mercoledì 27 marzo 2013

Beatles Statement Necklace.

Che letteralmente vuol dire, collana importante di scarafaggi(ni).
Giusto perche' oggi mi sento importante, allora volevo dare un titolone al post, come fanno tutte quelle altre la' fuori a cui riesce ogni maledetto DYI.
Volevo anche scrivere: DYI.
In realta' pero' la sigla non sarebbe stata giusta, visto che il mio e' un Fail da te.
Quindi avevo pensato di mettere FYI.
Ma in inglese FYI, significa, per vostra informazione.

Dunque, FYI, potrei anche usarlo per comunicare un paio di cose.
FYI, questo e' un fail, che nasce tutto da me. Purtroppo non ho trovato nessuno da smontare, quindi mi sono smontata da sola.
FYI, sto diventando una professionista, ormai mi faccio anche le foto illustrative perfette. Se non contiamo che non sono MAI a fuoco.
FYI, sistemando le sopracitate foto, mi sono accorta di aver fatto pubblicita' occulta.
Eh amen.
FIY, mi hanno COPIATA. Maledetti.

Parliamo di queste collane, di cui la meta', anzi piu' della meta' di voi, vanno matte.
Io devo dire che sono piu' per il colletto alla Peter Pan (o col clodine come lo chiamano da 'ste parti) o le lunghe e fini collane che ormai non si trovano piu' da nessuna parte.
Ma quando ho visto questa collana, ho pensato che era giunto il momento, per me fashionista inside ma poco outside, di dedicarmi a un faildate di questo genere.


Quando ho visto lei, nel mio negozio preferito dove non entrero' mai e poi mai (Ciao Celine, Ciao Church's) ho deciso che dovevo, dovevo davvero provarci.
Solo che a me quelli li' che si appostano a guardare la gente che guarda le vetrine del loro negozio mi fanno PAURA. E quindi ho fatto solo questa foto al volo.
Che volete, non sono esattamente la furbizia in persona.
Pero' l'ho studiata bene.
E mi sono gettata nella sfida.
Da notare, che queste sembrano piu' foglie che scarafaggini, ma che senso ha chiamarla collana importante di foglie, quando posso definirla collana importante di scarafaggini?Oltretutto metallizzati?


Prima di tutto mi sono procurata l'occorrente.
E visto che ho ancora il famoso filo d'ottone da 80 mm come dico io, ma per mio padre non e' cosi' (e non ricordo effettivamente lo spessore...qualcosa con l'8 sicuro), ho deciso che valeva la pena usarlo. Anche se poi in realta' ho cambiato idea, perche' non ci stava bene con i colori (i colori!!ora combino pure i colori nei faildate) e ho preso il filo di ferro. Che anche lui era stato utilizzato molto tempo fa per un'esperimento pre era failesca.
Ho pensato di utilizzare la carta stagnola, e una scatola da scarpe che non mi serviva piu' (era piena di scarpe, ora non ci sono piu'. Non so che fine ABBIANO FATTO). In questo modo reciclo anche un po'.
Come notate ho utilizzato poi le amiche trinciapolli, un chiodo e la Vinavil che mio padre mi ha lasciato qui l'ultima volta. Forse nella speranza di vedere dei miglioramenti nei fail. Mah.



Ho disegnato quindi con una penna (sono sicura di me ormai, e non uso piu' la matita ma la penna...o forse non ci avevo nemmeno pensato di usare la matita) queste piccole forme a foglia. Ne ho fatte TANTE in modo da averne almeno due di riserva.
Le ho poi tagliate, dando ad ognuno una forma diversa. Manco a farlo apposta, eh.




Dopo la parte noiosa e' arrivato il momento del Vinavil, solo che se da bambina adoravo le pellicine, la sera che ho fatto tutto cio', volevo solo tagliarmi via le mani. Come potete vedere dall'ultima foto, avevo iniziato a stendere la colla sugli scarafaggini con un pezzo di cartoncino, ma la cosa era abbastanza fallimentare (non l'avrei mai pensato).
Quindi ho sacrificato le mie dita e mi sono messa a distendere colla sugli amici da stendere su un foglio d'alluminio.
Il risultato e' stato Vinavil ovunque. E momenti di sclero puro.


