decidendo i nuovi occhiali da vista, vicino a me una signora sceglieva quelli da sole. Io ho aiutato lei nella scelta e lei ha aiutato me. Vi sembra una cosa da poco che delle sconosciute si aiutino?
Dalla parrucchiera, io ci vado per chiaccherare. Non solo per il prezzo (qui un taglio parte da 50 euro, solo il taglio. io ne spendo 13, dalla mia in Italia e me li taglia meglio), ma perche' con lei ci parlo, spettegoliamo e lei cerca ogni volta di farmi cambiare taglio di capelli senza riuscirci. L'ultima volta e' entrata una signora, probabilmente sola. E' rimasta con noi, a farci compagnia e a parlarci. Mi sono sentita intimorita: qui dal parrucchiere sembra una fabbrica e nessuno ti parla. In piu' io ODIO farmi tagliare i capelli da qualcun'altro. Ma ho guardato il lato positivo, di quella bella giornata dove ho conosciuto qualcuno di nuovo.
Le mercerie. Si, le mercerie, quelle vecchie o nuove con oggetti che variano dai fili, aghi e bottoni fino a reggiseni e mutande. Dove ci sono le nonnine che cuciono e chiaccherano. MERCERIE PATRMONIO DELL'UMANITA'. Non posso nemmeno farvi un confronto perche' qui non esistono, il negozio dove mi rifornisco per i miei fail e' occupato da commesse scocciate che non temono nulla: e' l'unico negozio di quel genere.
La convivialita' dei coinquilini. A Milano, sono stata dalla mia migliore amica che vive con altri studenti. A tavola siamo stati tutti assieme, a parlare e a bere qualcosa. Nessuno che entra e non ti saluta, nessuno che se ne sta per gli affari suoi se c'e' un'ospite. Anzi, sono stata perfino invitata a pranzo mentre la mia amica non c'era, in modo che non rimanessi in giro da sola.
Le pause caffe' dopo pranzo. Subito dopo, come un rito. Che qui non esiste, se non al ristorante. Ma per noi italiani e' splendido, il momento piu' dolce: poi va beh io nella mia pausa caffe' ho incontrato le Zitella, tutto il resto ora e' NOIA.
E potrei andare avanti all'infinito.
Potrei parlarvi delle pasticcerie dove ti fanno assaggiare le loro prelibatezze, dei panifici dal profumo piu' buono del mondo (ma perche' nessuno ha mai creato un profumo del genere?), delle osterie dove la sera si beve qualcosa e delle pizzerie al taglio, dio le pizzerie al taglio. QUI NON ESISTONO. Delle stradine di ciottoli, del ciarlare della gente.
E mi stupisco ogni volta, di come vogliamo conformarci a tutte le stupide cose straniere senza mai prendere ispirazione dalle loro idee piu' significative.
Forse il post vi sembrera' troppo enfatizzato, ma per chi come me, non torna spesso, questi sottili dettagli fanno la differenza.
Forse dovremmo ricordarcelo di piu'.
Ma se siamo i primi a dimenticarlo, chi altro puo' ricordarcelo? Se siamo i primi che non ricordiamo l'altruismo e la cordialita' che ci contraddistingue, come ci si puo' stupire dal fatto che a mio padre rubino la bici?
Non so ma sta cosa della bici mi ha fatto davvero incazzare.
Anche perche' era parcheggiata sotto il MUNICIPIO PIENO DI TELECAMERE. Ma tanto non serviranno a nulla, perche' nel nostro paese anche gli strumenti a disposizione vengono dimenticati.
mercoledì 3 aprile 2013
Sindrome Premestruale
Nessuno degli uomini lo capira' mai.
E' inutile che vi lamentate, voi uomini, non lo proverete e quindi capirete, MAI.
Che quando inizia il furore, per noi donne e' la fine del mondo.
Che ci sentiamo gonfie, grasse e ad ogni boccone di cibo ci sembra di diventare dei palloni.
Che ci parte l'allarme Paranoia, su qualsiasi e dico QUALSIASI cosa: l'autobus perche' non arriva?oddio e' successo qualcosa?oddio magari c'e' un terrorista che l'ha dirottato!
Perche' quella mi fissa?che ho sulla faccia?Cosa mi fissa a fare sta s*****a?Che le ho fatto?
Massi dai aspetta che mi mangio un cioccolatino. No dai, meglio se non lo mangio che poi ingrasso.
E tutti questi pensieri ti bombardano, in questo modo, costantemente e alla velocita' di minimo 5 per minuto.
Figuratevi se vi sentite dire da una collega che l'altra collega ha detto che voi siete sporche. Anzi per precisare, che voi avete una casa cosi' piccola che sembra sempre un caos. Anche se la PULITE. (giusto per farla sembrare una cosa BELLA DA DIRE)
Allora, voi piccoli uomini, cercate di capire.
Una che c'ha la sindrome premestruale si sente dire tutto cio'. E pensa: beh si, se la vogliamo proprio dire, la casa e' un po' incasinata, tipo sempre. (sindrome premestruale che mi rende fin troppo onesta con me stessa)
Ma e' pulita, incasinata, ma pulita.
E non credo che fosse il caso di dirlo al lavoro, visto che sono stata cosi' gentile da invitarti a cena a casa nostra. Dove poi hai rimesso piede perche' la sottoscritta e' cosi' gentile da prestarti: grattuggia (?), magliette, ombrelli e valige.
Ma questo non e' nulla se poi tornate a casa, lasciate stare che tanto son cazzate, insomma questo conferma solo la cattiveria delle persone.
