lunedì 29 agosto 2011

Le creature di Henri

Alla scoperta delle soffitte. Ah, quanto amo le soffitte impolverate piene di libri.
In particolare, in una mia visita alla prozia, ho trovato altro materiale per la mia collezione di libri fotografici: Corot, Bonmard e Toulous-Lautrec.

Sfogliando quello dedicato a Toulouse-Lautrec, rigorosamente un'edizione degli anni 70, mi sono imbattuta in alcune creature che avevo già visto. In Italia questa moda tentenna e fatica ad imporsi, almeno nelle piccole città. Ma in Francia e in Germania, ho spesso incontrato per strada ragazze che sembravano direttamente uscite dall'800.
Ogni volta le guardavo affascinata: non erano quel genere di persone che si vestono pari pari alla moda dell'Ottocento, tipo le giapponesi che fingono di vivere nei manga, ma riprendono alcuni elementi tipici delle ragazze popolari del tempo.
I capelli tirati sulla testa, non con uno chignon da ballerine, ma gonfi ai lati e fermati al di sopra della nuca, dandogli un'aria fine e allo stesso tempo libera. Gli stivaletti, che non sono anfibi alla Doc. Martins, sottili, col tacchetto di due-tre centimetri, di pelle marrone o nera, che si chiudono poco sopra la caviglia con lacci e bottoni.
Le camicie, scollate a V e morbide, che sembrano quasi nuvole, abbinate a un bel paio di pantaloni alla moda(di questi inverno non dell'800). Osservandole, io amante dei capelli corti, le ho invidiate e ho desiderato i capelli lunghi per raccoglierli allo stesso modo fluente e composto.
La totale assenza di fantasie, la presenza rara di colori che non siano il bianco, il nero e il marrone, e solo in occasione particolari con un capo importante.

Devo dire, che è uno stile(se si può definire) che mi piace osservare, uno stile che probabilmente nella nostra epoca è arrivato alla sua massima espressione, grazie a cappotti, tessuti particolari e nuove tecnologie.
Aprendo questo libro ho proprio ritrovato queste creature nordiche, un po' eteree, perse nel loro mondo che mi affascinano sempre di più come devono aver affascinato Toulouse-Lautrec. Provare per credere, osservate i quadri qui sotto.
Modella nello studio: Helène Vary, 1888, Brema Kunsthalle

Jane Avril Danzante, 1893, Parigi, Musèe du Lovure, Jeu de Paume

Nella sala di Rue des Moulins, 1894, Albi, Musèe Toulouse-lautrec

Il Clown Cha-u-Kao, 1895, Parigi, Musèe d'Orsay

La Modista, 1900, Albi, Musèe Toulouse-Lautrec

sabato 27 agosto 2011

Un nuovo acquisto

Una tranquilla mattinata di sonno. Sto sognando qualcosa di soffice, tenero e morbido, qualcosa che mi massaggia la faccia in maniera costante e continua.

Dopo circa dieci minuti mi accorgo che è il cellulare che in realtà non so come è sulla mia faccia e vibra come un ossesso. Dall'altro capo del telefono c'è il valoroso uomo che mi chiama disperato.
"Non ho sentito la sveglia, non ha suonato maledizione-sono in ritardo-non trovo nulla-e quando mai non ho un orologio in casa..che diamine di ore sono?!?!" il tutto detto ovviamente senza respirare.
No ma buongiorno anche a te, raggio di sole.

Calmato il valoroso uomo a distanza, cerco di ricordare dove siano le cose in casa nonostante io sia lontana 1000 km dalla scena del crimine. Eppure, direte voi, in un monolocale che diamine vuoi perdere?
Eh, molte cose, dalle mutande(finite su una mensola non si sa come) alle penne, ritrovate nel freezer.

Nel coma mattutino, salutato il valoroso uomo che va ad affrontare un nuova giornata di lavoro, rifletto e penso che è vero, un orologio, uno vero, noi a casa non ce lo abbiamo.
Abbiamo la sveglia sul cellulare, l'orologio del PC e del microonde, per non parlare dell i-pod.
Potremmo continuare con la filosofia, niente orologio in casa. In effetti odio il ticchettio continuo, per non parlare dell'orologio a pendolo che si trova nelle vecchie case che è grande quando il mio mono-appartamento.