Nell'attesa che gli amici si asciugassero, mi sono spellata come solo un serpente del deserto puo' fare.
E come la solito le mie mani erano disidratate.



Dopo essermi spellata, ho tagliato il foglio d'alluminio Cuki (come quello della pubblicita', ve la ricordate? beh se era resistente per il pollo, lo e' pure per i fail da te) con qualche odioso inconveniente. Ma perche' non si puo' tagliare normalmente?
Ma perche si deve ARRICCIARE??
Non siamo dal parrucchiere a fare i colpi di sole. Cuki, RIPRENDITI.
Tutto cio' l'ho davvero pensato in quel momento. Che volete, i fumi della Vinavil fanno questo e altro.

Dopo averli tagliati, ho incollato l'alluminio nell'altro lato degli scarafaggini, lasciandoli ad asciugare.



Il giorno dopo, ripresa dai fumi del Vinavil, ho iniziato a bucarli con un chiodo.
E non solo loro.
Ho bucato anche la carta di giornale prontamente messa a proteggere la scrivania (prendo troppe precauzioni ormai, COSA SONO DIVENTATA??), ma anche la scrivania VVVintage stessa. Maledizione. Era arrivata fino al 2013 dal 1910, piu' di 100 anni di servizio. Ma ora che e' in mano mia, e' arrivata la sua fine.



Ho iniziato a infilare gli scarafaggini uno ad uno incollandoli assieme col resto della Vinavil e attendendo un'eternita' per lasciarli asciugare due a due. Ci ho messo sopra molte tazze di caffe'. Nel frattempo la mia vita andava avanti(ergo: un giorno intero).
Da notare, come vi avevo gia' preannunciato, come sono diventata brava a fare le foto illustrative con le mie mani in pose tattiche.


Il problema della Vinavil mentre si asciugava, era che non incollava solo gli scarafaggini, ma anche il giornale. Quindi gia' il retro era brutto, con i pezzi di giornali fa perfino PENA.
In ogni caso, finita l'asciugatura, ho incrociato con le mie grandi abilita' (come no) i due fili, creando una chiusura alla caso.
La chiusura alla caso, si crea come la volete quindi non ve la sto a spiegare. L'importante e' che NON SI CHIUDA DAVVERO SE NO SIETE FREGATE E VI TOCCA TENERE STO CESSO SUL COLLO A VITA. True story.

Ed ecco qui il risultato finale. Mi sono dilettata in foto poser degne di fassion blogger, con effetto miope aka impressionista dato dalla fotocamera del mio telefono, mentre io credevo di farle normali. Ah, il riverbero della luce.




E poi questa mattina, dopo aver accompagnato il valoroso alla fermata del bus (siamo come i morosetti delle superiori, lo so) mi sono fermata a magna' la briosche piu' buona del mondo e uscendo ho notato questo abominio della natura. Che ricorda tanto il mio.


Mi sono alquanto incendiata.
Uno perche' questa e' la MIA IDEA.
Due perche' questa costa 25 euro.
E io non ci avevo nemmeno pensato di venderla a qualche soldo 'sta schifezza scarafaggica.

lunedì 25 marzo 2013

Le lunghe domeniche

Una volta, prima dell'epoca valorosa, odiavo la domenica.
La domenica lavoravo.
Prima di lavorare, c'era il pranzo della nonna.
Ma questa e' un'altra storia.

Ora amo la domenica. E' il giorno del Nulla Fare, dove ci si alza, si fa la colazione tardi assieme al pranzo (e qui forse mia madre rabbrividira' visto che normalmente a casa sua ci alzavamo tutti massimo alle 9.30) e si inizia la maratona dei film.

Mi e' sempre piaciuto il cinema, ma qui la situazione e' degenarata.
Non c'e molto da fare, qui sono 6 mesi che o piove o nevica.
Oppure c'e' l'apertura speciale per lo shopping domenicale (chiaramente sempre e soltanto quando c'e' il SOLE).
Noi, non abbiamo la macchina, perche' non ci serve. Viviamo in centro, usiamo l'autobus.
Ma diciamo che la citta'-stato la domenica diventa un paesino: tutto chiuso, meta' autobus che non esistono, un deserto insomma.