Ma se poi, vi ritrovate il ferro da stiro che perde (Io: "Domani vado a comprarlo nuovo perche' mentre stiravo mi ha bagnato tutta la camicia" Valoroso uomo; "Ma va e' NORMALE che faccia cosi') ettolitri di acqua sulla vostra scrivania vvvvintage, macchiandovela indelebilmente, e' ovvio che la sindrome premestruale si impadronisce del vostro corpo e voi, piangenti e urlanti disperate, lanciate il ferro da stiro a caso in cucina, centrando l'acquaio.
"Cosi' almeno e' rotto del tutto, e tu stasera, vieni con me a comprarlo"
Perche' ovviamente tutto cio' e' successo mentre al telefono con me c'era un annichilito valoroso uomo.
E che nessuno di voi uomini, ci provi la prossima volta, a minimizzare un nostro piccolo e grande dramma.
E' inutile che vi lamentate, voi uomini, non lo proverete e quindi capirete, MAI.
Che quando inizia il furore, per noi donne e' la fine del mondo.
Che ci sentiamo gonfie, grasse e ad ogni boccone di cibo ci sembra di diventare dei palloni.
Che ci parte l'allarme Paranoia, su qualsiasi e dico QUALSIASI cosa: l'autobus perche' non arriva?oddio e' successo qualcosa?oddio magari c'e' un terrorista che l'ha dirottato!
Perche' quella mi fissa?che ho sulla faccia?Cosa mi fissa a fare sta s*****a?Che le ho fatto?
Massi dai aspetta che mi mangio un cioccolatino. No dai, meglio se non lo mangio che poi ingrasso.
E tutti questi pensieri ti bombardano, in questo modo, costantemente e alla velocita' di minimo 5 per minuto.
Figuratevi se vi sentite dire da una collega che l'altra collega ha detto che voi siete sporche. Anzi per precisare, che voi avete una casa cosi' piccola che sembra sempre un caos. Anche se la PULITE. (giusto per farla sembrare una cosa BELLA DA DIRE)
Allora, voi piccoli uomini, cercate di capire.
Una che c'ha la sindrome premestruale si sente dire tutto cio'. E pensa: beh si, se la vogliamo proprio dire, la casa e' un po' incasinata, tipo sempre. (sindrome premestruale che mi rende fin troppo onesta con me stessa)
Ma e' pulita, incasinata, ma pulita.
E non credo che fosse il caso di dirlo al lavoro, visto che sono stata cosi' gentile da invitarti a cena a casa nostra. Dove poi hai rimesso piede perche' la sottoscritta e' cosi' gentile da prestarti: grattuggia (?), magliette, ombrelli e valige.
Ma questo non e' nulla se poi tornate a casa, lasciate stare che tanto son cazzate, insomma questo conferma solo la cattiveria delle persone.
Ma se poi, vi ritrovate il ferro da stiro che perde (Io: "Domani vado a comprarlo nuovo perche' mentre stiravo mi ha bagnato tutta la camicia" Valoroso uomo; "Ma va e' NORMALE che faccia cosi') ettolitri di acqua sulla vostra scrivania vvvvintage, macchiandovela indelebilmente, e' ovvio che la sindrome premestruale si impadronisce del vostro corpo e voi, piangenti e urlanti disperate, lanciate il ferro da stiro a caso in cucina, centrando l'acquaio.
"Cosi' almeno e' rotto del tutto, e tu stasera, vieni con me a comprarlo"
Perche' ovviamente tutto cio' e' successo mentre al telefono con me c'era un annichilito valoroso uomo.
E che nessuno di voi uomini, ci provi la prossima volta, a minimizzare un nostro piccolo e grande dramma.
lunedì 25 marzo 2013
Le lunghe domeniche
Una volta, prima dell'epoca valorosa, odiavo la domenica.
La domenica lavoravo.
Prima di lavorare, c'era il pranzo della nonna.
Ma questa e' un'altra storia.
Ora amo la domenica. E' il giorno del Nulla Fare, dove ci si alza, si fa la colazione tardi assieme al pranzo (e qui forse mia madre rabbrividira' visto che normalmente a casa sua ci alzavamo tutti massimo alle 9.30) e si inizia la maratona dei film.
Mi e' sempre piaciuto il cinema, ma qui la situazione e' degenarata.
Non c'e molto da fare, qui sono 6 mesi che o piove o nevica.
Oppure c'e' l'apertura speciale per lo shopping domenicale (chiaramente sempre e soltanto quando c'e' il SOLE).
Noi, non abbiamo la macchina, perche' non ci serve. Viviamo in centro, usiamo l'autobus.
Ma diciamo che la citta'-stato la domenica diventa un paesino: tutto chiuso, meta' autobus che non esistono, un deserto insomma.
Ma allora chi ce lo fa fare di uscire?
E cosi' abbiamo affinato l'arte cinematografica.
Sono circa 6 mesi che la domenica, non ha una routine, ma alla fine ce l'ha.
Certe volte c'e' lo sport, altre le passeggiate. Ma e' la nostra giornata. L'unica nella settimana dove siamo io e lui. L'unica in cui mi posso riposare dal tran tran quotidiano. E se una volta lo trascinavo per musei e citta', ora la temperatura costante attorno allo 0 mi fa solo desiderare di restare in casa, un bel filmetto e una copertina.
Cucinando risotti, tacos e quant'altro.
Indipercui ho pensato bene di stilare una lista degli ultimi2500 due o tre film che sono stati approvati sia da me che dal valoroso. I cui gusti non son esattamente gli stessi: io voglio film dove l'amore trionfi e lui...beh dove i bad boys non vincano sempre.
Anonymous.
Non lo so perche', ma nessuno ne ha parlato molto, o almeno a me nessuno ne ha parlato molto. Eppure come storia l'ho trovata veramente spettacolare: supponiamo che Shakespeare non sia quel che sia, ma solo la copertura di un vero aristocratico, dotto e amante della letteratura, che non riesce, non ce la fa a non scrivere.