Beh, ma allora se vogliamo continuare su questa direzione perchè non fare gli originali e comprare l'opera che ha vinto quest'anno il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia??

L'opera di Christian Marclay è una video installazione di 24 ore, dove sono proiettati i fotogrammi di più di mille film dove sono ripresi orologi, composti seguendo i minuti e le ore. Il tutto impostato esattamente sull'ora che è davvero. Mi spiego meglio. Se il mio cellulare segna le 15.31 il fotogramma che guardo im quel momento segna anche lui le 15.31. E' un vero e proprio orologio, non male no?

La parete su cui proiettarla ce l'avremmo davvero. Vediamo se riesco a convincere il valoroso uomo, sperando soprattutto che non faccia un infarto alla scoperta del prezzo. (Ma poi chissà se è davvero in vendita....)

venerdì 26 agosto 2011

Non ci sono più le mezze stagioni

La grande frase che identifica le nonne è proprio questa. Ma le nonne, si sa insegnano, e molto.
Leggendo il nuovo libro di Mario Calabresi, Cosa tiene accese le stelle, mi sono imbattuta su una sua chiaccherata con Franca Valeri.
Le mezze stagioni non ci sono più, e ciò si vede soprattutto dai vestiti. Non ci sono più vestiti autunnali, ma solo o maglioni troppo pesanti o canotte estive. Mario Calabresi riporta l'esempio di due ragazze che camminano assieme: una con le ballerine senza calze, l'altra con il cappotto.
In effetti, non hanno tutti i torti.
Ma ciò che mi ha colpito di più è quando Franca Valeri afferma che un tempo si facevano acquisti selezionati, dettagliati sapendo di avere un prodotto che sarebe durato dieci anni. Oggi invece si acquista sapendo che nel giro di pochi mesi l'armadio si può cambiare.

E riflettendoci, è proprio così che faccio io. Compro un tot di cose a basso prezzo, le uso tre mesi e poi basta, tanto non ci ho speso molto e nemmeno hanno la qualità per durare. L'avvento di questi grandi marchi low cost, da H&M a Zara, da Promod a New yorker, ha ampliato a tutti la possibilità di vestirsi alla moda senza spendere troppo. Ma a che prezzo?
Stando a casa delle nonne, ci si imbatte in giacche e cappotti perfetti dopo almeno venti anni di vita. Nel mio armadio mi imbatto in cappotti con due anni di vita e da buttare. E' vero però, che alla mia età non ho bisogno di grandi cose che durino: potendo comprare frequentemente, posso cambiare molto spesso il mio armadio. E finchè dura va bene. Anche visto il momento di crisi globale, non so quante persone della mia età si possano permettere un armadio di tutto rispetto spendendo molti soldi.

Fatto sta che dalla nonna, sfogliando i giornali di moda mi sono imbattuta proprio con lei su questo argomento: alla mia età aveva il vestito da festa, quello da giorno e poco altro. Ma se li avesse ancora, probabilmente perfetti non sarebbero, ma ci mancherebbe poco. Mi ha giustificato, nonostante sia una sarta, dicendo che alla mia età meglio avere un armadio che cambia muta ogni tre mesi che uno fisso. Anche se le ho ripromesso, che quando sarò grande, spenderò i soldi in maniera migliore, mi comprerò un bel paltò, un bel paio di scarpe e un vestito importante.

Il mio problema poi, sarà fermarmi alla spese necessarie senza spendere tutto lo stipendio per qualsiasi accessorio o vestito di qualità(leggasi: dalle scarpe di Laboutin alle borse Hermes, dal Trench Burberry ai tailler Armani). Per questo però esiste la carta di credito, Platinum magari.