Ma allora chi ce lo fa fare di uscire?
E cosi' abbiamo affinato l'arte cinematografica.
Sono circa 6 mesi che la domenica, non ha una routine, ma alla fine ce l'ha.
Certe volte c'e' lo sport, altre le passeggiate. Ma e' la nostra giornata. L'unica nella settimana dove siamo io e lui. L'unica in cui mi posso riposare dal tran tran quotidiano. E se una volta lo trascinavo per musei e citta', ora la temperatura costante attorno allo 0 mi fa solo desiderare di restare in casa, un bel filmetto e una copertina.
Cucinando risotti, tacos e quant'altro.

Indipercui ho pensato bene di stilare una lista degli ultimi 2500 due o tre film che sono stati approvati sia da me che dal valoroso. I cui gusti non son esattamente gli stessi: io voglio film dove l'amore trionfi e lui...beh dove i bad boys non vincano sempre.

Anonymous.
Non lo so perche', ma nessuno ne ha parlato molto, o almeno a me nessuno ne ha parlato molto. Eppure come storia l'ho trovata veramente spettacolare: supponiamo che Shakespeare non sia quel che sia, ma solo la copertura di un vero aristocratico, dotto e amante della letteratura, che non riesce, non ce la fa a non scrivere.
Va beh poi, che io amo i film di epoca Elisabbettiana.

The Perks of being a wallflower.
O detto anche Noi siamo infinito, titolo italiano.
Questo sicuramente e' piu' il mio genere, come dice il valoroso il dramma psicologico adolescianziale amoroso. Ma non lo so, a me i grandi discorsi fanno sempre effetto. Sara' che me li facevo anche io a 15 anni.

Life of Pi.
Spettacolare fotografia, claustrofobico per quanto riguarda il senso infinito dell'oceano.
Ma lo riguarderei, anche solo per i colori. Nonostante io abbia una paura tremenda del mare.


Looper.
Che dire, c'e' quell'attorino che mi piace.
E c'e' Bruce Willis, in una storia di sci-fi, innovativa e diversa. Finalmente.
Approvato a pieni voti da tutti e due.


Cloud Atlas.
Innimaginabile. Ero al cinema e mi agitavo, perche' se io non prendo paura per spari etc, non sono contenta. Gli attori? Piu' che bravissimi, direi camaleontici. A parte Halle Berry, che a me proprio non piace.
Ma le storie intrecciate cosi' a me piacciono un sacco, che non ci capisci niente fino alla fine. E anche alla fine esci dal cinema e dici: mah.
E questa e' la scena che mi e' entrata nel cuore.



Ruby Sparks.
Questo in realta' me lo sono guardata da sola, per poter aver il momento tenerezza con i miei filmetti.
Lo chiamo filmetto, ma io l'ho amato.


Silver Linings Playbook.
Non avrei mai pensato che la Jenniferona si sarebbe pigliata l'Oscar per questo ruolo, ma il film e' veramente magico. Come dice un mio amico, e' il tutto che lo rende cosi'. Senza un solo elemento, non sarebbe stato un film da Oscar ma solo un flop. (L'ultima frase e' mia e si vede, d'altronde lui studia cinema)



Django Unchained.
Perche' io amo non Tarantino, ma Sergio Leone, da cui ha ripreso tutto per questo film.
E perche' i western, fanno tornare bambini.


Hit&Run.
Commedia, amorosa ma con macchine. E boh. A me le macchine piacciono (sopratutto questa), e per una volta ho scelto io il film e non ho cannato come al solito.


Forgetting Sarah Marshall.
Perche' c'e' Marshall di How I met your mother e quell'hippie di Russel Brand, con il suo accento assurdo. E perche' si parla di dimenticare, in una maniera dolce-amara.




Poi io li ho anche visti i tanti, e tanti film romantici.
Ma forse il caso dell'amore trionfa, del cuore che sussulta per le proprie eroine, sara' soggetto di un post a parte.

venerdì 22 marzo 2013

Paese che vai, moda che trovi.