Va beh poi, che io amo i film di epoca Elisabbettiana.
The Perks of being a wallflower.
O detto anche Noi siamo infinito, titolo italiano.
Questo sicuramente e' piu' il mio genere, come dice il valoroso il dramma psicologico adolescianziale amoroso. Ma non lo so, a me i grandi discorsi fanno sempre effetto. Sara' che me li facevo anche io a 15 anni.
Life of Pi.
Spettacolare fotografia, claustrofobico per quanto riguarda il senso infinito dell'oceano.
Ma lo riguarderei, anche solo per i colori. Nonostante io abbia una paura tremenda del mare.
Looper.
Che dire, c'e' quell'attorino che mi piace.
E c'e' Bruce Willis, in una storia di sci-fi, innovativa e diversa. Finalmente.
Approvato a pieni voti da tutti e due.
Cloud Atlas.
Innimaginabile. Ero al cinema e mi agitavo, perche' se io non prendo paura per spari etc, non sono contenta. Gli attori? Piu' che bravissimi, direi camaleontici. A parte Halle Berry, che a me proprio non piace.
Ma le storie intrecciate cosi' a me piacciono un sacco, che non ci capisci niente fino alla fine. E anche alla fine esci dal cinema e dici: mah.
E questa e' la scena che mi e' entrata nel cuore.
Ruby Sparks.
Questo in realta' me lo sono guardata da sola, per poter aver il momento tenerezza con i miei filmetti.
Lo chiamo filmetto, ma io l'ho amato.
Silver Linings Playbook.
Non avrei mai pensato che la Jenniferona si sarebbe pigliata l'Oscar per questo ruolo, ma il film e' veramente magico. Come dice un mio amico, e' il tutto che lo rende cosi'. Senza un solo elemento, non sarebbe stato un film da Oscar ma solo un flop. (L'ultima frase e' mia e si vede, d'altronde lui studia cinema)
Django Unchained.
Perche' io amo non Tarantino, ma Sergio Leone, da cui ha ripreso tutto per questo film.
E perche' i western, fanno tornare bambini.
Hit&Run.
Commedia, amorosa ma con macchine. E boh. A me le macchine piacciono (sopratutto questa), e per una volta ho scelto io il film e non ho cannato come al solito.
Forgetting Sarah Marshall.
Perche' c'e' Marshall di How I met your mother e quell'hippie di Russel Brand, con il suo accento assurdo. E perche' si parla di dimenticare, in una maniera dolce-amara.
Poi io li ho anche visti i tanti, e tanti film romantici.
Ma forse il caso dell'amore trionfa, del cuore che sussulta per le proprie eroine, sara' soggetto di un post a parte.
La domenica lavoravo.
Prima di lavorare, c'era il pranzo della nonna.
Ma questa e' un'altra storia.
Ora amo la domenica. E' il giorno del Nulla Fare, dove ci si alza, si fa la colazione tardi assieme al pranzo (e qui forse mia madre rabbrividira' visto che normalmente a casa sua ci alzavamo tutti massimo alle 9.30) e si inizia la maratona dei film.
Mi e' sempre piaciuto il cinema, ma qui la situazione e' degenarata.
Non c'e molto da fare, qui sono 6 mesi che o piove o nevica.
Oppure c'e' l'apertura speciale per lo shopping domenicale (chiaramente sempre e soltanto quando c'e' il SOLE).
Noi, non abbiamo la macchina, perche' non ci serve. Viviamo in centro, usiamo l'autobus.
Ma diciamo che la citta'-stato la domenica diventa un paesino: tutto chiuso, meta' autobus che non esistono, un deserto insomma.
Ma allora chi ce lo fa fare di uscire?
E cosi' abbiamo affinato l'arte cinematografica.
Sono circa 6 mesi che la domenica, non ha una routine, ma alla fine ce l'ha.
Certe volte c'e' lo sport, altre le passeggiate. Ma e' la nostra giornata. L'unica nella settimana dove siamo io e lui. L'unica in cui mi posso riposare dal tran tran quotidiano. E se una volta lo trascinavo per musei e citta', ora la temperatura costante attorno allo 0 mi fa solo desiderare di restare in casa, un bel filmetto e una copertina.
Cucinando risotti, tacos e quant'altro.
Indipercui ho pensato bene di stilare una lista degli ultimi
Anonymous.
Non lo so perche', ma nessuno ne ha parlato molto, o almeno a me nessuno ne ha parlato molto. Eppure come storia l'ho trovata veramente spettacolare: supponiamo che Shakespeare non sia quel che sia, ma solo la copertura di un vero aristocratico, dotto e amante della letteratura, che non riesce, non ce la fa a non scrivere.
Va beh poi, che io amo i film di epoca Elisabbettiana.
The Perks of being a wallflower.
O detto anche Noi siamo infinito, titolo italiano.
Questo sicuramente e' piu' il mio genere, come dice il valoroso il dramma psicologico adolescianziale amoroso. Ma non lo so, a me i grandi discorsi fanno sempre effetto. Sara' che me li facevo anche io a 15 anni.
Life of Pi.
Spettacolare fotografia, claustrofobico per quanto riguarda il senso infinito dell'oceano.
Ma lo riguarderei, anche solo per i colori. Nonostante io abbia una paura tremenda del mare.
Looper.
Che dire, c'e' quell'attorino che mi piace.
E c'e' Bruce Willis, in una storia di sci-fi, innovativa e diversa. Finalmente.
Approvato a pieni voti da tutti e due.
Cloud Atlas.
Innimaginabile. Ero al cinema e mi agitavo, perche' se io non prendo paura per spari etc, non sono contenta. Gli attori? Piu' che bravissimi, direi camaleontici. A parte Halle Berry, che a me proprio non piace.