Vi consiglio davvero il nuovo libro di Calabresi, Cosa tiene accese le stelle ed. Mondadori



mercoledì 24 agosto 2011

happy hour innovativo


Ogni tanto la sera quando il valoroso uomo torna a casa dal lavoro, non gli lascio il tempo di respirare e lo porto al museo.
“Ma come al museo, sono le 7, per piacere voglio solo non pensare a nulla!” implora lui prima che il mio sguardo lo incenerisca. Allora sconfitto dichiara: “Va bene, fammi solo cambiare” e da uomo d'affari ritorna ad essere il mio ragazzo trasandato(leggasi come piccola dichiarazione d'amore).

A quel punto prendiamo e andiamo al museo a farci un giretto nelle nuove mostre, ogni tanto ci fermiamo e beviamo qualcosa mentre torniamo verso casa. Vorremo fare l'aperitivo all'italiana, ma all'estero è un po' difficile.
“Ma sai che bello se facessero l'aperitivo per incentivare la gente, i giovani soprattutto, ad andare al museo?” ecco l'uomo d'affari che c'è nel valoroso uomo che riemerge. E l'idea non è proprio brutta. All'estero molti musei tengono aperto un giorno alla settimana di solito dalle 18 alle 20 gratuitamente. Informandomi sui siti dei musei italiani ho scoperto che oltre al giovedì in Triennale a Milano dove si svolge il vero e proprio aperitivo, anche il Guggenheim di Venezia la domenica offre la possibilità di fare l'aperitivo sulla terrazza del Museo che dà direttamente sul Canal Grande.

Sarebbe possibile, mi domando, integrare orari gratis e aperitivi? Il problema dei musei gratis in Italia è molto delicato e complesso. L'esempio dei musei statali inglesi come la National Gallery o la Tate che all'ingresso hanno un obolo per le offerte è stato imitato dal nuovo museo del Novecento a Milano nel periodo iniziale quando l'ingresso per tutti era gratuito mentre ora il prezzo è comunque contenuto. E per fortuna. Ogni volta che compro i biglietti per una mostra rischio il salasso: raro sconto studenti, nessuno sconto giovani under 26(come accade invece in Francia e in Germania) e certe volte una mostra mi è venuta a costare anche 15 euro senza valerne la pena.

Non sono a favore dei musei gratis sempre, ma è necessaria una nuova politica. Apertura gratuita verso sera, un giorno alla settimana. Aprire il museo per feste di compleanno di bambini(altrochè festino al mc donald...) come accade già in alcuni musei come il Museo di Storia Naturale di Verona, e si perchè no, aprire per l'aperitivo. Si sa che la gente ama farsi vedere al posto giusto nel momento giusto. E perchè non far diventare i posti giusti i musei? È così negativo usare questa idea per incentivare e far crescere un museo? Se una delle nuove tendenze è proprio fare l'aperitivo, magari nel nuovo posto cool, perchè non coglierla al volo? Anche se la gente andrà solo per l'aperitivo sarebbe comunque un afflusso positivo. E chissà magari la gente è curiosa, vuole vedere che c'è in questo museo.

L'esempio che vi posso riportare è il mio nuovo bar di fiducia. Si chiama Mudam ed è un museo di arte contemporanea. Il mercoledì sera permette una bevuta serale con dj set mentre si visita il museo. E molti frequentatori sono uomini d'affari o giovani appena usciti dal lavoro.
Anche il valoroso uomo se ne è innamorato al punto di propormi di andarci ogni settimana.
Purtroppo per lui, non sa ancora che ci sono altri due musei con apertura serale, ancora di visitare.

per info:

martedì 23 agosto 2011

Ecollogically correct

A detta di tutti, queste sono le giornate più torride dell'estate 2011.
E io che faccio? Ovviamente studio, maledetta sessione di settembre e chi l'ha inventata.

Per cambiare un po' aria ogni tanto vado a studiare in una biblioteca. Non sono mai stata in una biblioteca italiana dove davvero la gente sia lì zitta e concentrata nello studio. Ovviamente anche questa volta, al posto delle cattedrali gotiche ho studiato non so quale patologia del corpo umano grazie a due ragazze che ripassavano medicina. Ma ripetere a casa vostra no eh?