Una delle cose che nessuno ti dice quando parti, e' che sarai soggetto a nuove mode che in patria manco esistono.
Non parlo dei grandi store, parlo di quelle piccole piculiarita' della moda che distinguono un paese dall'altro.
Un po' come quegli oggetti che diventano un must cosi' importante da diventare copia nei mercati.
Partiamo dal fatto che qui il mercato e' caro come nemmeno i supermercati alla moda.
Infatti ci vanno solo i ricchi.
E da qui, preparatevi a un tour nei gironi infernali della moda di strada (altroche' lo streetstyle).

Le magliette con i tizi famosi e i baffi.
Ce le hanno tutti. Una cosa IMPROPONIBILE.
Immaginatevi Rihanna, con il un disegno di un baffo davanti al naso.
Costano come una cena in un ristorante italiano, e scommetto che la qualita' sia decisamente bassa.
Fatto sta che tutti gli adolescenti le vogliono, dunque qui si vedono fiotte e fiotte di genitori in cerca di negozi che le vendano. Peccato che nessuna grande marca li venda.

Minigonna nera inguinale, calze nere 'estive' e tacchi neri, alti come me.
E loro normalmente hanno 15 anni, e se ne escono di casa vestite come angioletti.
Non posto foto se no mi arriva una denuncia per pedofilia.

Le NewBalance, rinominate da me stessa medesima Nickelback. Non chiedetemi perche'.
In realta' trovo ottimo questo trend, visto che sono sempre state le mie preferite.
Il problema e' che il mio collega ha le mie stesse scarpe ora.
E anche il mio taglio di capelli.

Le borse fake Celine con il teschio brillantinato.
E ancora imperterrite resistono.

I parka col pelo, una cosa assurda. Brutti perche' li chiamano parka ma in realta' non lo sono. Sono giacche di colore verdone militare oppure nero oppure beige, con un sacco di pelo che fuoriesce da ogni parte e una cintura in vita come quella dei trench. Ma tutte le ragazzine cool ce l'hanno. Anzi penso che sia passato di moda e siano ora al nuovo livello: una sorta di piumino alla Woolrich mischiata al Museum, super corto, col cappuccio superpeloso e una strisciolina gialla per contraddistinguerlo.
E non dico altro. Anzi si: non sanno cosa sia il Woolrich.

La giacca di pelle aperta quando fa -5.
Si perche' loro, i vichingi della terra di mezzo, che se ne fanno del piumino?

La beata ignoranza sull'esistenza del bidet.
Pensate che stavo parlando con un'amica e lei mi fa: "Ma te lo sai che c'e' una cosa che si chiama bidet e sai che la usano per pulirsi le parti intime?Cioe' ma che assurdita' e' mai?"

Aiutiamoli. Soprattutto per l'ultimo punto.

Per il resto, ogni paese ha le sue mode.

martedì 19 marzo 2013

Un tentativo fallito di utilizzare i rossetti.

Visto che ci siamo persi il fail di San Valentino, e visto che domenica ho festeggiato i miei primi 3 anni insieme al valoroso uomo, oggi ci dedichiamo al fail bacioso aka come ti rovino un quadro.

Il punto e' che mi sentivo ispirata dall'amica di Ps. I made this. Si si, quella che ha aperto le danze per la mia bellissima clutch.
Mi sentivo anche amorevolmente generosa.
E volevo fare un regalo al mio uomo.
In realta' volevo regalargli una vera opera d'arte. Sarebbe stata benissimo nella minicasa, dove non abbiamo spazio fisico nemmeno per muoverci. Figuriamoci appendere un quadro.
E quindi ho evitato, visto che dopo l'indagine preliminare (no, figuratevi, non guardo PER NIENTE i telefilm polizieschi) il valoroso uomo me l'aveva bocciato.

Dal canto mio io avevo lanciato alcuni segnali tipo:
-una camicetta bel-lis-si-ma (MAMMA SE STAI LEGGENDO SPERO DI AVER SILLABATO GIUSTO)
-la Miu Miu edizione speciale di S.Valentino trovata a prezzo stracciato sotto casa
-una cena
-un viaggio

E mi fermo qui che se no capite che tipo di persona sono. Una che non sogna, ma che proprio spera nei MIRACOLI.
Ma il miracolo in realta' e' avvenuto. Si perche' stranamente la mia casa non si e' ingrandita ma io ho ricevuto un comodino per regalo, dall'uomo che non fa altro che lamentarsi che grazie a me in questo buco non ci si muove piu'.
Ed quindi giustamente lui mi regala un comodino, che pero' ha i cassetti.
Fine momento sfotto' perche' questa e' una grande dichiarazione d'amore: uno, perche' lui odia il VVVVintage, e il comodino e' anni '50, secondo perche' e' pronto per un restyling failesco. Piu' tardi che prima, perche' dovro' capirne il da farsi.