Ma le storie intrecciate cosi' a me piacciono un sacco, che non ci capisci niente fino alla fine. E anche alla fine esci dal cinema e dici: mah.
E questa e' la scena che mi e' entrata nel cuore.
Ruby Sparks.
Questo in realta' me lo sono guardata da sola, per poter aver il momento tenerezza con i miei filmetti.
Lo chiamo filmetto, ma io l'ho amato.
Silver Linings Playbook.
Non avrei mai pensato che la Jenniferona si sarebbe pigliata l'Oscar per questo ruolo, ma il film e' veramente magico. Come dice un mio amico, e' il tutto che lo rende cosi'. Senza un solo elemento, non sarebbe stato un film da Oscar ma solo un flop. (L'ultima frase e' mia e si vede, d'altronde lui studia cinema)
Django Unchained.
Perche' io amo non Tarantino, ma Sergio Leone, da cui ha ripreso tutto per questo film.
E perche' i western, fanno tornare bambini.
Hit&Run.
Commedia, amorosa ma con macchine. E boh. A me le macchine piacciono (sopratutto questa), e per una volta ho scelto io il film e non ho cannato come al solito.
Forgetting Sarah Marshall.
Perche' c'e' Marshall di How I met your mother e quell'hippie di Russel Brand, con il suo accento assurdo. E perche' si parla di dimenticare, in una maniera dolce-amara.
Poi io li ho anche visti i tanti, e tanti film romantici.
Ma forse il caso dell'amore trionfa, del cuore che sussulta per le proprie eroine, sara' soggetto di un post a parte.
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avventure
venerdì 22 marzo 2013
Paese che vai, moda che trovi.
Una delle cose che nessuno ti dice quando parti, e' che sarai soggetto a nuove mode che in patria manco esistono.
Non parlo dei grandi store, parlo di quelle piccole piculiarita' della moda che distinguono un paese dall'altro.
Un po' come quegli oggetti che diventano un must cosi' importante da diventare copia nei mercati.
Partiamo dal fatto che qui il mercato e' caro come nemmeno i supermercati alla moda.
Infatti ci vanno solo i ricchi.
E da qui, preparatevi a un tour nei gironi infernali della moda di strada (altroche' lo streetstyle).
Le magliette con i tizi famosi e i baffi.
Ce le hanno tutti. Una cosa IMPROPONIBILE.
Immaginatevi Rihanna, con il un disegno di un baffo davanti al naso.
Costano come una cena in un ristorante italiano, e scommetto che la qualita' sia decisamente bassa.
Fatto sta che tutti gli adolescenti le vogliono, dunque qui si vedono fiotte e fiotte di genitori in cerca di negozi che le vendano. Peccato che nessuna grande marca li venda.
Minigonna nera inguinale, calze nere 'estive' e tacchi neri, alti come me.
E loro normalmente hanno 15 anni, e se ne escono di casa vestite come angioletti.
Non posto foto se no mi arriva una denuncia per pedofilia.
Le NewBalance, rinominate da me stessa medesima Nickelback. Non chiedetemi perche'.
In realta' trovo ottimo questo trend, visto che sono sempre state le mie preferite.
Il problema e' che il mio collega ha le mie stesse scarpe ora.
E anche il mio taglio di capelli.
Le borse fake Celine con il teschio brillantinato.
E ancora imperterrite resistono.
I parka col pelo, una cosa assurda. Brutti perche' li chiamano parka ma in realta' non lo sono. Sono giacche di colore verdone militare oppure nero oppure beige, con un sacco di pelo che fuoriesce da ogni parte e una cintura in vita come quella dei trench. Ma tutte le ragazzine cool ce l'hanno. Anzi penso che sia passato di moda e siano ora al nuovo livello: una sorta di piumino alla Woolrich mischiata al Museum, super corto, col cappuccio superpeloso e una strisciolina gialla per contraddistinguerlo.
E non dico altro. Anzi si: non sanno cosa sia il Woolrich.
La giacca di pelle aperta quando fa -5.
Si perche' loro, i vichingi della terra di mezzo, che se ne fanno del piumino?
La beata ignoranza sull'esistenza del bidet.
Pensate che stavo parlando con un'amica e lei mi fa: "Ma te lo sai che c'e' una cosa che si chiama bidet e sai che la usano per pulirsi le parti intime?Cioe' ma che assurdita' e' mai?"
Aiutiamoli. Soprattutto per l'ultimo punto.
Per il resto, ogni paese ha le sue mode.
Non parlo dei grandi store, parlo di quelle piccole piculiarita' della moda che distinguono un paese dall'altro.
Un po' come quegli oggetti che diventano un must cosi' importante da diventare copia nei mercati.
Partiamo dal fatto che qui il mercato e' caro come nemmeno i supermercati alla moda.
Infatti ci vanno solo i ricchi.
E da qui, preparatevi a un tour nei gironi infernali della moda di strada (altroche' lo streetstyle).
Le magliette con i tizi famosi e i baffi.
Ce le hanno tutti. Una cosa IMPROPONIBILE.
Immaginatevi Rihanna, con il un disegno di un baffo davanti al naso.
Costano come una cena in un ristorante italiano, e scommetto che la qualita' sia decisamente bassa.
Fatto sta che tutti gli adolescenti le vogliono, dunque qui si vedono fiotte e fiotte di genitori in cerca di negozi che le vendano. Peccato che nessuna grande marca li venda.
Minigonna nera inguinale, calze nere 'estive' e tacchi neri, alti come me.
E loro normalmente hanno 15 anni, e se ne escono di casa vestite come angioletti.
Non posto foto se no mi arriva una denuncia per pedofilia.
Le NewBalance, rinominate da me stessa medesima Nickelback. Non chiedetemi perche'.
In realta' trovo ottimo questo trend, visto che sono sempre state le mie preferite.