Comunque questa è un altra storia.
Per andare in biblioteca inforco la mia bici, unico vero mezzo che io abbia mai posseduto ancor prima che iniziasse l'epoca dell'ecologically correct. Pedalare nelle strade deserte della città è bellissimo. Noto però che il mio velocipide non sta bene: arranca nella fatica dei suoi trent'anni di servizio. In merito a questo perfino il fanalino del manubrio non riesce a stare in piedi e sembra chinato come i bambini che si addormentano a messa.

L'idea di una nuova bici mi ha sempre accarezzato. Una bella bici trovata da un rigattiere vero(e non il mio pianerottolo quando pulisco casa) da scrostare dalla ruggine e dipingere di rosso, con i freni che vanno a malapena e tutta cigolante.
Si come no. Essendomi già schiantata su muri a causa di mal funzionamento di freni e non avendo voglia di togliere ruggine da nessuna parte mettiamo bene in chiaro che ecologically correct non é sinonimo di bici brutta, vecchia ed economica.
abici donna 


E allora via con una bella bici, con selle Brooks, tutta nuova ma che sembra antica ed è per questo che costa il triplo. E quasi quasi me ne compro una diversa per ogni occasione. Eccole qui.
c'è pure la versione firmata da Fendi
abici uomo
Dai colori a pastello, al taglio da uomo o da donna, per non parlare delle gomme. Sarebbe da prendere tutte queste bici. Per non parlare della più pratica di tutte: il cosidetto Velocino.
 

Ecologico è bello, ragazzi. E poco importa che per acquistare questi gioiellini dovrò accendere un mutuo, e di sicuro quando pioverà o nevicherà non sarò al sicuro.
Auto ecologica dove sei?





www.abici-italia.it

domenica 21 agosto 2011

Patriarcato

Se chiudo gli occhi e penso alla casa dei nonni, mi vengono in mente molti ricordi.
La prima immagine che penso è un corridoio buio che porta al grande salotto della casa. La casa è una tipica casa costruita durante il boom economico: un ingresso con un lungo corridoio, ai lati si aprono le stanze e in fondo il grande salotto delle cene e dei pranzi di famiglia.
I pavimenti di pietra ricordano quei grandi polpettoni di gelatina che trovo nei supermercati o nelle gastronomie e che da piccola pensavo fossero pellicce di dalmata (e pensavo che la nonna fosse Crudelia Demon venuta direttamente dal cartone a sostituire la nonna vera) dove mi sdraio ancora oggi per prendere un po' di fresco nelle giornate calde nel silenzio che dice tutto, tipico dei nonni.

L'arredamento scuro, dalle forme morbide lascia intravedere il servizio da te tipicamente anni Settanta, in cui la nonna mi faceva la camomilla alla marmellata (e ci credevo davvero, in realtà basta metterci molto limone). Il divano è cambiato da poco, è di un verde acido che mi fa pensare che pure i nonnini siano degli interior designer professionisti. Ma la cosa più bella e la prima che in realtà si vede dall'ingresso di casa, subito dopo il lungo corridoio buio(con lampadario rigorasamente uguale a quello delle locande), sono una sfilza di cornici una sopra l'altra di grandezza diversa a seconda della fila. Tre file di quadri su una parete, ma sopra il divano un gigantesco quadro ad olio della piazza più famosa della città, che ha rischiato molto quando la mia gattina ha voluto osservarlo da vicino.

Le cornici, alcune fini, altre più grosse e bronzate, ospitano solo ed esclusivamente dipinti fatti da mio nonno. E di conseguenza anche casa mia ospita solo sue opere: dalle montagne agli alberi tra la nebbia, dalle ghiacciaie innevate al paesello della sua infanzia. Prevalentemente sono acquerelli, in particolare ritraggono il lago di Garda, di colori intensi ma allo stesso tempo acquosi. Spesso mi sono fatta prestare da lui colori a matita, acquerelli e pastelli vari sperando che avessero un potere magico.

