mercoledì 7 settembre 2011

Giochiamo?

Giochi?
Ve lo ricordate quel gioco delle scommesse impossibili che si faceva da bambini? E' proprio su questo tema che si sviluppa uno dei miei film preferiti. "Amami se hai il coraggio"mi è stato consigliato da un'amica, è un film francese che riprende quell'atmosfera di dolcezza romantica che si sente camminando per Parigi o che si vede in film come "Il favoloso mondo di Amelie".
Quando mai ho fatto vedere questo film al valoroso uomo. Da quel momento la maledizione dell'infanzia è tornata su di me. Anzi è peggiorata. Dalle scommesse fattibili fino a fare il bagno nel lago d'inverno o farsi fotografare con 10 paia di occhiali o borse di sconosciuti. Il punto è che io perdo sempre. E più andiamo avanti, più le sfide aumentano di difficoltà.

Il gioco fa parte dell'uomo in tutta la sua vita. Siamo abituati a identificarlo con l'infanzia ma non è così. Da adulti giocare significa provare a impastare dei biscotti, andare nei negozi e provarsi i vestiti che costano come l'intero stipendio fingendosi abbastanza ricchi da poterlo fare, sfidarsi con giochi alcolici.
Gli artisti e i designer hanno fatto del gioco il loro lavoro. Dal memory con oggetti di design alle barchette per giocare al mare. La cosa più bella è come con la loro fantasia riescano a trasformare oggetti quotidiani, dandogli nuove ed originali scopi, trasformandoli in altro. Come gli orologi che nascono dai dischi di vinile, o i coltelli da cucina che da grigi e monotoni si vestono di colori fluo.



Per me ognuno di questi oggetti nasce da una scommessa fatta dal suo ideatore a sè stesso. Leggasi esampio:
 "Ehi tu, me stesso Philippe Stark, io scommetto di riuscire a fare uno spremiagrumi che sembri una navicella spaziale. Giochi?"
Ed ecco come è nato questo oggetto di culto.

Ma la prossima sfida che consiglio per le vostre serate in compagnia è un'opera di Thomas Makes Stuff. Ha riprodotto la Monnalisa di Leonardo, ma per vederla bisogna unire i puntini, come nei giochi enigmistici che si facevano da piccoli.
Chi finisce prima vince. Chi perde subirà l'ira della folla.

Io cercherò di non giocarci. Come al solito la mia fortuna in queste situazioni mi abbandona sempre.
Di conseguenza dichiaro partita persa a tavolino.

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