Il problema e' che il mio collega ha le mie stesse scarpe ora.
E anche il mio taglio di capelli.
Le borse fake Celine con il teschio brillantinato.
E ancora imperterrite resistono.
I parka col pelo, una cosa assurda. Brutti perche' li chiamano parka ma in realta' non lo sono. Sono giacche di colore verdone militare oppure nero oppure beige, con un sacco di pelo che fuoriesce da ogni parte e una cintura in vita come quella dei trench. Ma tutte le ragazzine cool ce l'hanno. Anzi penso che sia passato di moda e siano ora al nuovo livello: una sorta di piumino alla Woolrich mischiata al Museum, super corto, col cappuccio superpeloso e una strisciolina gialla per contraddistinguerlo.
E non dico altro. Anzi si: non sanno cosa sia il Woolrich.
La giacca di pelle aperta quando fa -5.
Si perche' loro, i vichingi della terra di mezzo, che se ne fanno del piumino?
La beata ignoranza sull'esistenza del bidet.
Pensate che stavo parlando con un'amica e lei mi fa: "Ma te lo sai che c'e' una cosa che si chiama bidet e sai che la usano per pulirsi le parti intime?Cioe' ma che assurdita' e' mai?"
Aiutiamoli. Soprattutto per l'ultimo punto.
Per il resto, ogni paese ha le sue mode.
venerdì 15 marzo 2013
La Sentimentalista
Meta' imprecisata di Agosto 2012.
Ecco l'ultima volta che ho camminato, usato la bicicletta e mi sono sciolta al caldo della periferia italiana.
Da li' in poi, e' stato tutto un declino glaciale.
Un declino geloso, visto che il valoroso uomo viaggiando per lavoro, a casa ci torna una volta al mese.
Giusto il tempo delle coccole famigliari, ma ci torna.
L'ultima volta, un paio di amiche iniziavano una nuova avventura, con una nuova casa. E abbiamo riflettuto sulla parola casa: la casa, e' dove sta il tuo cuore.
Ma per noi, risulta un po' piu' difficile.
La tipica frase: "Andiamo a casa" puo' avere due significati diversi.
Andiamo a casa, torniamo nella nostra magione, dopo una serata o una giornata di lavoro.
Andiamo a Casa, dalla mamma. Andiamo dalle nonne, a farci rimpilzare, a farci dire: "Ma mangi? Sei cosi' dimagrita!"
Era tanto che volevo scriverne, ma ogni volta mi bloccavo. Vedete, e' difficile comprendere gli scherzi che ti fa la vita. Passi il tempo a contare i giorni che ti separano dalla nuova vita, o almeno era quello che succedeva a me l'anno scorso in questo periodo: una frenesia, un'agitazione, una paura dell'ignoto che manco Harry Potter mentre affronta Voldemort.
Ma sapevo che qui c'era lui, casa.
E, sono fiera della mia scelta. Ho mollato una vita che mi apparteneva a tre quarti, per prendere possesso di questa, che mi appartiene appieno.
Ma non e' facile.
Non rispondo mai nemmeno alle critiche, alle idee strane che la gente si fa: si, la vita sotto alcuni aspetti qui, e' piu' facile. E' piu' facile perche' non ci sono pregiudizi, non ci sono esperienze passate assieme, non ci sono frasi come "ma come sei cambiata", "ma perche' fai cosi'?".
E' piu' facile perche' da qui, ho capito la vita che avevo a Casa. La madrepatria, la citta' in cui spero prima o poi di tornare per portare con me questo bagaglio di conoscenze che sto acquisendo semplicemente vivendo lontano da lei.
Non e' facile, quando ti senti come se gli altri ti vedessero come uno che e' scappato da una situazione tragica: embe' che dovevamo fare? Una laurea in arte di certo, e' molto utile in Italia.
Non e' facile, quando sai che ci sono 1000 km di distanza tra te e la famiglia e preghi sempre che vada tutto bene.
Non e' facile vederli per due giorni ogni tot mesi. E non importa quanto innamorati possiate essere, a tutti manca Casa. Sono quel sostegno silenzioso, vicino e costante che se hai bisogno arriva subito, se non ne hai e' comunque li' nell'angolo in attesa.
E' cosi' difficile certe volte diventare adulti. Un giorno sei li' nel tuo lettino, nella tua stanza e il giorno dopo convivi. Non ci ho mai pensato, non ci ho mai riflettuto, mi sono sempre buttata a capofitto. E taaac: ormai sei un'adulta. Quasi, visto che lavori, hai una casa e il valoroso uomo al tuo fianco.
Ma poi, il caos casalingo conferma la fase transitoria, e ti rilassi. Perche' casa qui, e' dove siamo noi, come la casa di Milano dove cucinavo risottini insipidi in miniporzioni, e dove mi dichiaravo al valoroso uomo (si perche' qua se aspettiamo lui...).
E mentre gli dicevo frasi dolci, la casa si autoalimentava di caos. E alla fine poco e' cambiato da allora.
Forse che nessuno dei due avrebbe pensato a dove siamo ora.
In una casa coatica, piena di frasi dolci. Solo un po' piu' al nord.
Ma fra tre settimane, torno alla primavera italiana per 7 giorni, una quantita' infinita di giorni per me.
E questo post l'avevo iniziato per dire altro, per comunicare con i genitori e dirgli che appena atterro voglio fare una lista infinita di cose che comprendono:
-il pranzo dalla nonna con risotto al tastasal (vero che lo fa?)
-gli spaghetti in rosso di papa'
-i biscotti della mamma, i brownies
-voglio vedere Gunter (il robot aspirapolvere di mia Madre) all'opera, mentre e' inseguito da quelle due psicopatiche di gatte
-il mio posticino sulla poltrona
-vedere le montagne fuori dalla finestra della mia camera
-mangiare, tanto
-andare al lago
-portare il fratello in stazione, la sera quando prendera' il treno per andare a studiare
-passare i pomeriggi silenziosi con i nonni
-sentire Madre che parla al telefono costantemente all'ora di cena
-e tutte quelle cose, che facevano parte della vita quotidiana e ora in un certo senso, mancano.