Di recente sono andata a farmi consolare dalla nonna a causa di distanze amorose e delusioni di studio: abbiamo scoperto delle tavolette a colore ad olio fatte da mio nonno a 15 anni. Ho sempre stimato quell'armadio di uomo, silenzioso ma patriarca della famiglia, che andato in pensione, si è iscritto all'Accademia di Belle Arti e ha ricoperto la casa di quadri, molti dei quali sono accatastati addosso a un muro, facendo anche mostre in giro per il territorio.
Frugando con la nonna nelle sue carte davanti al suo sguardo vigile mentre brontolava che quelle cose non dovevamo toccarle che erano sue, mi è tornato nel naso il profumo di quella stanza quando dipingeva e l'odore del colore ad olio e della carta mi ha fatto pensare che anche io, qualsiasi sarà la mia passione creerò una stanza, un piccolo atelier dove lavorare nella mia casa. Nella speranza di ricordare sempre quel profumo, ma soprattutto quel modo silenzioso di vivere le passioni senza smettere mai.

E poi, coltiverò ancora di più la passione dei libri, quelli grandi delle mostre, di cui la sua casa è piena ma di cui non parla mai. Inizierò con calma a portare in valigia un volume alla volta, i miei grandi amori per far conoscere a Caravaggio, a Monet e ai Clash(eh si, pure di  loro ho un gran bel libro fotografico) la mia nuova casetta. Me li immagino già usicre di notte dai loro libri: i Clash che se ne vanno nel bar sotto casa a far casino, Caravaggio a dipingere frutta sul tavolo e gli impressionisti a star impalati fissi davanti alla lavatrice cercando di cogliere la luce dell'acqua colorata con i vestiti.

Una sorta di Toy Story dell'arte.Un Art Story dove i libri hanno nella seconda copertina il mio nome, come Woody ha quello di Andy sotto lo stivale.



sabato 20 agosto 2011

La casa del Rigattiere

Ecco la regola segreta per pulire un monolocale.
Partendo dal fatto che ci si mette poco, armarsi di pazienza e spolverare tutti i ripiani(dal tavolo al davanzale, dal fornello al comodino). Poi, prendere tutte ciò che non stanno sul tavolo o piano cucina(o nel vano finto-armadio) e buttarle fuori.
A questo punto pulire a fondo, godersi l'ordine per cinque minuti e dimenticarsi che il pianerottolo che è diventato il deposito del rigattiere.
L'unico modo per risolvere il temporary shop all'ingresso, è piegare e sistemare il tutto sotto il letto, e ripiani vari. Il problema dell'appartamentino è che non esistono modi per nascondere il disordine: l'armadio non esiste, non c'è spazio per cassettiere vere, e quindi quando si entra sembra che la casa abbia sia implosa.

Un'idea pratica ed economica, me l'ha suggerita un'amica. Visitando la sua casa ho notato un parete, sembrava un armadio e invece voilà!
Eccola qui la tenda rigida dell'Ikea. Copre il disordine, nasconde all'occhio e tiene in ordine. Per non parlare della scelta economica. Piccolo genietto della mia amica, ti ho proprio invidiato con questa idea.

Amo i libri, ma vivendo con una valigia in mano(rigorosamente da 10 kg-10) i libri non me li posso molto portare dalla casa materna alla mia all'estero. Che fare? La soluzione l'ho trovata in un giornale. Creative Trust, uno studio inglese di designer che collabora con moltissime aziende. Nel sito non ho trovato la foto del mio oggetto del desiderio ma ve lo posso descrivere: immaginate un pannello di legno, con disegnati in nero e solo di contorno dei libri. Che altro potrei volere di più?
Nessuno direbbe mai che dietro c'è il mio armadio esploso.

Se invece un giorno nella mia follia decidessi di dedicarmi al fai da te, opterei per le librerie A4ADesign, fatte in cartone, a moduli, lasciando molta libertà di composizione. Prendendo ispirazione ruberei un paio di cartoni dal supermercato e mi cimenterei sulle librerie.
Molto probabilmente distruggendo il cartone e senza combinare nulla.
Ricominciando poi il tran tran delle pulizie della casa del rigattiere.

venerdì 19 agosto 2011

Buongiorno!

