lunedì 29 ottobre 2012

La tenda di lenzuola

Lo so, sono scomparsa. A parte il continuo fare foto con il mio nuovo gingillo tecnologico e postarle su Instagram manco fossi una bimbominkia (arridaje con sta parola) sono leggermente sparita. Un po' assente come si faceva all'universita' per i corsi facoltativi, che ci si andava una volta si e venti no.
In realta' ragioni per questa assenza, ce ne sono e sono soprattutto cause esterne.

Ieri il valoroso uomo si e' riscoperto artista, lui il mio economo di fiducia e' stato piu' ingegnoso di me. Ha creato qualcosa che il Fail da te vedra' molto presto. E ha attaccato la cartina di mezza Italia (perche' mezza, non lo so) sentendosi veramente compiaciuto del suo essere "interior mood".
Ve ne parlero' piu' avanti, perche' tutto cio' merita un post tutto per se'.

Oggi parliamo di Come costruire una tenda fatta di lenzuola e sotterarcisi sotto.
Come quando si era bambini.
Ebbene io l'ho fatta e mi ci sono messa sotto.
Mi sono nascosta e mi sono domandata molte cose.
Una delusione professionale ha fatto si che sulla torta  ci fosse la ciliegina, mentre il periodo piu' bello del mese ha aggiunto la guarnizione finale.
Questa settimana, anzi no questo mese, mi sono domandata molte cose sul blog.
Come sta andando, come non va.
Il fail da te, pare sia un successone.
In effetti questo mi conforta, perche' solitamente alla gente piace solo mostrare i propri successi, e le proprio foto poser.

Non sono un'economa come ben sapete, odio "business&management" cosi' tanto che non so nemmeno se l'ho scritto giusto. Pero' credevo di fare una cosa carina.
Credevo di scrivere leggermente bene. Piu' di certi blog con faccine e tre frasi in croce.
Non sto a dire che non voglio followers, non voglio visite etc perche' sinceramente cio' che piu' piace al mio essere umano e' piacere alla gente.
Mi piace sapere che cio' che scrivo piace, e non solo a mio padre o al valoroso uomo (grazie, uomini miei).
Mi piace sapere che al di la' dello schermo, chissa' dove, ci sara' qualcuno a leggere. Che magari si divertira' o meno. I pochi lettori afficionados esistono, ci sono, ma quando e' nato il blog tutto cio' per me non aveva senso. Mi bastava aprire di nuovo un blog, come avevo fatto a 16 anni. Avevo deciso che mi annoiavo, avevo smesso di scrivere.
Invece, come per i temi delle elementari, a me piace scrivere. Mi piace parlare di cio' che mi piace, senza realizzare post sterili, che non mi lasciano nulla.
Mi piace, conservare la mia privacy sulla mia faccia, non perche' non ci metto me stessa, ma perche' fondamentalmente amo l'idea che le persone che leggono (qui, o un libro, o un racconto) possano fantasticare e crearsi la loro versione della mia faccia, del valoroso uomo e del Paese dei Maglioni.
E su questo non mi smuovero' mai, e' questa la magia che mi ha sempre attratto dei libri. Il loro modo di dar sfogo alla mia fantasia.

Il nome del blog poi, a me fa schifo. Non mi piace, non so perche' l'ho scelto. Sara' che la sera che l'abbiamo creato, eravamo cosi' annoiati che quando ho scritto "plastica" sul dominio ed era occupato ho pensato subito ai Muffin, solo perche' era un periodo in cui ne mangiavo a caterve.
Io volevo chiamarlo Plastica perche' il mio amico Leonardo Da Vinci adorava la plastica. Cioe' non ve la so spiegare bene sta storia, ma mi aveva davvero trasmesso tutto il senso che per me doveva avere l'arte. Ecco perche' c'ho sto nome sul blog. Che doveva essere un blog serio. E l'intento e' durato tipo 10 ore.
Non so stare seria. Cioe' almeno qui. Che palle stare qui a scrivere cose serie di critiche d'arte o roba del genere. Io fossi in me a rileggermi, mi taglierei le vene.
E' cosi' che e' nato il blog, e da li' e' cresciuto, si e' evoluto. Ma come ogni cosa che cresce mi sono interrogata: sto facendo tutto cio' che posso fare? Come posso migliorarlo?
Si perche' lui, e' il mio piccolo figlio della rete. E voglio che cresca bene. Ma non amo le cose obbligate. Dovrei inserire delle farsi giuste come titolo alle foto, cosi' magari uno che cerca su Google trova la foto sul mio blog. Ma io non voglio lettori casuali, eh lo so, sono un po' esigente.
Io si, scrivo per me stessa, ma anche per chi mi legge. E io da lettrice accanita di blog, qualche volta mi domando, perche' loro si e io no.