Io dal canto mio, gli ho regalato un soggiorno con tanto di suite alle terme. Quindi insomma, anche io me la sono cavata.
Ma che regalo e' senza un piccolo fail da te?
Ed ecco qui che si ricomincia. (scusate l'introduzione cosi' lunga)


Con la consueta facilita' che l'accompagna, l'amica famosa per i suoi fai da te riusciti (beata lei) ci illustra come fare in una sola immagine, mentre io come minimo ne vedo davanti a me 7-8.



Ho iniziato prendendo una cornice che avevo in casa. Avete presente quelle di Ikea, da 1.50 euro la coppia? Ecco, una delle prima volte che sono venuta a trovare il valoroso uomo, ne ho comprate sei e le ho colorate. Ci ho anche messo un disegnino, giusto per ricordarmi il senso artistico di cui sono dotata.



Ho deciso di dedicarmi a questo bellissimo fail soprattutto perche' un po' di tempo fa, mi ero preso male con i rossetti. Ne ho comprati 4 e non li ho mai usati.
Un'ottimo motivo per utilizzarli. Poveri rossetti inutili. Eppure a me il rossetto rosso fa letteralmente impazzire. Ma poi arriveremo anche a questo: come mettere il rossetto e sembrare subito una sfattona delle feste.
Babbeh.



Ho seguito con la penna  i lati del plexiglass, per avere un'idea della dimensione. Poi pero' come al solito tra dire e il fare c'e' il taglierino in mano mia. 



Fatto cio' e' arrivata la parte divertente del lavoro. Mi sono truccata.
Ora immaginatevi che io, fino a 6 mesi fa, non mi truccavo.
Ma dico mai e mai e ancora mai.
Toh, forse la matita ogni tanto.
Il rossetto rosso da sbavate, quello invece lo provavo sempre.

Dunque sono li', vestita da casa, col grembiule e mi metto il rossetto. Il valoroso chiaramente, non capisce piu' 'na mazza.
Io inizio a baciare un foglio e allora lui inizia a bombardarmi di domande, che portano a una sola esasperata conclusione: no, il foglio NON bacia meglio di lui.
Il problema e' che a quanto pare, ho uno stampo delle labbra che fa alquanto schifo.


Cerco di coprirlo, con un po' di altri baci, viola e rosa, ma boh. Piu' che una bocca dolce, mi sembra un mix tra quelle di Tyler e Jagger.


E infatti il risultato finale ora giace sul muro.
Dietro al comodino nuovo.
Ben nascosto, sia chiaro.

venerdì 15 marzo 2013

La Sentimentalista

Meta' imprecisata di Agosto 2012.
Ecco l'ultima volta che ho camminato, usato la bicicletta e mi sono sciolta al caldo della periferia italiana.
Da li' in poi, e' stato tutto un declino glaciale.
Un declino geloso, visto che il valoroso uomo viaggiando per lavoro, a casa ci torna una volta al mese.
Giusto il tempo delle coccole famigliari, ma ci torna.

L'ultima volta, un paio di amiche iniziavano una nuova avventura, con una nuova casa. E abbiamo riflettuto sulla parola casa: la casa, e' dove sta il tuo cuore.
Ma per noi, risulta un po' piu' difficile.
La tipica frase: "Andiamo a casa" puo' avere due significati diversi.
Andiamo a casa, torniamo nella nostra magione, dopo una serata o una giornata di lavoro.
Andiamo a Casa, dalla mamma. Andiamo dalle nonne, a farci rimpilzare, a farci dire: "Ma mangi? Sei cosi' dimagrita!"