E mi faro' un sacrosanto Bidet.
Ecco l'ultima volta che ho camminato, usato la bicicletta e mi sono sciolta al caldo della periferia italiana.
Da li' in poi, e' stato tutto un declino glaciale.
Un declino geloso, visto che il valoroso uomo viaggiando per lavoro, a casa ci torna una volta al mese.
Giusto il tempo delle coccole famigliari, ma ci torna.
L'ultima volta, un paio di amiche iniziavano una nuova avventura, con una nuova casa. E abbiamo riflettuto sulla parola casa: la casa, e' dove sta il tuo cuore.
Ma per noi, risulta un po' piu' difficile.
La tipica frase: "Andiamo a casa" puo' avere due significati diversi.
Andiamo a casa, torniamo nella nostra magione, dopo una serata o una giornata di lavoro.
Andiamo a Casa, dalla mamma. Andiamo dalle nonne, a farci rimpilzare, a farci dire: "Ma mangi? Sei cosi' dimagrita!"
Era tanto che volevo scriverne, ma ogni volta mi bloccavo. Vedete, e' difficile comprendere gli scherzi che ti fa la vita. Passi il tempo a contare i giorni che ti separano dalla nuova vita, o almeno era quello che succedeva a me l'anno scorso in questo periodo: una frenesia, un'agitazione, una paura dell'ignoto che manco Harry Potter mentre affronta Voldemort.
Ma sapevo che qui c'era lui, casa.
E, sono fiera della mia scelta. Ho mollato una vita che mi apparteneva a tre quarti, per prendere possesso di questa, che mi appartiene appieno.
Ma non e' facile.
Non rispondo mai nemmeno alle critiche, alle idee strane che la gente si fa: si, la vita sotto alcuni aspetti qui, e' piu' facile. E' piu' facile perche' non ci sono pregiudizi, non ci sono esperienze passate assieme, non ci sono frasi come "ma come sei cambiata", "ma perche' fai cosi'?".
E' piu' facile perche' da qui, ho capito la vita che avevo a Casa. La madrepatria, la citta' in cui spero prima o poi di tornare per portare con me questo bagaglio di conoscenze che sto acquisendo semplicemente vivendo lontano da lei.
Non e' facile, quando ti senti come se gli altri ti vedessero come uno che e' scappato da una situazione tragica: embe' che dovevamo fare? Una laurea in arte di certo, e' molto utile in Italia.
Non e' facile, quando sai che ci sono 1000 km di distanza tra te e la famiglia e preghi sempre che vada tutto bene.
Non e' facile vederli per due giorni ogni tot mesi. E non importa quanto innamorati possiate essere, a tutti manca Casa. Sono quel sostegno silenzioso, vicino e costante che se hai bisogno arriva subito, se non ne hai e' comunque li' nell'angolo in attesa.
E' cosi' difficile certe volte diventare adulti. Un giorno sei li' nel tuo lettino, nella tua stanza e il giorno dopo convivi. Non ci ho mai pensato, non ci ho mai riflettuto, mi sono sempre buttata a capofitto. E taaac: ormai sei un'adulta. Quasi, visto che lavori, hai una casa e il valoroso uomo al tuo fianco.
Ma poi, il caos casalingo conferma la fase transitoria, e ti rilassi. Perche' casa qui, e' dove siamo noi, come la casa di Milano dove cucinavo risottini insipidi in miniporzioni, e dove mi dichiaravo al valoroso uomo (si perche' qua se aspettiamo lui...).
E mentre gli dicevo frasi dolci, la casa si autoalimentava di caos. E alla fine poco e' cambiato da allora.
Forse che nessuno dei due avrebbe pensato a dove siamo ora.
In una casa coatica, piena di frasi dolci. Solo un po' piu' al nord.
Ma fra tre settimane, torno alla primavera italiana per 7 giorni, una quantita' infinita di giorni per me.
E questo post l'avevo iniziato per dire altro, per comunicare con i genitori e dirgli che appena atterro voglio fare una lista infinita di cose che comprendono:
-il pranzo dalla nonna con risotto al tastasal (vero che lo fa?)
-gli spaghetti in rosso di papa'
-i biscotti della mamma, i brownies
-voglio vedere Gunter (il robot aspirapolvere di mia Madre) all'opera, mentre e' inseguito da quelle due psicopatiche di gatte
-il mio posticino sulla poltrona
-vedere le montagne fuori dalla finestra della mia camera
-mangiare, tanto
-andare al lago
-portare il fratello in stazione, la sera quando prendera' il treno per andare a studiare
-passare i pomeriggi silenziosi con i nonni
-sentire Madre che parla al telefono costantemente all'ora di cena
-e tutte quelle cose, che facevano parte della vita quotidiana e ora in un certo senso, mancano.
E mi faro' un sacrosanto Bidet.
venerdì 14 dicembre 2012
Cronaca di un improvvisa voglia di acquistare un vestito per Natale.
No perche' visto che a Natale sono bloccata qui, mi servira' moltissimo un nuovo vestito.
No perche', a Natale faranno 30 gradi.
No perche', non ho praticamente finito lo stipendio a furia di fare regali per gente che manco li aprira' a Natale ma forse forse a Pasqua (Maya permettendo, of course).
Va beh fatto sta che oggi mi e' venuta voglia di un vestito.
Il Natale scorso ero ancora in patria e la mia stilista preferita aka la Nonna ha esaudito ogni mio desiderio.
Io volevo questo vestitino della Beckham.
