"Parla durante il dettato."
Figlia di una maestra che non poteva sopportare l'oltraggio, venni bandita dalla camera dei giochi (Leggasi: punizione, la peggiore delle punizioni) e a scuola isolata. Ma ciò non fu per nulla utile. Anzi, la mia voglia di parlare e di condividere al mondo qualsiasi pensiero attraversasse il mio piccolo cervello aumentò in maniera esponenziale. Si risolse cercando di farmi studiare le lingue, con risultati che rasentarono la vergogna. Si provò con l'apparecchio ai denti, ma nemmeno quello mi fermò. Allora Madre optò per farmi fare dello sport. E siccome io per lo sport ero negata, trovò un luogo in cui riuscivano a zittirmi.
Ciò comportò anni e anni di odiate lezioni sportive che non corressero mai realmente il mio essere un sacco di patate. Pure oggi lo sono.
Fatto sta che sono cresciuta, ma la voglia di parlare mi è rimasta. Tramortite le amiche, tramortiti i parenti vari e tramortito il valoroso uomo che ormai semplicemente si rassegna a non parlare, ho iniziato a disquisire pure con i muri.
La soluzione però sono loro. I pocket man friend. E chi saranno mai?
Piccoli e pratici, me li porto ovunque. Il primo me l'ha regalato il valoroso uomo. Si chiamava Eugene, ed era un artista. Ma purtroppo è caduto giù dal ponte. Ho il sospetto che sia scappato perchè non ne poteva più di ascoltarmi. Il secondo è stato Craig, che cucina una fantastica pasta al ragù. E' scappato, rapito da un piccione (come al solito noi amiamo i piccioni). E fu così che arrivò la volta di Ramona. Occhialetti spessi come i miei, lentiggini e un po' di nerdaggine. Ama i calzini a righe, come me. E lei è diventata la mia più grande ascoltatrice.
Anche se ho il sospetto che ogni tanto, riveli qualche cosa al valoroso uomo.
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