Era tanto che volevo scriverne, ma ogni volta mi bloccavo. Vedete, e' difficile comprendere gli scherzi che ti fa la vita. Passi il tempo a contare i giorni che ti separano dalla nuova vita, o almeno era quello che succedeva a me l'anno scorso in questo periodo: una frenesia, un'agitazione, una paura dell'ignoto che manco Harry Potter mentre affronta Voldemort.
Ma sapevo che qui c'era lui, casa.
E, sono fiera della mia scelta. Ho mollato una vita che mi apparteneva a tre quarti, per prendere possesso di questa, che mi appartiene appieno.
Ma non e' facile.
Non rispondo mai nemmeno alle critiche, alle idee strane che la gente si fa: si, la vita sotto alcuni aspetti qui, e' piu' facile. E' piu' facile perche' non ci sono pregiudizi, non ci sono esperienze passate assieme, non ci sono frasi come "ma come sei cambiata", "ma perche' fai cosi'?".
E' piu' facile perche' da qui, ho capito la vita che avevo a Casa. La madrepatria, la citta' in cui spero prima o poi di tornare per portare con me questo bagaglio di conoscenze che sto acquisendo semplicemente vivendo lontano da lei.
Non e' facile, quando ti senti come se gli altri ti vedessero come uno che e' scappato da una situazione tragica: embe' che dovevamo fare? Una laurea in arte di certo, e' molto utile in Italia.
Non e' facile, quando sai che ci sono 1000 km di distanza tra te e la famiglia e preghi sempre che vada tutto bene.
Non e' facile vederli per due giorni ogni tot mesi. E non importa quanto innamorati possiate essere, a tutti manca Casa. Sono quel sostegno silenzioso, vicino e costante che se hai bisogno arriva subito, se non ne hai e' comunque li' nell'angolo in attesa.

E' cosi' difficile certe volte diventare adulti. Un giorno sei li' nel tuo lettino, nella tua stanza e il giorno dopo convivi. Non ci ho mai pensato, non ci ho mai riflettuto, mi sono sempre buttata a capofitto. E taaac: ormai sei un'adulta. Quasi, visto che lavori, hai una casa e il valoroso uomo al tuo fianco.
Ma poi, il caos casalingo conferma la fase transitoria, e ti rilassi. Perche' casa qui, e' dove siamo noi, come la casa di Milano dove cucinavo risottini insipidi in miniporzioni, e dove mi dichiaravo al valoroso uomo (si perche' qua se aspettiamo lui...).
E mentre gli dicevo frasi dolci, la casa si autoalimentava di caos. E alla fine poco e' cambiato da allora.
Forse che nessuno dei due avrebbe pensato a dove siamo ora.
In una casa coatica, piena di frasi dolci. Solo un po' piu' al nord.



Ma fra tre settimane, torno alla primavera italiana per 7 giorni, una quantita' infinita di giorni per me.
E questo post l'avevo iniziato per dire altro, per comunicare con i genitori e dirgli che appena atterro voglio fare una lista infinita di cose che comprendono:
-il pranzo dalla nonna con risotto al tastasal (vero che lo fa?)
-gli spaghetti in rosso di papa'
-i biscotti della mamma, i brownies
-voglio vedere Gunter (il robot aspirapolvere di mia Madre) all'opera, mentre e' inseguito da quelle due psicopatiche di gatte
-il mio posticino sulla poltrona
-vedere le montagne fuori dalla finestra della mia camera
-mangiare, tanto
-andare al lago
-portare il fratello in stazione, la sera quando prendera' il treno per andare a studiare
-passare i pomeriggi silenziosi con i nonni
-sentire Madre che parla al telefono costantemente all'ora di cena
-e tutte quelle cose, che facevano parte della vita quotidiana e ora in un certo senso, mancano.

E mi faro' un sacrosanto Bidet.





martedì 12 marzo 2013

Attendere la noia

L'attesa non e' il mio forte.
Mi annoia, mi mette ansia. Mi stufa, mi fa impazzire.
E allora o cazzeggio pesantemente con il telefono (cosa veramente vergognosa), oppure mi do ai miei amici failati e fidati.
Stavo aspettando una sorpresa, ovvero, delle sorprese in visita.
Io sapevo di loro, ma loro non sapevano che io sapevo. E qui ci fermiamo che se no faccio confusione.