Perche' odio i tipo di commenti in inglese di gente che nemmeno capisce l'italiano e che spera solamente che io faccia visita al suo blog. Pero', come dice il valoroso uomo, e' un'ottimo marketing, visto che io poi una visita ce la faccio al loro blog poser.
Non ho bisogno di tanto, ma avevo bisogno di scrivere queste cose. Questo blog e' un luogo dove io incanalo e metto a fuoco le mie passioni tutte assieme: perche' come dicono mio padre prima e ora il valoroso uomo, io ho mille passioni, e questa e' una cosa bellissima per poterle avere tutte assieme nel mio archivio personale.
Perche' da iperattiva che sono, ho sempre bisogno di ripetere una cosa tre volte se no me la scordo (mentre il povero valoroso mi ascolta pazientemente), mi perdo nelle mille cose da fare e faccio mille liste.
Il blog e' il mio luogo personale, dove ho trovato un nuovo obiettivo per il tempo libero che tendevo leggermente a sprecare.
E' nato grazie all'aiuto della persona piu' lesa del mondo, e da cui non potrei piu' star lontana.
E tutto cio' dovevo scriverlo, per dare un senso ai pensieri che avevo e che tuttora ho, che MuffindiPlastica e' il mio Fail da te piu' importante. Perche' e' come me, e' me in senso virtuale: un po' distratto, un po' cosi', molto entusiasta e iperattivo, ma anche un po' malinconico.
E qui sotto la tenda, mentre fuori manca poco che nevichi, stiamo tutti bene, cosi' come siamo.


martedì 23 ottobre 2012

Il valoroso uomo e il Fail da te

Ebbene si, anche noi ormai possiamo competere con l'Inghilterra.
Abbiamo in nostri Will&Kate. Anzi ancora meglio, il duchino si e' scelto una sposa che deriva da una famiglia nobile antichissima.
Pff, altro che Kate.

Fatto sta che ci sono stati grandi festeggiamenti, fuochi d'artificio come non ho mai visto (anche perche' erano tipo DI Fianco a casa nostra, siamo potuti scendere ad ammirarli con le coppe di gelato in mano...giusto per non sprecarlo) e un' ondata di calore che manco quest'estate si stava cosi' bene, e con questo ho detto tutto.
Sole, aria caldina, cielo limpido. E io, ho lavorato TUTTO il weekend.
Odio profondo e totale, invidia per gli sposini con il tappeto rosso piu' lungo del mondo (il valoroso uomo quando ci siamo passati di fianco non mi ha permesso di attraversarlo con lui al mio fianco, temeva che ci arrestassero per disturbo della quiete pubblica) e disperazione a vedere la gente che si prendeva il sole(!).

Se qui vi scrivo che fa caldo, vuol dire che fa caldo "nordicamente" parlando, ovvero si sta bene con un maglioncino di giorno, e la sera con il trench. Siccome ne abbiamo gia' parlato che quest'anno vanno di moda le "sluts" il mio trench tenero-tenero come lo chiamo io non andava piu' di moda. Allora io, il genio della lampada che non si puo' permettere questo trench di Burberry, ho deciso di comprarmi le decorazioni e di farmelo.



No non con le borchiacce, che ho comprato due mesi fa e sono state inghiottite dal caos della casa, ma con dei piccoli cerchietti neri, che danno un nuovo look ma senza essere troppo hard style. Perche' si, saro' una fashonista, ma il mio armadio non puo' ingerire nessun nuovo capo inutile finche' non mi decido a fare una cernita e a donare, quella minigonna di pelle (ma da quando ce l'ho?ma soprattutto, da dove viene visto che mi sono trasferita 6 mesi fa?) alla caritas, i pantaloni a vita alta che mia nonna porterebbe meglio, a mia nonna in persona e rimettere i jeans del valoroso uomo nel suo piccolo, minuscolo scaffale.

Poi forse, se saro' ricca e famosa, troverete la mia fotografia in giro per il web fra 20 anni con un bel Burberry borchiato d'annata (i trench di Burberry sono come una bel vino) sbanderiandola come la nuova moda.

Nel frattempo, ho chiesto gentilmente aiuto al valoroso uomo.
Siccome il martello io non lo posso toccare se no "di sicuro spacchi le tue dita e anche la casa" (cit.) mi sono affidata a lui.
Ed ecco il risultato.


Spero voi notiate la differenza, perche' anche le foto le ha fatte lui e dopo 30 tentativi queste sono le migliori. e' il perfetto ragazzo di una blogger fashonista: mi immagino se mi dovesse fare servizi fotografici come il "Richi". Va beh che noi la Canon non ce l'abbiamo. 


Mentre svolgeva appassionatamente per me questo lavoro non si e' nemmeno accorto che le stava attaccando sul lato diverso.
Essendo lui un esperto di moda, alla mia domanda sul come diavolo aveva fatto a non controllare ha risposto:
"Darling ma cosi' va ancora piu' di moda, anticipi tutti!"
Si proprio tutti li anticipo, li supero e saluto da molto lontano Burberry.

