giovedì 12 settembre 2013

The: Primo matrimonio.

In principio eravamo tre scricciole all'asilo.
Poi alle elementari e con gli skutz (al secolo scout) siamo diventate sette.
Una va, l'altra resta, vabbeh le storie di una vita.
Ma a 25 anni, ci siamo ritrovate al nostro primo matrimonio.
Dopo mesi di preparazione grazie alla Zit e ai suoi articoli, ero pronta.
Piu' o meno.
Volevo qualcosa di mio, volevo qualcosa da dedicare alla sposa, un qualcosa che se lo scopre mi ammazza.

Durante l'odissea del ritorno a casa attraversando la Svizzera, ne ho approfittato per comprarmi il famoso September Issue di Elle. Apriremo in un altro post l'infinito dibattito su chi ha la meglio tra Vogue ed Elle. Se parliamo di versioni italiane, il mio cuore da piu' di dieci anni a questa parte appartiene sempre e solo a ELLE.
Punto.

Ma stiamo divagando. Durante le code infinite al passo S. Gottardo l'ho bene bene sfogliata trovando svariati faildate possibili.
Cercavo una borsa per il matrimonio? Si, lo ammetto.
Avevo i soldi per comprarla? No, visto che avevo sborsato vari acconti e venivo dai saldi italiani (dove non l'avevo trovata)
Volevo fare un bel fail? SI! (dovevo farne uno della Geneva che chi mi segue su Instagram sa bene che era in programma ma in somma di un crop top io non me ne faccio nulla.)

E allora la clutch di Benedetta Bruzziches ha fatto al caso mio.
Non so bene come, ma fa al caso mio.
Guardatela e innamoratevi.





Come farla, non lo sapevo. Ma ho seguito l'istinto.
Una mattina della settimana scorsa ho realizzato che forse era il caso di cominciare la borsa se no al matrimonio ci arrivavo senza.
Presa dallo spirito del fail, ho iniziato cercando della carta straccia da mettere sotto ai miei danni per evitare di sporcare ovunque. Giustamente, ero appena stata presa dallo spirito del ripulisci casa da tutto le cartacce. Dunque ho dovuto usare della banale CARTA DA FORNO. D'altronde chi non la usa?
Grazie a Dio non era OLEATA. (O OLIATA?BOH)


Il materiale c'e'. Sostanzialmente: scatola di legno trovata in casa risalente a un'altro faildate, colla quasi vinilica e cotone.
Il resto viene da se': per iniziare spalmo la colla e ricopro la scatola di cotone.
Un lato, poi un altro e via cosi'.





A tal punto che mi sembra la nuvoletta di Pollon. E vi diro', che non era mica tanto male cosi'. Ormai nella moda ne abbiamo viste di tutti i colori: insomma dopo le borse pelose, una nuvolosa che vuoi che differenza faccia?

 Pero' la mia mission era un'altra. E quindi ho continuato il mio cammino.

Mi sono fermata solo un secondo per fare una foto del genere. Babbeh.
Come vedete io ho usato una stoffa a caso, con nastrino in pandan trovato a caso.
Ho poi preso le misure il qualche modo: ho posato la scatola, l'ho girata, l'ho rigirata, ho messo spilli a casaccio, e l'ho imbastita.
Imbastire: la mia parola preferita.





Il risultato era diverso dalle aspettative, ma doveva essere un pacchetto regalo. Gia' io non sono brava coi pacchetti regalo, figuriamoci con uno fittizio come questo.
A quel punto ho tagliato correttamente la stoffa.
Si, ciao proprio.

Ho cucito i bordi alla frankenstein, e poi con la stoffa in eccesso ho incollato i lati del legno nudo che sarebbero rimasti scoperti.




Ho giustamente incollato come se non ci fosse un domani, come questa significativa foto vi mostra. Guardate la concentrazione.
E cerchiamo di capire assieme quale astrusa posizione il valoroso uomo ha assunto per prendere la foto considerando che i suoi piedi SONO INQUADRATI.






Ho continuato l'incollamento seguito passo passo per capire come ho piegato i lembi: in sostanza ho fatto veramente finta di fare un pacchetto regalo, e a me solitamente i pacchetti regalo vengono da schifo.
Mentre si incollavano le ho fissate con delle mollette e ho lasciato aperta la scatola in modo che assumesse almeno un'apertura massima-minima.
L'ho lasciata asciugare, per un paio di ore dove ho mangiato e lavato casa (Seeeeeh, questo lo vogliamo far credere al valoroso uomo).



Ho completato l'opera col fiocco e fissato un po' il nastrino con la colla.
Ho notato che l'interno faceva pena ma nel complesso, non e' un faildate riuscito.
Ma sono contenta perche' in realta' e' venuta superbene!

Ero molto fiera di me e la mattina dopo ho giustamente chiesto consiglio alla Zit sull'outfit. A parte le scarpe e la domanda sul pacchetto regalo, il resto e' stato approvato: la scelta delle scarpe e' stata ardua, difficile, e breve. Nei miei 30 minuti di pausa pranzo sono pero' riuscita a cavarne fuori qualcosa, anche se non approvate.
Ma!
C'e' un Ma!
Insomma, le foto su internet sono un cosa, la realta' e' un altra.
E siccome ero davvero fiera del mio AUTFIT, vi ho sparato una posa.
Poi che vi piaccia, e' un altro discorso. Non me la prendo eh.

Grazie mamma fotografa.

In complesso ero fiera, e mi sentivo grandemente Faiga.
Questo trovo sia l'importante. E poi su 5 amiche 3 eravamo fan della Zit e non abbiamo fatto altro che criticare le altre, la perfidia la chiamavani.
Io pero' ero l'unica che non aveva un vestito ma uno spezzato, per me Epic WIN.

La sposa, beh lei...mi ha commosso.
Mentre scendeva dalla macchina e entrava in chiesa, ho rivisto tutti nostri anni assieme, quando giocavamo in giardino, quando uscivamo la sera adolescenti sbarbine.
Ed e' stato un dolcissimo colpo al cuore.
Vi lascio con una foto di noi 5, senza la sposa che era gia' partita.
Abbiamo bevuto qualcosa tutte assieme, come ai vecchi tempi.
Ed e' bello in questi momenti essere a casa.


4 commenti:

  1. Bellissima gonna! Ti do ancora qualche mese e mi superi la Geneva :)

    RispondiElimina
  2. borsa prontamente riconosciuta come parte del fai(l) da te :)
    pero' vi confermo che vista dal vivo e' davvero carina...

    RispondiElimina
  3. Bella tutta!...anche le scarpe.
    besos Emy

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...