Avevo gia' iniziato questo fail un po' di tempo fa, e mi stava guardando dalla scrivania/caos primordiale quando ho deciso che si', forse era il caso di terminarlo.
Sono tornata alle origini, ispirandomi (perche' a copiare NON sono capace) a questo progetto trovato sull'amico Pinterest.


La fanno cosi' facile che e' tutto riassunto in una foto.
Chiaramente io l'appendino design non ce l'ho, ma mi sono arrangiata con quelli da lavanderia.
Ne ho preso uno, e l'ho colorato. Visto che dovevo finire la tempera bianca, l'ho colorato con quella.



Ho passato due o tre mani di colore, prima di capire le tecnica adatta. Invece di stendere il colore, ho tamponato l'appendino con la tempera, manco fossimo nel '700 e l'appendino fosse in realta' la faccia di qualche aristocratico (si, si finisce per diventare come me a forza di inalare fumi di fallimenti veri).

L'ho lasciato ad asciugare e l'ho dimenticato.
Circa un mese dopo l'ho tirato fuori e ho iniziato a piegarlo come da foto.
Nella foto,con due pieghe l'han fatto.
Ecco di seguito i veri passaggi, e il vero risultato (al solito, tutti gli altri sono dei gran bugiardi):


Questi sono i primi due step per il piegamento dell'appendino, che forse, dopo essersi sentito trattato come un aristocratico del '700 si e' un po' irrigidito. Da notare che e' rimasta attaccata un po' di carta, ovviamente.

quell'essere la dietro bianco, e' il vecchio lettore mp3 che mi ha accompagnato fino a quando non ho ricevuto il cellulare tecnologgico tutto integrato.


Sono riuscita poi a piegarlo a 90gradi (e non ci pensate nemmeno, maliziosi), piega che gli ha donato un certo qual senso di simil-cigno.
Un cigno che poi' caduto quando l'ho ancora piegato in modo che diventasse una sorta di portariviste. Dalla foto e' chiaro a tutti che non si capisce nulla. Ma l'intenzione c'era.


Non mancava che provarle, per confutare che in realta' quella foto la', la prima, quella fatta bene rispetto alle altre, non e' altro che una truffa bella e buona: primo, perche' a me le riviste rischiano di cadere, come da foto, secondo perche' sicuramente il mio non regge il peso di un libro rigido come questo (vi ripropongo la foto che pure io sono pigra all'idea di muovere il cursore e tornare all'inizio del post a guardare la foto, figuratevi voi).


Per non parlare che questi sono DUE MEGA LIBRI.
Delusione?
No, SODDISFAZIONE. Ho ancora una volta provato che l'impossibile rimane impossibile.
E che la mia mente geniale, nonostante non sappia fare foto decenti (dov'e' il mio Ricky quando mi serve?), e' molto piu' brillante delle loro. Soprattutto si sa adattare a qualsiasi situazione.
E allora ecco cos'ho fatto:




Ispirata dalle vecchie stecche per i giornali, ho pensato bene di aggiungerci due nastri che stavano a caso, in casa (per chi se lo stesse ancora chiedendo, si, il calendario dell'avvento e' ANCORA sulla porta) e ho appeso le mie riviste.
Un fail fallitissimo ma che come una fenice, rinasce dalle sue ceneri.
E con questa perla mattiniera (colpa della neve che scende come se non ci fosse un domani), vi lascio in ammirazione.
Sempre a disposizione per crearvi oggetti failati unici e inimitabili.


venerdì 1 marzo 2013

Un Fail da te da Oscar

E che, poteva mancarci il Fail dedicato all'Oscar?
Ma certo che no.
Dopo il timido tentativo della gonna di carta piu' finita, che ha trovato casa lassu':

Salutiamola tutti assieme appassionatamente


e' arrivato davvero il Fail da te da Oscar. D'altronde se anche la Jennifer de noialtri cade per ritirare la statuetta chi sono io per non affermarmi nel mondo failesco da me medesima inventato per non sentirmi sempre un'incompetente?
In ogni caso, prima di leggere il seguente fallimento passate dalla Zitella per le pagelle.