E lei me l'ha fatto.
Forse ancora piu' fico.
Ma quest'anno mi devo accontentare.
Se poi partiamo dal principio che non c'ho 'na lira (a beneficio dei parenti e dei loro regali), e concludiamo che quando lavoro indosso solo divise e mai miei vestiti, io per comprarmi il mio improvviso slancio femministico natalizio, ho iniziato a guardare sull'app di Zara.
Ne ho trovato uno, molto carino.
E qui mi e' scoppiato l'amore per il pizzo bianco, in inverno, manco fossimo a un battessimo e quella battezzata fossi io. In estate.
Fatto sta che siccome qua di grandi e fantastici negozi non ce ne stanno, sono partita alla volta di Zara, dove non ho trovato altro che tristissimi vestiti pseudo zoccole in preadolescenza. Come dice la Zitella, forse e' il caso per Zara di evolversi alle novita'.
Parlo io, che dopo un estate intossicata di vestiti bianchi e di pizzo, me ne e' venuta voglia solo ora.
Vabbeh.
Allora Zara e' stata subito bocciata. Rimaneva l'amica dei poveri che tentano di essere chic aka H&M.
Eh insomma, io non vorrei dire, ma ho trovato ben 5 potenziali amici vestiti. Tutti sempre pescati dalla sezione vestiti pseudo zoccole preado.
Mi sono chiusa in camerino e ho inviato una mail minatoria al valoroso uomo:
"preparati-stop-prova vestiti-stop-aiuto-stop"
E ho iniziato.
Il primo mi piaceva, semplice finto pizzo, ma ste maniche larghe mah.
Era un psuedo si.
Il secondo altro pizzo che mia nonna se lo vede parte va in Svezia e uccide qualsiasi persona abbia mai pensato di creare il pizzo con della plasticaccia.
Troppo baby doll.
Per non parlare che essendo della mia taglia NON MI SI CHIUDEVA.
E la taglia piu' grande (perche' si, dopo l'attimo di panico mi sono fatta coraggio) mi rendeva mamma incinta.
Passiamo al terzo.
E il terzo si insomma, mi piace. Mi piace come mi sta, nasconde i miei punti debolucci chiamati 'fianchi mediterranei che avrei dovuto sfruttare con un paio di jeans bootcut quando i bootcut forse andavano ancora di moda' ed esalta le mie spallucce. La plastica nera che finge di essere finta pelle e' utilizzata q.b. e il tessuto spesso mi rende piu' sicura che sia qualcosa che possa indossare durante questo Natale a -10. Anche se mi ricorda un po' il rivestimento del divano della nonna. Ma che ci si puo' fare, l'improvvisa voglia di avere qualcosa a Natale era partita e non la si poteva fermare.
Tra il terzo e il quarto avviene la prima chiamata tra me e il valoroso uomo.
"No ma a me piacciono tutti. L'1 e il 3, soprattutto."
"Ok spetta che ti invio gli altri due"
Il quarto era un finto pizzo color burgundy.
Tipo facciamo la baby doll in versione sangue. (che mi sconvolge al punto che faccio la foto sfuocata)
Difficolta' a inserirlo ma poi IMPROVVISAMENTE in vita mi stava larghissimo.
I misteri dei vestiti cheap.
Giungiamo quindi al numero 5.
Nero, come la nuova bottiglia del profumo Chanel.
Mi piace, ammetto che il collo cosi e' bello, la gonna piu' lunga e assimettrica me gusta mucho.
Ma poi aspetta, il disegno lavorato sul petto lascia intravedere tutta la nudita' che c'e' tra le due tettine e fino in fondo alla panza. Anche se ovviamente in realta', qui era tutto coperto dalla mia amica canottiera da sotto (anche conosciuta come: la salva stomaco...e non aggiungo altro).
Insomma dopo quest'ultimo esemplare sono in confusione.
Invio una mail al valoroso:
"A me piacciono 1, 3 e 5"
Evviva la tombola, mi dicono.
Sono tentata di prosciugare il conto e comprarli tutti e tre, seguono momenti di entusiasmo alternati a depressione generale.
Il valoroso e santo uomo, mi chiama:
"Scusa sono incasinatissimo al lavoro, allora riassumiamo. Il primo e' bello ma a Natale o gli metti le calze trasparenti e fai nonna subito, o giri senza calze e te lo sconsiglio. Il quinto e' bello ma fa estate, serata a ballare e te insomma ne hai gia' uno cosi' o sbaglio? Andrei del terzo. Vai e compra."
Tu-tu-tu-tu.
Mi mette giu' cosi' e io agisco.
Ma chi ha bisogno di una personal shopper quando c'abbiamo lui, il valoroso uomo che dispensa consigli da 1000 km di distanza?
Un'ultima chiamata per rompere e rassicurarmi:
"Ma con cosa lo metto?"
"Col blazer nero, quello bianco, il golfino nero e il cardigan rosso. Scarpe ne hai di nere, mi pare di si'. Anzi ora che ci penso ne hai 4 PAIA DI NERE."
Tu-tu-tu-tu
Ma tipo, quando e' che mi chiedi di sposarti?Valoroso for president.
Sa piu' cose lui del mio armadio, che io.
Morale della favola, benvenuto nr. 3.
Gli altri due me li andro' a pigliare comunque, li ho nascosti sotto 45mila strati di altri vestiti in angoli bui del negozio dove nemmeno le commesse si addentrano.
Mo vediamo che dira' la nonna quando si colleghera' su Skype.
eh si, cercate di non far troppo caso alle ascelle pezzate che e' inverno e l'uomo e' lontano e non c'ho voglia.
giuro che le sistemero' a tempo debito.
No perche', a Natale faranno 30 gradi.