Ore 7.20, la mia sveglia suona fra circa un'ora, pronta per la sessione di studio.
Una voce dall'oltretomba di un ragazzino che forse non si sa godere le vacanze mi sveglia.
I vicini di sotto hanno sempre questa grande capacità di fare casino nei momenti meno appropiati. Esco dal coma, cerco di capire dove sono, che faccio che ore sono. 5 minuti e dall'appartamento di sotto non si sente volare nemmeno una mosca.

Purtroppo io non ho il dono della bella addormentata, anche perchè le tapparelle sono alzate per far entrare il caldo. Mi metto allora a riflettere sui vari tentativi falliti che ho provato per non farmi svegliare. Le ho provate tutte. Dai tappi perle orecchie che mi escono costantemente, alla mascherina contro la luce. La mascherina di notte me la sono trovata in giro per tutto il viso ma mai sugli occhi. La posizione preferita della mia mascherina è al contrario lasciandomi sugli occhi l'elastico del retro. Le ho provate tutte, pure il cuscino sopra la testa e la musica per dormire.

Risultato? Avendo sull'ipod i Chemical Brothers non ho esattamente fatto sogni tranquilli....
E allora via, mi sono messa a progettare la vendetta. E ho iniziato stamattina spostando il tavolo sul pavimento. E per riuscire a dormire mi compro questo bel divano di carta riciclata e gonfiabile così me lo porto in giro in barba a tutti i vicini fastidiosi del mondo.

www.malafor.com

martedì 16 agosto 2011

Andiamo al mare?

Prendi gli studenti universitari, prendi gli stagisti e i giovani lavoratori. E gli chiedi: Vuoi andare in vacanza?
Bene, allora via!organizziamoci la vacanza. E che vacanza vuoi fare con sto caldo infernale?
Detto fatto, si va al mare.

Messo via che noi la villa esclusiva di un archistar non ce la possiamo permettere, messo via che una settimana di affitto  per un appartamentino bilocale ci costa come un nostro stipendio mensile, non ci resta che la soluzione campeggio. Il campeggio ormai non è più una vacanza faticosa. La tenda si lancia e si apre(ma mai che venga come nella pubblcità richiuderla al primo colpo, vedi video)
, il materassino si autogonfia, il fornelletto ha la minibombola integrata. L'unico rischio che rimane è quello di bruciare la cena.

In tema di viaggi, il dilemma è sempre lo stesso. Valigia rigida o borsone? Molti optano per lo zaino da montagna che da ex scout trovo si comodo ma non quando assuem davvero la grandezza di una montagna sulle tue spalle. In fatto di valigie ce ne sono per tutti i gusti. Ve ne segnale alcune le cui soluzioni sono divertenti e allo stesso tempo comode.
Se si è una famiglia che viaggia in aereo o treno, ideale potrebbe essere il set di 4 valigie che unite si trasformano in una sorta di divano da sfruttare durante i ritardi canonici dei treni.
La valigia che unisce le esigenze di scout che amano avere lo zaino sulle spalle, senza però avere un vero zaino è la valigia dove sono stati applicate le bretelle per portarsela in spalla.
Se invece nella bostra borsa non trovate mai niente, potreste utilizzare tale home traveller: quante volte non trovando le chiavi si appoggia la borsa per terra sporcandola? Eccola qui la soluzione.

Arrivati finalmente al mare, munitevi di sdario ultraleggero, brosa termica superchic, e qualsiasi gioco che vi piaccia. Con gli amici ci siamo sfidati a carte, a beachfootball ma soprattutto con queste barchette. Inaffondabili ci hanno fatto tornare bambini, facendo l'invidia di molti.













Purtroppo nessun riimedio è stato trovato per i vicini che nell'ora della siesta sbraitano e urlano. Qui l'unica cosa da fare è vincere all'enalotto e comprarsi un'isola deserta privata.


Per Info:

barchetta Bote

Zaino valigia

Valigia divano

Home Traveller




mercoledì 3 agosto 2011

At home

Cosa associamo di solito alla menzione del mese di Agosto?
Io soprattutto caldo e vacanze, ma anche un po' di tristezza. Le giornate con calma iniziano ad accorciarsi, le vacanze iniziano a essere agli sgoccioli e il conto alla rovescia per gli esami di settembre si fa sempre più vicino.