Ma in ogni caso, visto che lui e il suo martello non me l'hanno piu' sistemato, il mio trench storto me lo porto ovunque, quasi me la tiro perche' ormai penso proprio che si, ho anticipato tutti.

venerdì 19 ottobre 2012

Ci eravamo tanto amati: ombrati, ombralessi, ombramanti

Perche' a me piace inventare nuove parole. Non mi piace molto tornare indietro agli anni '80 ma non importa, perche' tanto come sapete, io il delave' Fail da te non lo so fare.

Camicia slavata via

Anthropologie

martedì 16 ottobre 2012

Il compleanno che porto' via tutto

O meglio, visto che sono egocentrica e il compleanno era quello del valoroso uomo, mi sono appropriata gentilmente del suo giorno.

Uno, perche' sono donna ergo paranoia vivente.
Due, perche' una delle piu brutte cose della vita mi e' capitata.
Ho perso l'Innocenza.

No, non quella.

Ma quella infantile, quando credi che i palloncini fluttuino in aria perche' ci soffi dentro e non sai nemmeno cosa sia l'elio. E solo ieri, quindi, ho capito perche' MR.B. mi dava 4 in fisica, quando non copiavo.
A 2(x)  anni ho scoperto che con l'aria i palloncini non vanno da nessuna parte se non sul pavimento. Mentre con l'elio si che fluttuano. E volano lassu' in cielo.

No perche' insomma, e' il compleanno del valoroso uomo, al solito non c'ho 'na lira e che volete che gli faccia?
Una sorpresa Fail da te.
Un palloncino per ogni suo anno di vita, con attaccato un ricordo scritto da uno dei suoi amici. "So romantic, so lovely, so sweet, so easy". No "easy" col cavolo. Se nessuno mi insegna certe cose, io il lunedi' mattina alle 7 mi metto a gonfiare palloncini pensando che il risultato finale sara' questo qui sotto.

via




Il deprimente risultato e' stato questo. E no, palloncini fighi nel Paese dei Maglioni, non ne vendono.


Non parliamone nemmeno. Esaltiamo il fatto che il valoroso uomo invecchiando di un anno e' stato cosi' saggio da apprezzare in ogni caso il gesto "so romantic" della sua donna AntiFisica.
Che si dimentica le forbici nelle inquadrature delle foto. Pure il confronto tra le due foto e' terribile.


martedì 9 ottobre 2012

mercoledì 3 ottobre 2012

Di tvb e tat

Quando sono venuta a conoscenza del tvb e della sua deantologia, avro' avuto 11 anni.
E fu sconvolgente.
Ero cicciotella, alta rispetto alla media, l'aria da sfigata con lo zaino di Barbie rosa shocking in quinta elementare (si perche' mia Madre non me lo ha mai fatto cambiare. E mai osare controbattere una maestra. MAI) ma qualcuno mi scriveva TVB sul diario.
Divenne una cosa sacra, faceva sentire fighi utilizzare quelle tre letterine. Se poi la persona, la nanerottola in questione era una delle fighe della classe (che a rivederla adesso mi dico sempre: La vendetta e' un piatto che va servito lentamente. Grazie genetica famigliare.) e tu, una delle cesse, beh ti sentiva baciata dalla fortuna. Ti sentivi che anche tu potevi essere figa, almeno per un secondo.

Poi se iniziava a metterci una "t" in piu' beh, era fatta. Voleva dire che ti voleva tanto bene.
A 14 anni si faceva la gara di quante "t" ti scriveva il prediletto ragazzino.
Con il primo amore sono sicura che avevamo iniziato a scriverci una nostra sigla.
Che ora non ricordo.
Verso la fine dell'adolescenza quando la Vodafone ti faceva credere che i messaggi erano gratuiti, il tvb lentamente stava scivolando nel mio dimenticatoio personale sostituito dal moralistico:
"Io non scrivo dei miei sentimenti via sms ne dico ti amo, lo torvo cosi' infantile e banale"
E questo segno' la fine del mio amico Tvb che invece aveva cosi' felicemente accompagnato la mia  giovinezza.

Il valore che gli davo allora e' scomparso, come tutte le cose che sono inflazionate: lo si scriveva come saluto ormai.
Invece ora, la dodicenne che c'e' in me, ogni tanto lo scrive nelle mail.
Sara' che ha un sapore diverso, quel senso unico di amicizia adolescenziale che ha quasi piu' sneso dirlo ora che non dieci anni fa.
Nessun hashtag o come si chiamano, nessuna chiocciola, ma nel privato eccolo li' che ogni tanto spunta.
Mi piace, e non mi vergogno.
Nel frattempo mi dedico a inflazionare TGIF.

Thank God is Friday.
Aspettando di scriverlo ogni due minuti, solo di venerdi.


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