mercoledì 27 luglio 2011

i musei dei libri

Mai portarmi a vedere un museo.
Come mai? Basta domandarlo al mio povero accompagnatore di turno.

Per prima cosa, i musei troppo lunghi non mi piacciono. Secondo, odio i musei affollati. Vedi: Louvre con 100 persone di fronte alla Gioconda di Leonardo(lo sapete che e' stato tagliato ai lati?) mentre nella sala di fianco io me ne sto beatamente da sola a rimirare la Morte della Vergine e I Bari di Caravaggio. In questo caso meglio cosi', niente confusione davanti al mio prediletto.
Terzo motivo: odio fermarmi a leggere le spiegazioni.

Ma allora che ci vado a fare nei musei?
Eh, cari miei, il mio segreto e' tutto negli occhi. Occhi miopi con occhiali, ovviamente.
Osservo tutto, mi annoto sulla mano o sul cellulare il nome degli artisti che mi interessano e via!

E dove diavolo vai? Al bar a farti l'aperitivo?

Macche'. Me ne vado nella parte piu' interessante del museo. Ed eccolo li' piccolo o grande, vecchio o nuovo: il Bookshop, alias il vecchio negozio di souvenir.

Dopo un'ora scarsa di visita all'affollato, ma splendido, Musee d'Orsay, me ne sono rimasta un ora e mezza al bookshop al punto che il valoroso uomo ha elaborato una nuova legge della proporzionalita' apposta per me: 'Per ottenere il tempo che tu passi nel bookshop basta che moltiplico per 2 il tempo in cui hai visitato il museo(NB:questa  legge non e' perfetta)'

I bookshop ovviamente non sono tutti uguali. Di questa passione devo ringraziare mia madre, instancabile lettrice.
Chiaramente, ora non stilero' una lista su quali siano i migliori e quali i peggiori ma se vi capita l'occasione di fare una vita da nomade, o di viaggiare, magari alcuni link qui sotto possono esservi utili:
-Musee d'Orsay: abbiamo gia' menzionato il bookshop di questo grande museo parigino. Ha due piani di libri all'ingresso del museo, non dico altro.
-Albertinum, museo di arte contemporanea di Dresda. Sviluppato in un edificio a corte dell'800 dove questa ha una copertura di vetro. In questo modo e' possibile sfruttarla per l'accoglienza. la parete con minibar, minibiglietterie e minibookshop e' nera, in contrasto con tutto il resto dell'edificio con un candore che sembra tutto fatto di plastica. Nonostante le dimensioni ridotte, avrei comprato qualsiasi cose di questo bookshop.
-Mudam, ultimo arrivato, e' il museo di arte contemporanea del Lussemburgo. Il bookshop sembra un negozio di lusso, sia per il modo di esporre le cose, sia per i prezzi.
-Museo Salvador Dali', Figueres. Cosi' pieno di oggetti surreallisti che non ricordo nemmeno di che forma sia fatto.
-Guggenheim di Venezia. In due stanzette che danno verso un canale tranquillo, piu' che libri vende molti oggetti di design. Interessante e' il fatto che vendono libri d'arte in inglese, francese e tedesco, sia per adulti che per bambini.
-National Gallery di Londra. L'atmosfera antica della Pinacoteca con i quadri dalle grandi cornici e le pareti di un rosso caldo mi hanno fatto ricordare le vecchie biblioteche. Vi ho trovato bellissimi libri, alcuni riguardanti la storia della stessa Pinacoteca.
-Museo del Novecento a Milano. Bookshop di due piani, con testi di design, architettura e arte italiana prevalentemente. Fatto in vetro e legno chiaro, ha gadget e materiale da disegno in vendita. Un bel nuovo acquisto per i musei milanesi.

Vi diro' che non capisco proprio perche' gli spazi espositivi dei bookshop non siano in proporzione con la superficie espositiva del museo. Ci vorrebbe l'elaborazione di una nuova legge di proporzionalita' come la mia.

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