Ma essendo ancora in vacanza e al caldo, si possono organizzare delle belle fughe in campagna a fare picnic.
L'idea che ho sempre avuto del picnic è quella della valigia di vimini di mia nonna, con dentro tovaglia e stoviglie di plastica colorata. In questo periodo dell'anno mi rinasce la passione per due tipi di palette di colori.
 La prima è quella dell'arancione, del magenta e del rosso scuro. 
Il ritorno alla casa materna per le vacanze, mi ha fatto riscoprire tovaglioli e piatti con questi colori alternati a righe. Devo dire che mia madre, non lo sa, ma è una vera e propria esperta di design.
La cucina bianca, contrasta con il tavolo di legno antico. Ma la cosa più bella è aprire i diversi ripiani di questo"armadio di Narnia": dalle scatole tupperware(che occupano un intero reparto), alle tazze(da quelle bianche e nere, a quelle minimaliste, per passare a quelle firmate Keith Haring fino alle scodelle per il latte), dalle pentole alle posate, dai bicchieri ai piatti.

In particolare i piatti richiamano la seconda palette che adoro in estate, ed è quella dei blu. i piatti bianchi con delle righe di traverso azzurre e blu, mentre i bicchieri di vetro grosso hanno il colore dell'azzurro intenso del mare.
sono più o meno così
Un menzione di merito va alle scoperte materne in fatto di piccole ciotole per il gelato. Sono cilindriche, basse e hanno i colori di un azzurro sporco. Alcune più chiare, altre più scure.
"In realtà sono dei vasetti per piantine, ci sono in varie dimensioni, ma a me sono piaciute proprio perchè così semplici, sembrano fatte apposta per ospitare il gelato"
Hai capito la mia casalinga di fiducia. Io mi vedo a berci anche il caffè sul terrazzo mentre studio.

Ma si sa, che alcune cose sono per occasioni speciali e basta. Dovrò aspettare di mangiare il gelato per usarle, o magari fra un paio di anni me le cederà.
D'altronde in cucina comanda mammà, e non posso fare altro che sottostare alle sue decisioni.
E ascoltare i suoi consigli.

lunedì 1 agosto 2011

i passatempi sotto l'ombrellone

E chi lo ha detto che i video d'arte sono tutti noiosi, complicati ed introspettivi?
Non avete mai visto The Madness of Art, sitcom che racconta le vicende di un gallerista di Chelsea e le conseguenze che può avere lavorare con gli artisti. Ricorda molto il mio amico G, che non è mai dove dovrebbe essere(e la galleria è sempre vuota). Infatti io me lo immagino proprio come il protagonista.

Con il mio gruppo di studio univeristario, abbiamo passato circa un'ora a fare una gara che riguarda questo video:


Il video è degli Hold Your Horses e la canzone si intitola 70 million. Abbiamo passato un'ora a fare la gara a riconoscere tutti i quadri del video, sdegnandoci e declassandoci da storici dell'arte e finti amanti dell'arte.

Lo so sembra un gioco molto nerd, ma noi alla fine siamo dei topi da biblioteca geneticamente modificati.
E voi quanti ne riconoscete?
Seguono alcune soluzioni.
Leonardo da Vinci e un'Ultima Cena alquanto blasfema.
Botticelli e IL Venere(non venereo) che esce dalle acque.
Vermeer e il ragazzo con le orecchie di perla.
Gericault e la sua Zattera.
David e una Morte di Marat molto verosimile.
Michelangelo e la Creazione di (in questo caso) Eva.
Magritte, Mondrian e Frida in versione maschile(azzeccata per le sopraciglia)
Seguono, Dalì, Munch, Van Gogh e Warhol.
per giungere ai due Musici piuttosto effemminati del Caravaggio.
Giotto, e l'Olympia che di certo non è molto attraente.
Delacroix con la Libertà che guida il popolo.
Klimt, Chagall e Velasquez in versione Las Meninas cresciute.
E per finire i girasoli umani di Van Gogh.

eh si, altroche settimana enigmistica...questo è un vero gioco da nerd.

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