No perche', non ho praticamente finito lo stipendio a furia di fare regali per gente che manco li aprira' a Natale ma forse forse a Pasqua (Maya permettendo, of course).
Va beh fatto sta che oggi mi e' venuta voglia di un vestito.
Il Natale scorso ero ancora in patria e la mia stilista preferita aka la Nonna ha esaudito ogni mio desiderio.
Io volevo questo vestitino della Beckham.
E lei me l'ha fatto.
Forse ancora piu' fico.
Se poi partiamo dal principio che non c'ho 'na lira (a beneficio dei parenti e dei loro regali), e concludiamo che quando lavoro indosso solo divise e mai miei vestiti, io per comprarmi il mio improvviso slancio femministico natalizio, ho iniziato a guardare sull'app di Zara.
Ne ho trovato uno, molto carino.
Fatto sta che siccome qua di grandi e fantastici negozi non ce ne stanno, sono partita alla volta di Zara, dove non ho trovato altro che tristissimi vestiti pseudo zoccole in preadolescenza. Come dice la Zitella, forse e' il caso per Zara di evolversi alle novita'.
Parlo io, che dopo un estate intossicata di vestiti bianchi e di pizzo, me ne e' venuta voglia solo ora.
Vabbeh.
Allora Zara e' stata subito bocciata. Rimaneva l'amica dei poveri che tentano di essere chic aka H&M.
Eh insomma, io non vorrei dire, ma ho trovato ben 5 potenziali amici vestiti. Tutti sempre pescati dalla sezione vestiti pseudo zoccole preado.
Mi sono chiusa in camerino e ho inviato una mail minatoria al valoroso uomo:
"preparati-stop-prova vestiti-stop-aiuto-stop"
E ho iniziato.
![]() |
Si li ho provati tutti con i jeans ADDOSSO |
Era un psuedo si.
Il secondo altro pizzo che mia nonna se lo vede parte va in Svezia e uccide qualsiasi persona abbia mai pensato di creare il pizzo con della plasticaccia.
Troppo baby doll.
Per non parlare che essendo della mia taglia NON MI SI CHIUDEVA.
E la taglia piu' grande (perche' si, dopo l'attimo di panico mi sono fatta coraggio) mi rendeva mamma incinta.
Passiamo al terzo.
E il terzo si insomma, mi piace. Mi piace come mi sta, nasconde i miei punti debolucci chiamati 'fianchi mediterranei che avrei dovuto sfruttare con un paio di jeans bootcut quando i bootcut forse andavano ancora di moda' ed esalta le mie spallucce. La plastica nera che finge di essere finta pelle e' utilizzata q.b. e il tessuto spesso mi rende piu' sicura che sia qualcosa che possa indossare durante questo Natale a -10. Anche se mi ricorda un po' il rivestimento del divano della nonna. Ma che ci si puo' fare, l'improvvisa voglia di avere qualcosa a Natale era partita e non la si poteva fermare.
Tra il terzo e il quarto avviene la prima chiamata tra me e il valoroso uomo.
"No ma a me piacciono tutti. L'1 e il 3, soprattutto."
"Ok spetta che ti invio gli altri due"
Il quarto era un finto pizzo color burgundy.
Tipo facciamo la baby doll in versione sangue. (che mi sconvolge al punto che faccio la foto sfuocata)
Difficolta' a inserirlo ma poi IMPROVVISAMENTE in vita mi stava larghissimo.
I misteri dei vestiti cheap.
Giungiamo quindi al numero 5.
Nero, come la nuova bottiglia del profumo Chanel.
Mi piace, ammetto che il collo cosi e' bello, la gonna piu' lunga e assimettrica me gusta mucho.
Ma poi aspetta, il disegno lavorato sul petto lascia intravedere tutta la nudita' che c'e' tra le due tettine e fino in fondo alla panza. Anche se ovviamente in realta', qui era tutto coperto dalla mia amica canottiera da sotto (anche conosciuta come: la salva stomaco...e non aggiungo altro).
Insomma dopo quest'ultimo esemplare sono in confusione.
Invio una mail al valoroso:
"A me piacciono 1, 3 e 5"
Evviva la tombola, mi dicono.
Sono tentata di prosciugare il conto e comprarli tutti e tre, seguono momenti di entusiasmo alternati a depressione generale.
Il valoroso e santo uomo, mi chiama:
"Scusa sono incasinatissimo al lavoro, allora riassumiamo. Il primo e' bello ma a Natale o gli metti le calze trasparenti e fai nonna subito, o giri senza calze e te lo sconsiglio. Il quinto e' bello ma fa estate, serata a ballare e te insomma ne hai gia' uno cosi' o sbaglio? Andrei del terzo. Vai e compra."
Tu-tu-tu-tu.
Mi mette giu' cosi' e io agisco.
Ma chi ha bisogno di una personal shopper quando c'abbiamo lui, il valoroso uomo che dispensa consigli da 1000 km di distanza?
Un'ultima chiamata per rompere e rassicurarmi:
"Ma con cosa lo metto?"
"Col blazer nero, quello bianco, il golfino nero e il cardigan rosso. Scarpe ne hai di nere, mi pare di si'. Anzi ora che ci penso ne hai 4 PAIA DI NERE."
Tu-tu-tu-tu
Ma tipo, quando e' che mi chiedi di sposarti?Valoroso for president.
Sa piu' cose lui del mio armadio, che io.
Morale della favola, benvenuto nr. 3.
Gli altri due me li andro' a pigliare comunque, li ho nascosti sotto 45mila strati di altri vestiti in angoli bui del negozio dove nemmeno le commesse si addentrano.
Mo vediamo che dira' la nonna quando si colleghera' su Skype.
eh si, cercate di non far troppo caso alle ascelle pezzate che e' inverno e l'uomo e' lontano e non c'ho voglia.
giuro che le sistemero' a tempo debito.
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