Dunque avete visto le pagelle?E' importante, perche' dovete sapere a menadito che tutte, nessuna esclusa, hanno una POCHETTE DI STICA' VARI, che sta male o bene a me non interessa. Pero' la NOIA.
La noia perche' dovevano provare a mettersi la mia, personalissima clutch.
Piu' figa di lei, solo la sorella gemella venuta meglio.
Tutta colpa della gegna di Ps I made this, la quale mi ha convinta a fare questo tentativo.

Lei, la fa cosi' facile che ci mette solo una foto per far vedere come si fa.

Non sto nemmeno a rimarcare che io ci ho messo un giorno INTERO, con pause pranzo e cena e merende varie che io se non mangio non sono contenta.


Come vedete bisogna procurarsi troppe cose, quindi io mi sono gia' adattata e mi sono procurata:
-scatolina in legno;
-stoffa che a me sta pelle cosi' mi sa solo che di tamarro;
-colla per legno o stoffa, non ricordo. Anzi controllando qui dice colla per BRICOLAGE, sara' un Bricolage falimentare e universale forse;
-amiche forbici rosse, le sole e le fidate;
-un bottone della nonna, ma se voi non ce l'avete fa stesso, aspettate all'ultimo che poi NON SI SA MAI.

Ecco mi pare tutto.
Ho iniziato dalla parte semplice, ovvero prendendo le misure dei lati grandi. Sono partita dal lato sopra (chi capisce capisce, chi non capisce non si perde nulla) e ho iniziato l'incollatura. Ho temuto, tremato e messo la stoffa sul legno. Il primo step non e' andato cosi' malaccio.





Idratazione delle mani a parte, il primo step e' andato, tranne che ho tagliato un po' troppo con la trinciapolli.
Visto che la colla era lentissima ad asciugarsi, mi sono concessa varie pause per poi essere fotoshootingata dal valoroso uomo a mia insaputa (Ricky chiiiii?).
Era cosi' intenta che sembrava andare tutto bene. Sembrava, perche' chiaramente non e' andata cosi'.








 Il problema sono i bordi, che sono venuti veramente da schifo che manco la borsa di H&M. Anzi la borsa di H&M ne sarebbe schifata.
Ma soprattutto, il problema principale sono stati i cardini.


Perche' non si puo' mica lasciarla cosi' la scatoletta. bisogna mettere in risalto i dettagli metallici. Allora con un taglierino ho tagliato la stoffa attorna ai cardini e alla chiusura. Con risultato pessimo, ho messo in mostra il nudo legno.


Come al solito perche' faccio le cose A CASO.

Pero' ero e sono fiera di lei, la mia piccola clutch senza bottone sulla chiusura, visto e considerato che a me non stava attaccato e se la scelta era il bottone o rompere del tutto il lavoro di una giornata, ho lasciato perdere il bottone. In ogni caso visto che mi piace sto pensando di aprirmi un negozietto Etsy, cosi' se una di voi vuole un vero FAIL DA TE limit edition firmato Svampi (unica e vera regina del mondo failesco) lo puo' avere. Chiaramente devo prima avere feed positivi da voi.

In ogni caso ieri sera, un banale giovedi' sera, ero a casa da sola a spararmi i film romantici che mai nella vita il valoroso uomo vorra' vedere.
Lui era a una cena di lavoro a tema scozzese indipercui a tema whisky.
Alle 11 mi arriva un messaggio:
"Questi hanno il tavolo alla discoteca del mondo tamarro, ci andiamo?"
Inutile dirvi, che dopo 2 litri di cammomilla, gli ho detto di si.
E ho fatto fare un giretto alla mia clutch.


Ho chiesto al valoroso di fare una foto in primo piano alla clutch. Meno male che era un primo piano, perche' se no come e' possibile che praticamente non la si veda?
Ecco perche' non potremmo mai essere una coppia come la fasssion blogger e il fotografo.
In ogni caso ero molto fiera di lei, e in discoteca manco a farlo apposta, nessuno ha capito il mio abbigliamento: tutte col minivestito e taccazzi per nulla.
Ma d'altronde cosa posso pretendere da un paese dove nessuno vende una gonna a ruota al ginocchio e dove le commesse scocciate mi dicono che le gonne cosi' sono secoli che non vanno di moda?
Insomma, le sfilate del'anno scorso non hanno insegnato nulla.
Sono io contro la citta' stato. Ma ce la faro'.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...